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"Tranquillo il passato sarà migliore". Andrea Brocchi ci porta a Teatro

Una bella lettera che ci invita a immaginare di essere a teatro

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"Tranquillo il passato sarà migliore". Andrea Brocchi ci porta a Teatro "Tranquillo il passato sarà migliore". Andrea Brocchi ci porta a Teatro
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Prima che questo drammatico periodo avesse inizio ho avuto la fortuna d'incontrare una regista teatrale che non vedevo da molti anni. Un caldo focolare in campagna ha fatto da cornice ai ricordi e a piacevoli aneddoti del passato. Gioie ma anche errori e dispiaceri. E parlando di quel passato lei, guardandomi mi ha detto “tranquillo, il passato sarà migliore”

Il Teatro, dal greco “theatron” che significa “spettacolo” e dal verbo “theaomai” che significa “vedo”, sin dai tempi di Aristotele è sempre stato un modo per mettere in pausa il mondo e chiedergli due ore di piacevole attenzione.
Analogamente ma in modo non altrettanto piacevole, siamo obbligati a vivere adesso, una prolungata pausa dal mondo.
Siamo costretti in una bolla dove il tempo e lo spazio sembrano essersi fermati. Un vetro sottilissimo e trasparente ci separa dal nostro passato. Un vetro scuro invece ci rende per ora impossibile lo sguardo verso il futuro. E allora osserviamolo questo nostro passato, mettiamoci comodi, come fossimo a Teatro.

Cogliamo l'occasione di rivedere quanto di buono abbiamo fatto ma soprattutto proviamo a fare autocritica.
Guardo attraverso quello strato trasparente e vedo un bambino di 6 anni che a Natale saliva sulla sedia e si improvvisava attore imitando Fantozzi davanti alla famiglia. Che bello il sorriso del babbo che lo guardava pieno di orgoglio. E' per quel tipo di sorrisi che si fa Teatro. Non per stupido esibizionismo. Si fa per quella luce negli occhi del pubblico.

E così, suscitarla, per quel bimbo era quasi una missione: in estate lo faceva improvvisando scenette tra le piazzole delle tende e delle roulotte attirando l'attenzione dei campeggiatori vicini. Già quei tempi anche gli operai potevano permettersi di riempire le autostrade con le roulotte e starsene in vacanza durante tutto il mese di Agosto.

Quel bambino diventò un ragazzetto, ha iniziato a fare calcio nel San Piero e il suo allenatore, fatto curioso, divenne anche il suo primo vero regista Teatrale. Da lui imparò a superare la paura del palco lanciandosi ad occhi chiusi, come di fronte a quel pallone che gli permise di segnare il suo primo gol e di correre poi verso il babbo esultando: ancora quel sorriso, quella luce sul volto. Il ragazzetto divenne ragazzo, poi adulto. E ormai ha conosciuto molte gioie, molti dolori. L'amore. La fine dell'amore. Vittorie, sconfitte. Quante commedie teatrali, quanti sorrisi.

Alcune cose sono migliorate ma qualcosa è sicuramente andato storto. Alcuni sorrisi come quello del babbo non esistono più. Alcune persone si sono perse per la strada. Nel lavoro esistono pochi diritti. Siamo tutti più poveri. L'aria che si respira non è la stessa che respirava quel bambino nelle notti d'estate in campeggio.

E allora se non possiamo fare a meno di questa Quarantena proviamo a immaginare di essere a Teatro: si fa buio in sala, ma è solo per veicolare meglio la luce verso il palco. Respiriamo. Riflettiamo. Miglioriamo. Proviamo a riaccendere la luce sui volti di alcune vite che in mezzo al caos del grande pubblico si sono smarrite. E allora forse, davvero, citando la mia regista “il passato sarà migliore “.

Andrea Brocchi


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