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Vado a correre e torno: "Yes we can" - Iniziare a correre, da 0 a 30 minuti

Runnig & passione

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Perché il running è una disciplina sana, pulita, che ti fa stare bene nel fisico e nella mente. Mens sana in corpore sano, appunto. E devo dire che sta funzionando, perché già molti amici mi chiedono consigli e opinioni sul running, a partire da chi ha deciso di iniziare o è alle prime armi e questo articolo e’ rivolto sopratutto a loro. Correre da zero a trenta minuti di seguito, si può fare, basta seguire alcuni consigli dettati dall’esperienza di quasi quattro anni di corse, migliaia di chilometri macinati e dagli approfondimenti che ho letto nei libri e in rete; ma anche, come vedremo, dal buon senso.
Infine non resta che scaricare una tabella di allenamento da internet e via andare.

Bene, partiamo da lontano, anzi da lontanissimo, dal principio. Nel corso della propria evoluzione l’essere umano si è specializzato nella corsa sulla lunga distanza. Siamo gli unici esseri viventi che riescono a correre per ore e ore, chilometri e chilometri. Né i cavalli, né i lupi e tanto meno gli scattanti felini riescono a percorrere le distanze che riusciamo a coprire noi, neanche lontanamente. E’ un retaggio che viene dai primi uomini, che braccavano le loro prede nelle immense distese semi deserte, fino a sfiancarle, ucciderle e infine mangiarle. E stiamo parlando di decine e decine di chilometri al giorno. E’ nostra prerogativa esclusiva.

Quindi, per tornare a noi, siamo tranquillamente in grado di correre per una mezz’ora, ce l’abbiamo dentro, fa parte del nostro bagaglio genetico. E’ chiaro che ci vuole impegno e determinazione per arrivare a raggiungere questo obiettivo; perché questa fase di transizione che ci porta dal non fare niente, sbraciolati sul divano, a mettersi in strada a sbuffare è una prova importante a cui ci sottoponiamo.

Il primo consiglio che do è semplice: RESPIRARE. Uno dei problemi infatti a cui andiamo incontro durante le primissime uscite in strada è che ci dimentichiamo letteralmente di respirare. Si è troppo concentrati sulla corsa, la strada, l’etichetta della maglia che ci sfrega sul collo e intanto non respiriamo e andiamo in apnea. Risultato: siamo in affanno costante, duriamo troppa fatica e ci demoralizziamo. Quindi respirare e respirare con la BOCCA, mi raccomando.

Secondo consiglio: ANDARE PIANO. Non c’è fretta. E’ necessario abituare l’organismo a sostenere quel tipo specifico di sforzo. E’ del tutto inutile, se non addirittura deleterio, mettersi a tirare come un pazzo, col cuore in gola e le gambe che ti scoppiano per 500 metri, per poi fermarsi, piangere e infine accasciarsi sul ciglio della strada.

Terzo: GRADUALITA’. Se son 10 anni che non pratichi alcuno sport, esclusa la briscola e tre sette al circolo o lo shopping per le vie del centro, pensare di partire e correre per 30 minuti è davvero una sorta di miraggio. Tutte le tabelle che trovate su internet per iniziare a correre hanno come minimo comune denominatore quello di alternare minuti di corsa ad altri di camminata. Non è un caso e non c’è da vergognarsi. Io le prime volte facevo così e sono ancora qui…

Quarto: PERSEVERARE. Non c’è altra strada: no pain no gain. Insomma non mollate. Resistete, datevi una scadenza, tipo tre allenamenti per tre settimane. Già con una decina di uscite noterete i benefici che la corsa porta con se’. E poi molto probabilmente non potrete più farne a meno.

Adesso non resta che provare, tirar giù una tabella di allenamento - e vedere come va! Fatemi sapere, ci tengo.

Questa settimana tocca alla canzone regina di tutte le playlist rockettare che si rispettino: “Born to run” di quello straordinario settantenne del Boss. Un pezzo bellissimo, con una carica di energia esagerata; “incontrarla” mentre sei nel bel mezzo della fatica ti aiuta, la senti lì accanto, corre con te e ti prende per mano e ti trascina via. Provate!

Baci e buone corse, Enrico


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