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La facilità del crimine. Una riflessione di Loris Pinzani

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La facilità del crimine. Una riflessione di Loris Pinzani La facilità del crimine. Una riflessione di Loris Pinzani
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La facilità con cui   l'individuo commette crimini varia molto da persona a persona ed il fattore determinante potrebbe essere definito certamente equilibrio. Mediante queste caratteristiche accade che mi sono persone dotate di grande tolleranza agli eventi, mentre altre sono estremamente fragili di fronte a qualunque genere di difficoltà o sollecitazione. In ogni caso possiamo dire che vi sono certamente circostanze che  facilitano l'espressione della violenza. In qualsiasi testata sono riportate grandi quantità di fatti   caratterizzati da notevole aggressività, compiuti da persone  pacate per il resto della loro esistenza. Com'è possibile spiegare questi accadimenti? Cosa muove l'individuo nella direzione di cambiare l'espressione del proprio comportamento generalmente coerente  e trasformarlo in un atteggiamento di vita completamente diverso da quello consueto? La questione appare praticamente incomprensibile se non si considera un aspetto fondamentale, ossia la soglia di tolleranza rispetto alla depressione ed alla relativa reazione alla rabbia. Ora, generalmente le nostre reazioni sono piuttosto controllate  da una certa razionalità, tuttavia questo non accade a tutti e soprattutto non accade sempre. Dobbiamo ricordare che il nostro comportamento è suscettibile di profonde variazioni e soffre di un effetto sommatorio. Questo significa che nel tempo si sommano dentro noi le emozioni dovute ai fatti della quotidianità. Questa caratteristica fa in modo che quello che ci è accaduto in un certo periodo produca una certa emozione e quindi un certo comportamento, tuttavia le emozioni provocano stati d'animo non  isolati dovuti all'insieme degli avvenimenti che ognuno vive nel contesto di un certo periodo di vita. Dobbiamo inquadrare in questa ottica i fatti di violenza talvolta incredibile che si susseguono da parte di persone che non hanno mai dato adito a sospetti di squilibrio. Naturalmente ognuno di noi ha una soglia entro cui il suo comportamento resta sociale ed irreprensibile, oltre la quale il  perde la sua caratteristica di legittimità. La gran parte di noi non commetterebbe in nessun caso, anche se fosse superata questa soglia, un crimine a cui si sente estranea, anche se fosse superato il proprio limite. Tuttavia alcuni per fragilità intrinseca o per comunque proprie caratteristiche individuali, sono suscettibili di profonde ed aberranti variazioni quando la soglia di massima tolleranza di cui si è detto viene superata. La possibilità che questo avvenga è dovuta alla storia dell'individuo, le sue caratteristiche psicologiche strutturali e certamente anche alle sue condizioni biochimiche verosimilmente (almeno in parte) tramandate in modo genetico. Cosa faccia in modo che un uomo possa compiere atti aberranti comunque è e  (probabilmente) rimarrà un mistero. Certo, l'animo è imperscrutabile assai più delle sue azioni, anche se la gran parte sono spiegabile con le sue stesse, profonde, paure.

 

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