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Fiorino d’Oro a Paolo Poli. Una premiazione che racconta molto più di un riconoscimento

L’editoriale di Saverio Zeni sulla competenza, la sobrietà e il profondo legame con il territorio di Paolo Poli

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La premiazione La premiazione © nc
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24 giugno, San Giovanni. Firenze celebra il suo Patrono e, come da tradizione, consegna il Fiorino d’Oro, la massima onorificenza cittadina, a personalità che hanno lasciato un segno nella comunità. Tra i nomi premiati quest’anno, c’è Paolo Poli, Amministratore Delegato e Direttore dell’Autodromo Internazionale del Mugello.

La cerimonia si è tenuta nella solenne Sala d’Armi di Palazzo Vecchio, alla presenza della sindaca Sara Funaro e di volti noti del mondo della cultura e dello sport. Ma stavolta, almeno per chi come noi segue da anni con attenzione e rispetto la storia di questo territorio, la notizia aveva un sapore particolare.

OKMugello aveva già anticipato, con orgoglio, la notizia del conferimento a Poli. Perché questo premio non arriva per caso, non è un simbolo vuoto, né una celebrazione retorica. È il riconoscimento a una persona che, con semplicità e determinazione, ha trasformato un luogo – l’Autodromo del Mugello – in un patrimonio condiviso, croce e delizia per chi lo vive da cittadino e da appassionato.

Una vita tra motori e territorio

Paolo Poli non è solo un manager. È prima di tutto un uomo del Mugello, un fiorentino cresciuto nella concretezza della nostra terra, che ha saputo portare avanti una visione industriale e culturale insieme, legando in modo indissolubile il Mugello alla Ferrari e al mondo del motorsport internazionale.

Poli è stato il più giovane dirigente Ferrari a guidare un autodromo. Un primato che non racconta solo un curriculum, ma una fiducia conquistata sul campo, evento dopo evento, stagione dopo stagione. Ha saputo coniugare la precisione ingegneristica alla sensibilità verso il territorio, gestendo il circuito con una consapevolezza rara: quella di chi sa di lavorare su un bene che appartiene anche alla comunità che lo circonda.

Chi lo conosce lo sa: Paolo non ama le luci della ribalta. È una persona riservata, concreta, empatica, con una straordinaria capacità di ascolto e una leadership silenziosa ma potente. Ecco perché queste righe non vogliono essere un esercizio di encomio, né un articolo celebrativo. Vogliono semplicemente rendere giustizia alla sostanza delle persone, non alla forma.

Le parole che contano

Durante la cerimonia, le parole di Poli sono state semplici e autentiche:

“Rappresentare la terra di Firenze nel mondo è un vero privilegio; questo riconoscimento non è rivolto solo a me, ma idealmente abbraccia tutta la squadra dell’Autodromo del Mugello per la qualità, capacità e passione nello svolgere con grande professionalità il lavoro in ogni singolo evento dell’anno”.

Parole che restituiscono un senso collettivo, un'idea di squadra e appartenenza. Non c’è narcisismo, non c’è autocelebrazione. C’è invece la consapevolezza di essere parte di un progetto più grande, che ogni anno coinvolge migliaia di persone, dentro e fuori il tracciato.

Oltre il premio

Credo che a Paolo Poli non vada riconosciuto solo il merito di aver fatto grande un circuito, ma anche quello di aver custodito con cura il rapporto tra impresa e territorio. Un equilibrio non semplice, specie in un'epoca in cui ogni decisione viene spesso letta come contrapposizione tra sviluppo e tutela.

Il Mugello – e lo dico da cittadino e da cronista – è un territorio pieno di contraddizioni, di bellezze e fragilità. Servono figure che non si accontentano di “gestire”, ma che scelgono di prendersene cura. Paolo Poli è una di queste.

In una terra in cui il rumore dei motori convive con il silenzio dei boschi, dove le eccellenze industriali si alternano ai borghi dimenticati, abbiamo bisogno di storie come questa. Perché ci ricordano che il futuro si costruisce anche così: con serietà, passione, e un amore discreto ma incrollabile per ciò che siamo.

Saverio Zeni,
Editore di OKMugello

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