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Gaetano Magnani. Storia di un eroe sfortunato

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Gaetano Magnani. Storia di un eroe sfortunato Gaetano Magnani. Storia di un eroe sfortunato
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di Fabrizio Scheggi - Un amico mi ha detto una volta che un po’ di pubblicità ogni tanto non guasta, e per questo motivo ricordo a tutti che nelle librerie del Mugello potete trovare il mio ultimo libro FURONO PROTAGONISTI, piccola enciclopedia di tutti i personaggi nati in Mugello che segnarono i secoli passati. E se loro segnarono la storia, voi almeno segnatevi questo libro, mi raccomando, perché è un testo che non deve mancare nella casa di chi ama la storia della nostra valle.

Tra l’altro, molte delle notizie che riporto in queste righe sono proprio tratte da quel testo. Tolto il libro… pardon.. il rospo dalla gola, uno dei protagonisti che più ha colpito la mia fantasia durante la complessa stesura è senz’altro GAETANO MAGNANI. Oggi dimenticato, Gaetano nacque nei pressi di Ronta nella villetta di famiglia posta poco sotto la chiesa di Santa Maria a Pulicciano il 16 agosto 1873 da Gerolamo, esponente di antica casata locale, e Giuseppina Dallai.

Doveva diventare prete o soldato; essendo uomo coraggioso e ottimo cavallerizzo, prevalse la seconda scelta e diventò così capitano partecipando alle battaglie in Libia. Conseguì onori e fama per il suo ardore, tanto che Il Messaggero del Mugello ne riportava orgoglioso le gesta; per questo, quando tornava nella sua Ronta, riceveva affetti e trionfi infiniti dalla popolazione. Nella Grande Guerra fu protagonista in Albania e poi in Valsugana. Aiutante di Campo della Brigata Venezia, diventò Maggiore al comando di un battaglione. Nel giugno 1916 gli austriaci tentarono lo sfondamento sulle alture del monte Rasta proprio dove stava lui. Davvero sfortunato il nostro eroe; comunque sia, con i suoi uomini per due volte respinse alla baionetta un battaglione nemico, per due volte fu ferito dai proiettili austriaci, prima a una mano e poi in maniera grave. Catturato, da allora (era il 27 giugno) si persero le tracce, almeno fino a un suo telegramma ai fratelli un mese dopo dove si diceva guarito e prigioniero nel campo di concentramento a Erustadt (Austria).

Pochi giorni dopo lo sfortunato Gaetano fu internato nella terribile Mauthausen dove passò venti lunghi mesi in prigionia finché, stanco e malato, fu inserito in uno scambio di prigionieri. Un colpo di fortuna? Nemmeno per sogno perché il 16 aprile 1918, appena lasciato il campo, se ne persero di nuovo le tracce e il mistero sulla scomparsa è rimasto tale fino a oggi. Alcuni dicono che Magnani s’impossessò nel comando austriaco di documenti compromettenti sul trattamento dei prigionieri tentando poi di rientrare con quelli in Italia. Individuato quattro giorni dopo al confine nella stazione di Dorbinir venne catturato dagli austriaci, messo in un auto e fatto scomparire.

Il Comando austriaco scrisse che Magnani era morto suicida, ma venne quasi sicuramente ucciso durante un tentativo di fuga. Nel cimitero militare di Innsbruck c’è una lapide a suo nome ma non i resti mortali. Per Gaetano lo sfortunato non ci fu pace nemmeno dopo la morte. Però almeno in Mugello ci siamo ricordati; c’e un monumento sotto Pulicciano nel semi abbandonato Parco della Rimembranza…

Vado per omaggiare l‘eroe e mi fermo lì nel silenzio dei cipressi. Piccoli cippi di marmo ricordano da cent’anni i caduti ma quello del maggiore Magnani è scomparso nel nulla proprio come lui! Ci risiamo, ancora sfortunato, e non poteva essere altrimenti! Un po’ amareggiato, girovago nel campo incolto sottostante, ed è lì che invece ho io un colpo di fortuna. Dopo una trentina di metri inciampo in quella che penso sia una pietra e che mi accorgo invece essere PROPRIO la piccola targa in marmo di Gaetano Magnani semisepolta nell’erbaccia! Ho pensato di portarla via perché non vada perduta, ma è ovviamente a disposizione di chiunque mi garantirà la ricollocazione al suo legittimo posto in rispetto alla memoria di questo mugellano tanto coraggioso quanto sfortunato.


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