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Chiuse dal Dpcm, ma non possono accedere ai 'ristori'. Lo strano caso del centro pilates e shiatsu

Storie e paradossi mugellani...

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Chiuse dal Dpcm, ma non possono accedere ai 'ristori'. Lo strano caso del centro pilates e shiatsu Chiuse dal Dpcm, ma non possono accedere ai 'ristori'. Lo strano caso del centro pilates e shiatsu
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Ancora una lettera in redazione: Gentili Signori, vogliamo sottoporre alla vostra attenzione la nostra situazione veramente paradossale.

Vi racconto brevemente la nostra storia per farvi comprendere meglio la situazione in cui ci troviamo. Siamo Chiara e Laura, ci occupiamo di benessere da oltre 10 anni e Il 19 ottobre 2019 abbiamo inaugurato il nostro spazio olistico a Borgo San Lorenzo, in Mugello, provincia di Firenze. Nel nostro studio svolgiamo principalmente 2 attività: il metodo pilates con e senza i grandi attrezzi e i trattamenti shiatsu (disciplina a mediazione corporea di origine giapponese).

Abbiamo creato un luogo dedicato totalmente al benessere corpo-mente, che non solo non è una palestra, ma non ci assomiglia neanche lontanamente, per spazi, ambienti, stile e filosofia di lavoro, ci dedichiamo BENE a poche persone alla volta, un piccolo-grande progetto di due professioniste che vogliono aiutare le persone a stare bene e che hanno investito in questo ideale.

E’ doveroso specificare prima di proseguire, che entrambe le discipline pur di sostegno alla salute e al benessere, non sono riconosciute ufficialmente: il pilates è un’attività non riconosciuta dal CONI (invece le corse con i sacchi si), mentre lo shiatsu (che si basa sugli stessi fondamenti dell’agopuntura) è solamente regolamentata dalla Legge 04.2013, quindi il nostro mestiere ufficialmente non esiste, nonostante diversi anni di formazione e continui aggiornamenti, tant’è che non abbiamo un codice ateco specifico.

Proseguendo con la storia, per nostri valori personali ed etica professionale abbiamo scelto di costituire una società di persone, al posto di un’associazione sportiva (che non ha finalità di lucro) e svolgendo un'attività mista fra motoria e benessere, ci è stato assegnato il codice ateco dei servizi alla persona.

Veniamo al punto: primo lockdown dopo 4 mesi dall’apertura, direte “sfiga”, si ci può stare…chiuse 3 mesi e riapriamo a giugno, quando notoriamente le persone iniziano a rallentare l’attività al chiuso. Nonostante tutto, i nostri clienti hanno superato la paura e sono tornati, nel rispetto dei protocolli di sicurezza. Abbiamo tenuto aperto tutta l’estate principalmente per recuperare gli abbonamenti attivi in fase di lockdown (3 mesi di lavoro).

Si riparte fiduciose ed ecco che 24 ottobre il governo impone un secondo lockdown alle palestre e ai centri benessere, mentre i servizi alla persona, che definiscono però solo in parrucchieri ed estetisti, possono proseguire. Bene, noi non siamo una palestra e non siamo un centro benessere, abbiamo il codice ateco di servizi alla persona, quindi possiamo lavorare, oltretutto le estetiste fanno anche massaggi, simili, solo per la distanza ravvicinata, ai trattamenti shiatsu…

Sbagliato! Nelle F.A.Q. del dipartimento per lo sport viene specificato che sono vietate tutte le attività motorie e sportive al chiuso e quelle dei centri benessere a parte quelle svolte da e con presidi medici, senza alcun riferimento ai codici di categoria, ponendo quindi l’attenzione solo all’attività (che poi di numeri che dimostrino che in questi luoghi avvengano i maggiori contagi non ne abbiamo visti). Quindi? Sfiga doppia, si chiude la seconda volta.

Aspettiamo i contributi del decreto ristoro, ci rassicura un po' il commercialista dicendoci che dovrebbero essere un po’ più alti dei precedenti 600 Euro a testa per 2 mesi (a fronte dei 960 euro a testa di inps ogni 3 mesi, dei quali solo la rata di maggio è stata fatta slittare a settembre), ed ecco il colpo di scena! I contributi vengono attribuiti per codice ateco e ovviamente quello dei servizi alla persona (nello specifico estetisti e parrucchieri e..NOI) non è presente, e quindi oltre a non poter lavorare non ci spetta neanche un euro, oltre al danno, pure la beffa!

Abbiamo parlato con il Comune di Borgo, con le forze dell’ordine e con il Prefetto, senza risultato e ricevendo risposte inutili e discordanti.

Ora ditemi voi, se in qualche modo ci potete aiutare, perché noi sinceramente non sappiamo proprio più cosa fare, per poter lavorare, onestamente in questo paese.
Chiara & Laura

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Commenti 2
  • Alessandro

    Carissime Chiara e Laura, parto dalla fine della vostra lettera. Lavorare onestamente...? Probabilmente ,anzi direi con estrema certezza, avete sbagliato nazione. Qui l'onestà, il rispetto, il senso civico, la correttezza, le regole non esistono, esiste e sopravvive solo il furbetto, l'inciucio, il furbetto di turno. Avete aperto una attività che non conoscevo, e che appena possibile mi vedrà vostro cliente. Cercate di tenere duro. Ad majora. Alessandro

    rispondi a Alessandro
    sab 31 ottobre 2020 08:19
  • DANIELE ORLANDI

    Io sono una realtà cosidetta "bottega di vicinato", il mio ateco principale è quello di minimercato non specializzato ho già ricevito a maggio i contributi a fondo perduto, fino a quì tutto ok. ma Nella mia società ci sono però altri ateco, quello di bar senza cucina, tabacchi, giochi, servizi LIS, sala da ballo discoteca ferma da marzo 2020 , il decreto ristori del 27/10/2020 guarda solo l'ateco prevalente , credo che non sia proprio giusto poiché se uno può dimostrare in modo separato le rendite dei vari ateco che possono essere ristorati, penso sarebbe giusto ristorare anche quelli.

    rispondi a DANIELE ORLANDI
    ven 30 ottobre 2020 07:09