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Furono protagonisti: Il mistero di Vespignano

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Facendo parte dell’Associazione che gestisce il Museo Casa di Giotto ho avuto spesso occasione di trovarmi a Vespignano di fronte alla bella villa Cateni-Cipriani. Sapevo che l’elegante struttura aveva ospitato in tempo di guerra prima un comando tedesco e poi quello alleato. A suo tempo fui informato anche della presenza nella limonaia adiacente di alcuni disegni, una specie di murales di altri tempi; infatti, si sapeva che erano stati “schizzati” nel 1944 durante il passaggio del fronte bellico e nient’altro.

Nessuno conosceva le loro dimensioni, cosa ritraessero o magari con che tecnica fossero stati eseguiti. Finalmente, essendo artisti assai curiosi, riuscimmo a ottenere dai proprietari il permesso di entrare per vederli e fotografarli. La limonaia a dire il vero si presentava abbastanza fatiscente, con enormi vasi di limoni, cocci, pezzi di recinzioni, attrezzi di ogni tipo sparsi dappertutto. Le pareti presentavano evidenti crepe e ampie perdite d’intonaco.

I murales, invece, apparivano miracolosamente intatti. Sulla parete di destra dall’entrata spuntavano due caricature a mezzo busto di ufficiali, mentre a sinistra troneggiava una figura femminile elegantemente vestita ammirata da due giovanotti. Disegni eseguiti con una tinta blu, finissimi a dire il vero nonostante la scarsa validità del materiale usato e la precarietà del supporto. Si pensava allo scherzo di un militare di passaggio, ma la spiegazione a dire il vero non mi convinceva, c’era qualcosa di strano e di stonato là dentro, di misterioso.

Siccome sono un tipo testardo, a forza di cercare credo di aver svelato il mistero che condivido qui con i lettori, perché la verità si è dimostrata molto più suggestiva di qualsiasi fantasia. Dovete sapere cari amici che un personaggio straordinario passò proprio in quei mesi da Vespignano e soggiornò per alcune settimane a Villa Cateni.

Il suo nome era George Campbell Tinning e non era un tipo qualsiasi, ma un grande disegnatore canadese il quale aveva studiato a lungo Giotto e che proprio sul Colle di Vespignano, in un momento così tragico per la Storia, volle lasciare un “segno” distintivo. Tinning era pure un war artist, in altre parole un artista incaricato ufficialmente di documentare con disegni e schizzi le manovre sui territori di guerra che attraversava con la sua brigata corazzata.

A conferma di ciò posso citare la presenza a tutt’oggi nel prestigioso Canadian War Museum a Ottawa di alcuni acquerelli realizzati in guerra da Tinning e raffiguranti un paese con scenario surreale, pieno di mezzi militari. Sotto, è affissa una semplice didascalia: Ronta, Italy, dicembre 1944.

Per i più curiosi, lascio alla lettura del mio libro scoprire tutti gli indizi che mi hanno condotto alla certezza della sua mano nella realizzazione dei murales di Vespignano; il periodo coincidente della sua presenza sul colle, la natura dei disegni, il ruolo non comune da lui ricoperto, una mano artistica inconfondibile come una firma (specie se confrontata con altre sue opere) e, non ultima, la nazionalità dell’autore (e, infatti, intorno ai disegni ci sono le scritte Canada e alcune foglie d’acero, simbolo della bandiera di quel paese).

Insomma, tutto combacia alla perfezione; mi dispiace solo che Campbell Tinning sia scomparso nel 1996 e non possa confermare tutta la storia. Lo avrei abbracciato e ringraziato volentieri di questo regalo. Così, il “mistero di Vespignano” è finalmente svelato, siamo alla presenza di una testimonianza storica e artistica davvero preziosa per il Mugello che merita di essere conservata e preservata; un’altra perla d’arte e di storia, nata in un momento così difficile per l’uomo e custodita nello scrigno, ormai mitico, di quell’ameno colle che fu tanto caro a Giotto.


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