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Storie mugellane. Il secolare olmo di San Quirico a Uliveta

Una storia raccontata da Aldo Giovannini

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Quando 30 anni orsono, forse più, lo scrittore giornalista Giorgio Batini, autore di tanti libri di storia, di arte e di folclore sulla Toscana, ci chiese un aiuto per trovare e ricordare i secolari alberi della “fede” nel Mugello, lo facemmo con molto entusiasmo, e in questo settore di quante cose venimmo a conoscenza! Dunque in questi giorni, nei quali i ricordi sugli alberi secolari si sono sprecati, ognuno nel suo specifico settore, ecco altra piccola-grande storia: il secolare Olmo di San Quirico ad Uliveta.

La data ci riporta al giugno del 1542, quando tutto il Mugello venne colpito da un tremendo terremoto, causando centinaia e centinaia di morti e danni gravissimi, come si legge nel diario manoscritto di Padre Sebastiano Vongeschi, che mentre da Pitigliano nel pistoiese si portava a Faenza, si trovò nel mezzo a questa sciagura, che descrisse in modo esaustivo. Uno dei momenti più salienti fu quando un affresco della “Madonna col Bambino” di Filippino Lippi, posto all’ingresso di Scarperia, così scrive un contemporaneo: “l’era di fora una figura con uno bambino che dava la puppa…… adesso el figliolo li è cascato di braza e stagli sulle gambe….”.

Ricordato questo episodio rimasto nell’immaginario collettivo osservando l’Oratorio detto della “Madonna de Tremoti”, la storia ci porta davanti ad una piccola e deliziosa chiesetta, San Quirico a Uliveta, ubicata su una collinetta dopo l’abitato di Sagginale verso Vicchio di Mugello. Sempre da un contemporaneo si legge che “nel 1542 i parrocchiani dell’antichissima chiesa di San Quirico a Uliveta, di patronato degli Ubaldini da Uliveta (in cima alla collina esistono ancora l’antichissime mura del loro castello), per ringraziare il Signore di aver salvato le loro vite e i loro beni dal disastroso movimento tellurico che aveva provocato morti e distruzioni in tutti il Mugello, piantarono un Olmo davanti al sacro edificio”.

Circa 30 anni orsono, quando andammo a fotografarlo, rispondendo ad una richiesta dell’amico Giorgio Batini, per un suo libro, come sopra citato, l’Olmo era morto da un pezzo, ma vicino alla grandiosa e contorta ceppaia, che sembra una scultura, è scaturito un germoglio che ha già raggiunto la dimensione di un albero. L’immagine dell’avv. Giuseppe Ungania, che pubblichiamo a corredo, datata primi del ‘900 (1906 ca.) è davvero splendida; si notano il vecchio pievano don Giuseppe Ciulli, secondo da sinistra, il cappellano don Pietro Bertelli, primo a destra ed alcuni abitanti di San Quirico. Tutti a riposare sotto il maestoso e solare Olmo.

Sono diversi anni che non andiamo più a San Quirico; la chiesa è ormai abbandonata (il piccolo cimitero è ancora in essere), chissà se ancora ci sono la ceppaia e il nuovo alberello nato sotto le sue radici. Nel nostro Mugello ci sono altri alberi che si portano sulle spalle tanta storia e tanta religiosità cristiana. Se ne avremo voglia scriveremo ancora.
Aldo Giovannini

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