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Un piccolo cippo per una tragica storia mugellana

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La giornata era bellissima, domenica scorsa 5 luglio 2020, quando con alcuni amici siamo andati a passeggiare nei campi della Gracchia a Piazzano, lungo il corso dell’Ensa, che giunge fresco e pulito dai contrafforti appenninici del Passo della Colla. In un campo con l’erba tagliata a puntino la visione di un piccolo cippo in pietra è più nitida, ricordandoci una tragica storia avvenuta il 10 maggio del 1923.

In quel luogo tanti anni orsono c’erano due campi per il gioco delle bocce e quel giovedi 10 maggio festività dell’Ascensione, insieme ad un gruppetto di giocatori, erano presenti anche tre ragazzini del luogo che seguivano il gioco delle bocce di quei popolani. La giornata era bella, ma improvvisamente verso le ore 14, si scatenò un violento temporale con tuoni e fulmini; la gente scappò a ripararsi mentre i tre ragazzini si misero sotto un grosso albero, quando un fulmine si scaricò contro l’albero colpendo in pieno il giovane Attilio Tarchi che abitava nelle vicinanze (aveva 15 anni) che morì immediatamente, mentre gli altri due ragazzini Grossi e Paladini, rimasero illesi.

La famiglia di Attilio volle che in quel luogo venisse eretto questo cippo in suo ricordo. Sono passati tanti anni, le famiglie si sono disperse nel tempo, il cippo era stato abbandonato, anche se curato dalla famiglia Grifoni proprietari di quei terreni. Ultimamente è stato un po' restaurato da un suo lontano congiunto, che guarda caso si chiama anch’esso Attilio Tarchi, e lo scorso 10 maggio un mazzetto di fiori bianchi è stato posto ai piedi del Cippo. Sono passati quasi 100 anni ed è umanamente bello, in un mondo arido e pieno di odio, osservare che il ricordo di quel lontano giovedì 10 maggio del 1923, non è del tutto dimenticato.


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