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Mostro Firenze. 'Nel 1985 ci aggredì un uomo simile all'identikit di Vicchio, con un coltello. Fu messo in fuga da un'auto'

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Mostro Firenze. 'Nel 1985 ci aggredì un uomo simile all'identikit di Vicchio, con un coltello. Fu messo in fuga da un'auto' Mostro Firenze. 'Nel 1985 ci aggredì un uomo simile all'identikit di Vicchio, con un coltello. Fu messo in fuga da un'auto'
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Un salto indietro nel tempo di 36 anni, precisamente all'estate del 1985 in Via di Scopeti, a poche centinaia di metri dalla piazzola del duplice omicidio dei francesi. Un fine settimana precedente al delitto, il sig. Franco (nome di fantasia) era appartato con la sua fidanzata di allora in una radura dei boschi limitrofa alla piazzola del delitto.

Oggi racconta : "Era pomeriggio, faceva molto caldo e ci stavamo riposando, quando udimmo un rumore di foglie secche ed arbusti che si spostavano. Era un uomo alto con un coltello scuro in mano che si avvicinava repentinamente, come in preda ad un raptus. L'uomo, lo ricordo benissimo, era corpulento, dalla carnagione rosea, sui 45/50 anni. Non era un "guardone".

Franco continua nel racconto :

Ci spostammo senza fare rumore, lui ci vide e voleva aggredirci. Riparammo immediatamente nella nostra auto, ma lui si buttò sopra la stessa. Vidi perfettamente un coltello scuro che teneva nella mano sinistra. Eravamo molto vicini alla strada e improvvisamente passò un'auto con una persona a bordo che vide la scena. Immediatamente l'uomo cambiò atteggiamento e lentamente si allontanò verso una vespa di colore blu scuro che aveva parcheggiato ad una cinquantina di metri." Dopo l'episodio, i ragazzi molto spaventati si allontanarono in auto.

Giorni dopo i ragazzi seppero dalla tv del duplice omicidio di Scopeti e avvisarono subito la stazione più vicina dei Carabinieri. Furono verbalizzati e venne fatto anche un identikit dell'aggressore.

"Mi fecero vedere - continua Franco - quell'identikit famoso fatto dopo il delitto di Calenzano del 1981. Non mi parve troppo somigliante, aveva la testa troppo tonda. Di recente, invece, ho avuto modo di vedere in una trasmissione l’identikit fatto da Bardazzi e suo padre nel 1984 del tizio dentro il bar che seguiva i ragazzi uccisi a Vicchio. L'uomo visto da me era proprio un tipo del genere, questo posso affermarlo con certezza quasi assoluta.

Ci spaventammo molto e facemmo una deposizione ai CC, ma non fummo più chiamati. Ricordo che nel 1987, nell'ambito di una trasmissione del giornalista Corrado Augias (Telefono Giallo), chiamai per raccontare di questo episodio, ma parlai con la centralinista che non mi collegò alla diretta televisiva. Chissà, forse poteva essere un elemento importante."

Franco è ancora oggi molto coinvolto emotivamente e dopo aver visto quell'identikit del 1984, sentiva il bisogno di raccontare questo episodio. Episodio che, infatti, ritrovo nelle carte di indagini del 1985, ma che non fu approfondito. Nei vari avvistamenti un soggetto con simili "fattezze" ricorre spesso in testimonianze rilasciate all'epoca dei fatti.

Franco, secondo lei poteva essere Pacciani o qualcuno dei suoi compagni di merende? "Assolutamente no, quei soggetti li ho visti tante volte in tv. Quello era una persona alta, "corpulenta" ma allo stesso tempo molto agile".

Una testimonianza che mi è parsa senza dubbio genuina e che è ancora molto vivida, nonostante gli anni trascorsi.

Un uomo dalle stesse caratteristiche fisiche, pure lui con una vespa di colore blu scuro, è esattamente cosa ritroviamo su un'altro verbale, redatto dopo la diffusione della tragica notizia del delitto. Guido (altro nome di fantasia) riferisce di aver visto questo soggetto alto, stempiato e robusto, il tardo pomeriggio di sabato 7 settembre 1985, a poche centinaia di metri dalla piazzola tristemente nota. L'uomo uscì dal bosco e si diresse verso la propria vespa, di colore blu scuro come già detto. Il testimone osservandolo ipotizzò che questa persona aveva un'anomalia al braccio sinistro, perché non riusciva a distenderlo correttamente sul manubrio del ciclomotore. Anche a Guido venne mostrato un identikit che lui ritenne molto somigliante, ad eccezione di alcuni particolari sulla lunghezza dei capelli sulla nuca e la presenza di una barba incolta.

 

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Commenti 4
  • uomovolante

    Sig.Cochi Cé anche un’altra testimonianza dove si dice che quel pazzo se ne andò poi con una vespa dello stesso colore. Se non la ricorda mi scriva a [email protected]

    rispondi a uomovolante
    dom 23 maggio 2021 09:20
  • Effe Elle

    : sarà stato uno dei milioni di guardoni che esistono. il mostro di firenze prima spara, poi tira fuori il coltello. oltretutto 1974 no asportazioni organi, no mentalità seriale da asportazione organi obbligatoria, no mandanti poi, di conseguenza no compagni di merende poi. è lui che fa ciò, è lui che dice ciò :

    rispondi a Effe Elle
    sab 22 maggio 2021 05:15
  • Marcone

    "uno dei milioni di guardoni che esistono" non si lanciano all'inseguimento e si buttano sopra l'automobile in cui la "coppia spiata" si rifugia spaventata. I guarodni non fanno così e non girano con un coltello in mano. Hanno torce per il buio, registratori, telecamere, macchine fotografiche, tutto ciò che vuoi, ma non coltelli! Sono guardoni, non aggressori! Il loro scopo è l'esatto opposto di spaventare le coppiette: loro vogliono guardarle, spiarle mentre compiono atti sessuali, non spaventarle e men che meno aggredirle. Quindi o la deposizione è frutto di un mitomane, è falsa, oppure se è vera tutto si può dire ma SICURAMENTE non si trattava di un guardone. Poi si può obiettare che era un aggressore ma non QUELLO a cui pensiamo noi, IL mostro di Firenze.

    rispondi a Marcone
    mer 22 dicembre 2021 12:04
  • GT

    Ciao effe elle, io so a chi ti riferisci, leggo spesso i tuoi commenti sul Mostro di Firenze, anche io la penso come te, condividiamo la stessa ipotesi. Scrivimi se ti fa piacere: [email protected]

    rispondi a GT
    mar 15 giugno 2021 07:37