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"Pacciani, non era lui il mostro" le rivelazioni di Suor Elisabetta

Il Mostro di Firenze

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"Pacciani, non era lui il mostro" le rivelazioni di Suor Elisabetta "Pacciani, non era lui il mostro" le rivelazioni di Suor Elisabetta
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Anna Maria Mazzari fino al 2004 era suor Elisabetta, nonché’ assistente spirituale di Pietro Pacciani durante i processi degli anni novanta.

Recentemente ha raccontato al quotidiano La Nazione la sua esperienza al fianco del contadino di Mercatale, all’epoca accusato di essere l’autore dei delitti del cosiddetto mostro di Firenze, aggiungendo particolari inediti. Uno in particolare riveste un carattere d'interesse e che ho ritenuto approfondire.

Anna Maria Mazzari non è piu’ suora dal 2004, dopo una sua decisione personale ed oggi si dedica a tutt’altro, ma racconta con dolore e rammarico quel periodo vissuto con emozione, estrema sincerita’ e rispetto verso colui che era considerato il mostro di Firenze, poi morto nel 1998 in attesa di un nuovo processo.

Anche in una recente trasmissione radiofonica, l’ex suora sviscera tutto il suo rammarico su come gli investigatori dell’epoca considerarono la sua presenza accanto al detenuto, e in particolar modo alla gestione dei soldi di Pacciani, che le erano stati affidati quando egli era in carcere.

Erano buoni fruttiferi postali al portatore e libretti, il cui valore era nettamente inferiore a quanto è stato scritto”, ribadisce oggi.
Argomento che ho sviluppato ampiamente e documentalmente nella nuova edizione del mio libro “Al di la’ di ogni ragionevole dubbio – il mostro di Firenze”, edito dal febbraio prossimo. Libro riscritto interamente da me e senza la sterile e poco significativa, oltre che controproducente, presenza di altro improbabile esperto del caso.

Ma tornando alle dichiarazioni dell’allora Suor Elisabetta, balza agli occhi una sua che potrebbe essere interessante in ottica delle nuove investigazioni:

Un detenuto mi fece un nome preciso. Erano gli anni novanta. Una persona mi disse, che riteneva di sapere chi fosse il responsabile. Allora non gli ho nemmeno tanto creduto, mi è tornato in mente adesso che sta venendo fuori questo Vigilanti. Mi disse che questa persona frequentava un bar in piazza Mercatale a Prato, che aveva tanti proiettili calibro 22 e che sparava in delle esercitazioni alle quali partecipava anche la persona che mi fece queste rivelazioni». nota LA NAZIONE del 14.9.2018

Ma facciamo un passo indietro, precisamente al 22 dicembre 1982 un detenuto tale D.C. dichiarò a verbale ai CC Legione Operativa di Firenze che:

tempo addietro, mentre ero a tavola a mangiare, parlai del mostro di Firenze ad altri detenuti, asserendo che il VINCI Francesco, detenuto presso la Casa Circondariale di Firenze, non c’entrava nulla in quella faccenda e che il vero colpevole era libero. Dissi che tale mostro si identificava in un certo “CARLO” di Prato e, che la pistola da lui usata, piu’ precisamente una calibro 22 Beretta, era mia e mancava la molla del caricatore“ ...non solo, nella sit si legge che a gennaio 1982 aveva rilasciato dichiarazioni alla PG che lo stava trasportando ad un Processo alludendo ad un qualcosa che sarebbe successo a giugno 1982 e che “a partire dal mese di maggio del 1983, tutti i sabati e le domeniche sono buoni per un altro duplice omicidio”...

Sara’ forse è questo il detenuto a cui fa riferimento Anna Maria Mazzari?

Se così fosse il “CARLO” del 1982 diventerebbe, sulla base alle dichiarazioni attuali di Suor Elisabetta, un ex legionario addestratore in Calvana come lei stessa riferisce in una trasmissione radiofonica trasmessa il 27.12.2019 dove la Mazzar dice:

“quest’uomo aveva chiesto di venire a colloquio con me, perche’ mi voleva dire del suo vissuto di persona amante del fascismo,e che andava alla Calvana, questa montagna, vicino a Prato a fare delle esercitazioni per sparare e queste esercitazioni le faceva sotto la guida di quel signore che ultimamente è stato indagato… quello della Legione straniera… Era lui che dirigeva questi ragazzi…. Avevano… le dico quello che mi ricordo…avevano sotterrato le divise fasciste ed in queste circostanze, quando andavano a sparare se le indossavano e usavano questa pistola Beretta 22” ed ancora “io l’ho ascoltato, ma siccome lo vedevo cosi’ fanatico era sempre vestito di nero, questo giovane, sono stata molto dubbiosa, non ho creduto che fosse questo signore a fare questi delitti (Vigilanti), perché vedevo lui cosi’ fortemente legato a questo ideale fascista ed io non l’ho creduto”

A conferma della situazione descritta circa le armi, ho trovato un articolo della nazione del 1970 a cui si fa riferimento quantomeno alla località della Calvana ed alla situazione descritta da “CARLO” a Suor Elisabetta.

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Commenti 9
  • Daniele Baldoni

    Mah....Dopo tutti questi anni, tutti quei morti ed in presenza dei primi delitti seriali d'Italia ancora chiacchiere e presunte verità non accertabili che ogni tanto emergono e allo stesso modo ricadono nell' oblio. Anche questa specie di suora è una figura molto ambigua. L'unica verità è che non è stata mai fatta una indagine seria, forse perché non si vuole toccare i responsabili. Dico questo fatta salva la qualità del lavoro di Cochi.

    rispondi a Daniele Baldoni
    mar 7 gennaio 2020 05:46
  • Luca mussi

    Seguo sempre. Ottima rubrica

    rispondi a Luca mussi
    dom 5 gennaio 2020 10:26
  • Luca

    Luca mussi

    rispondi a Luca
    dom 5 gennaio 2020 10:25
  • Emiliano

    Ottimo Paolo Cochi. Uno dei più bravi conoscitori del caso. Il verbale del detenuto è un fatto molto interessante. Attendiamo il nuovo libro!!

    rispondi a Emiliano
    dom 5 gennaio 2020 10:21
  • Gilda Pieri

    Con le nuove tecniche basta riesumare le vittime o rianalizzare i reperti di ognuno e fare l’esame del dna. Ci deve essere in ognuno lo stesso dna. Ma la vogliono veramente la verità? O la si nasconde per difendersi dallo scandalo di aver messo dentro un innocente?

    rispondi a Gilda Pieri
    dom 5 gennaio 2020 09:49
  • Antonella Corsini

    Ci regalate sempre delle grandi soddisfazioni. Continuate così !!!

    rispondi a Antonella Corsini
    dom 5 gennaio 2020 02:48
  • Luca Loletti

    "Recentemente ha raccontato al quotidiano La Nazione". L'articolo è del settembre 2018! Quanto pressappochismo.

    rispondi a Luca Loletti
    sab 4 gennaio 2020 09:57
  • Emiliano

    La NAZIONE non parlava del verbale del 1982 di questa persona. Leggi l'articolo prima di commentare.

    rispondi a Emiliano
    dom 5 gennaio 2020 10:23
  • Rosalia

    E quindi perche' gli inquirenti non si recano presso questa montagna a fare degli accertamentnti ?

    rispondi a Rosalia
    sab 4 gennaio 2020 04:03