OK!Mugello

29 giugno 1539. Eleonora di Toledo fa il suo ingresso solenne a Firenze come moglie di Cosimo I de' Medici

Le cronache raccontano Eleonora come colta, intelligente, dotata di gran gusto e determinata.

Abbonati subito
  • 183
Eleonora da Toledo Eleonora da Toledo © Agnolo Bronzino, particolare del ritratto di Eleonora di Toledo. Galleria degli Uffizi
Font +:
Stampa Commenta

I ritratti (tra cui quello famosissimo di Agnolo Bronzino, che vedete qui) ce la restituiscono come una donna dai bellissimi capelli castani e occhi intensi color nocciola.
Leonor Alvarez de Toledo y Osorio, questo il suo nome completo, era la quinta figlia del potente viceré don Pedro Alvarez de Toledo.
Nacque nel 1522 nella città paterna di Alba de Tormes.

Ancor giovanissima, si trasferì a Napoli ed è proprio nella città partenopea che furono siglati i patti matrimoniali (in originale in Arch. di Stato di Firenze, Diplomatico - Mediceo, 29 marzo 1539), che sancivano l'unione fra lei e Cosimo I de’ Medici, avvenuta quindi inizialmente per procura.
Eleonora sbarcò a Livorno dalla flotta di galere che l'avevano condotta lì da Napoli, insieme a un largo seguito della sua corte.

Il corteo nuziale si spostò poi a Pisa, dove la nobildonna incontrò il futuro sposo.
Quel Cosimo I de’ Medici nipote di Lorenzo il Magnifico, nato dal capitano di ventura Giovanni dalle Bande Nere e Maria Salviati.

Il 29 giugno 1539 era domenica e Cosimo ed Eleonora si unirono in nozze nella basilica di San Lorenzo. Ci furono grandi festeggiamenti in tutta la città per alcuni giorni.

La coppia fissò la dimora prima in quello che oggi è Palazzo Medici Riccardi e successivamente in Palazzo Vecchio, che, per l'occasione, fu ampliato e rinnovato.
Come accadde anche ad altri luoghi della città, sempre sotto impulso della Duchessa, come Palazzo Pitti, il famoso Corridoio Vasariano e lo splendido Giardino di Boboli.

Un'unione che le cronache riportano come forte e complice, coronata dalla nascita di undici figli.
Un sodalizio che non fu solo umano, ma esempio di condivisione di scelte in vari ambiti, anche strategici, dando nuovo impulso alla città dopo il lungo assedio del 1530.

Ecco che colei che, inizialmente, l'opinione pubblica non aveva approvato come sposa del Duca, essendo considerata "una barbara spagnola nemica alla patria del suo marito" (A. Marucelli da San Gallo, "Cronaca fiorentina"), divenne un punto di riferimento per la città.

Talmente tanto che ancor oggi viene considerata la "Granduchessa", anche se di fatto non lo fu mai, perché morì prima della creazione del Granducato di Toscana.

Eleonora portò a Firenze uno spirito innovatore, moderno, acuto e stimolante, che animò il ruolo di primo piano che la dama assunse nella vita sociale, culturale e politica del tempo.

(Immagine: Agnolo Bronzino, Ritratto di Eleonora di Toledo col figlio Giovanni, 1545, Galleria degli Uffizi, Firenze, particolare).

Lascia un commento
stai rispondendo a