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Firenze Democratica: “Urbanistica, poc e affitti turistici: un caos che la città non meritava”

I dietrofront dell'Amministrazione Nardella: Le critiche dei consiglieri di Firenze Democratica

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Il consiglio comunale Il consiglio comunale © Ok!News24
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L'Amministrazione guidata dal Sindaco Dario Nardella si trova al centro delle critiche per alcuni repentini cambi di rotta manifestati attraverso un emendamento depositato a sorpresa a 48 ore dal voto. Tale emendamento ha sollevato diverse perplessità e polemiche, soprattutto per il suo impatto su tematiche chiave come l'housing sociale e la gestione degli affitti turistici brevi.

In particolare, l'emendamento ha suscitato malumori per la reintroduzione dell'housing sociale nell'ex ospedale San Giovanni di Dio, un'iniziativa precedente criticata per il rischio di trasformazione delle residenze in lussuosi appartamenti privati. Inoltre, è stato evidenziato il termine esteso a 20 anni per i canoni calmierati, una mossa considerata poco sostenibile nella gestione dell'emergenza abitativa.

I consiglieri di Firenze Democratica, Leonardo Calistri, Massimiliano Piccioli e Stefano Di Puccio, hanno espresso il loro dissenso riguardo ai dietrofront dell'Amministrazione Nardella, evidenziando una mancanza di coerenza e una gestione poco trasparente delle questioni urbanistiche e abitative. A seguire le dichiarazioni diffuse dai consiglieri:

"L’eliminazione della norma che introduce la residenza temporanea per turisti non è il solo dietrofront che il sindaco ha sfoderato nell’emendamento depositato a sorpresa a 48 ore dal voto.

Nello stesso atto, infatti, Nardella riesce a fare almeno altre due stridenti marce indietro: introducendo last minute l’housing sociale nell’ex ospedale San Giovanni di Dio (dopo aver a lungo attaccato chi aveva fatto presente che sarebbero sorte lì residenze private di lusso); e sull’onere per il privato di realizzare housing sociale con un nuovo termine di 20 anni per i canoni calmierati (termine inserito e aumentato dopo che Firenze Democratica ha a più riprese fatto notare l’insostenibilità di delegare al privato il tema casa senza peraltro aumentare il patrimonio pubblico adibito alla casa). 

Bene per tutti che ci si proponga di raddrizzare certe storture, meno bene che tali scelte avvengano sempre senza passare dalle commissioni, e ricevendone nel frattempo in cambio violenti e attacchi solo difensivi.

Nonostante i tardivi dietrofront la giunta Nardella si mostra ancora molto distante dalla visione di una città pubblica; la stessa che il nuovo POC, impostato dalla ex assessora Del Re, voleva avviare e che in pochi mesi é stata stravolta. Non vi é più traccia, ad esempio, dello stop alla vendita di immobili pubblici (che si continuano a vendere); manca del tutto il protagonismo del pubblico sul fronte della casa: il tema viene delegato al privato e per tempo limitato; sono, inoltre, scomparse le norme che limitavano l’uso di appartamenti a scopo edilizio o sono state eliminate funzioni come nuove scuole in centro storico a favore di nuovi studentati privati.
Abbiamo perciò presentato su tutti questi fronti (e non solo) nuovi emendamenti che corrispondono all’esigenza di una città pubblica per davvero, che abbia la lotta alla rendita come obiettivo principale.

Dopo il passo indietro sulla norma Airbnb, il gruppo PD ieri ha detto che presenterà un ordine del giorno per estendere il divieto anche ad altre zone: se fosse coerente, allora, approverebbe subito il nostro emendamento per estendere il divieto alle zone universitarie e lascerebbe quella norma nel poc. Sarà poi eventualmente il Tar a stralciarla, laddove la ritenesse illegittima.

Da sempre abbiamo detto che non si doveva usare l’urbanistica per regolamentare gli affitti turistici brevi:  si creava una nuova rendita (legata per giunta ad un bene primario come la residenza) e - come era facile prevedere - gli effetti sarebbero stati devastanti in termini di aumento degli affitti turistici in centro storico, con un allargamento del problema alle zone universitarie (aumento del valore degli immobili e di conseguenza dei canoni di affitto). Ciononostante, se il comune fosse stato certo della correttezza della strada intrapresa, avrebbe potuto coerentemente seguirla fino in fondo. E invece a 48 ore dal voto torno indietro senza una motivazione giuridica solida, anzi.

La sensazione è che l’ansia propagandistica ed il plauso del pubblico (Firenze modello di governo di Airbnb!) vengano costantemente anteposti alla reale soluzione dei problemi. Messi da parte i titoli di giornale forieri di un immaginario consenso, i problemi rimangono lì e le soluzioni lasciate cadere (così è stato ad esempio per la legge di iniziativa popolare ed ora per la norma anti Airbnb finita anch’essa nel nulla). 
Nel frattempo, però, il fenomeno cresce ed il disagio galoppa lasciando la città nel caos. Come nel caos ci pare la gestione del consiglio comunale delle prossime giornate: perdere 5 consiglieri del PD avrebbe dovuto far riflettere sulla gestione di questo secondo mandato, segnata da un sindaco che ha preferito offrire l’immagine di uomo solo al comando, preoccupato più della sua prossima campagna elettorale che delle sorti di Firenze. Un finale di scena davvero triste che la nostra città non meritava".

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