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Da Pistoia a Barbiana: un viaggio indimenticabile

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Da Pistoia a Barbiana: un viaggio indimenticabile Da Pistoia a Barbiana: un viaggio indimenticabile
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La motivazione che mi ha spinto ad organizzare questo viaggio d'istruzione è stata far conoscere ai nostri studenti una delle più importanti figure del XX secolo, Don Lorenzo Milani e l'esperienza della Scuola di Barbiana. Esperienza che ha segnato la Storia della Scuola Italiana e non solo.  Attraverso l'incontro di ex-allievi, che sono testimonianza della memoria viva di questo personaggio, ci siamo voluti avvicinare ad una diversa realtà.” Ecco il perché del viaggio svolto il 10 aprile 2015 da tre classi quarte appartenenti al Liceo Statale “N. Forteguerri” di Pistoia verso la meta, ormai ben nota, di Barbiana. Ad accompagnarli diversi insegnati: Laura Bonanno, Elena Dei, Carlo Micheli, Fabio Di Stefano e Romilda Saetta, docente di religione e promotrice dell’esperienza che ha portato questi 51 ragazzi per la prima volta in contatto con la straordinaria figura di Don Lorenzo Milani. Il gruppo è arrivato a destinazione verso le 10 e 30 del mattino, dopo aver camminato per quelle strade mai facili ed essere riuscito a godere dello spettacolo dei monti e dei paesaggi mugellani. Accolti, come da programma, dall’ex allievo Piero Contini, i ragazzi hanno visitato quella piccola aula dove con una manciata di scolari Lorenzo ha cambiato il modo di far scuola e di intendere il ruolo dell’insegnante: era una scuola in cui si imparava tutto con entusiasmo, che metteva al centro l'interesse e la generosità, condensati nel famoso "I care" (mi interessa, mi sta a cuore), che privilegiava e non discriminava l’alunno. Indubbiamente, quindi, un’ eterna lezione di vita, per gente di ogni età. "Attraverso questa visita, ma soprattutto grazie all'incontro e alla testimonianza di ex allievi di Don Lorenzo Milani, spero come docente di aver tramesso ai ragazzi il desiderio di approfondire la figura del Priore, di aver instillato il desiderio di leggere le sue opere, di aver fatto esperire la bellezza  dell' I care, di averli fatti meditare sul primato della coscienza. Penso che sia stato fondamentale vedere i luoghi milaniani e soprattutto conoscere chi ha vissuto e fa memoria di questa storia. Avere l'opportunità, sempre più rara, di ascoltare testimoni è davvero un privilegio. Don Lorenzo è stato una meravigliosa figura di prete e maestro, testimone della scelta preferenziale dei poveri. Ancora oggi ci insegna che la scuola può e deve essere strumento di emancipazione da qualsiasi condizione di subalternità, sia economico- sociale che esistenziale”. Questa la lunga riflessione di Romilda Saetta, indubbiamente da citare per quello che trasmette, e testimonia: la passione di una donna che non si trovava, personalmente,  a contatto diretto con Lorenzo per la prima volta, ma che, giorno dopo giorno, si è convinta che tutti debbano invece farlo, o avere la possibilità di farlo. Prima di salutare, il gruppo i viaggiatori hanno lasciato diversi pensieri - anche per scritto -  sulla tomba del priore; per poi avviarsi verso Vicchio. Una volta giunti, in paese, intorno alle 15 e 30, hanno incontrato presso la Ludoteca Nanni Banchi (ideatore del Centro Documentazione "Don Milani" e ora presidente del Centro Ricerca e Formazione Don Lorenzo Milani e Scuola di Barbiana) e Nevio Santini (ex-allievo ed esponente del Gruppo Storico della "Lettera a una Professoressa"). E’ stata, questa, un’esperienza andata a completare quella precedente, con gli importanti spunti e le riflessioni attorno al modo di far scuola e come essa debba essere percepita: tanto dagl’insegnati quanto dagli studenti. Da aggiungere, inoltre, le parole di Carlo Micheli, professore di matematica e fisica, che per la prima volta ha vissuto Barbiana: "Era la prima volta che visitavo quei luoghi. Per un obiettore di coscienza come me è stata un'esperienza unica e un'emozione fortissima. Indescrivibile. Trovarsi lì, fuori dal mondo, dove è partita una rivoluzione, fa capire che per fare l'insegnante non servono grandi attrezzature, Lim, sale computer, aule multimediali o altro; serve solo cuore e grande preparazione. Anziché portare li i ragazzi sarebbe meglio portarci docenti e ministri. La scuola sarebbe migliore". Come insegna Don Milani, però, è anche dallo studente parte il cambiamento, cioè un modo differente di pensare e dar valore alla scuola. A questo proposito il pensiero di Filippo Gai, giovane allievo di quarta liceo, partecipante al viaggio verso Barbiana insieme ai suoi compagni, è sicuramente interessante. "Le testimonianze degli ex allievi di Don Lorenzo - ha detto - mi hanno fatto riflettere sulla questione degli ultimi, degli oppressi, dei poveri, di chi non ha privilegi per nascita, a cui bisogna pensare a differenza di quelle persone che hanno a cuore solo il proprio tornaconto  personale. Come Don Milani abbiamo il dovere di farlo, di rifarci al motto I Care, che ho visto scritto in un cartello dell’aula dove si insegnava e che, come mi è stato spiegato, è il contrario del motto fascista ME NE FREGO”. Un’altra volta. Un’altra volta ancora, Don Lorenzo Milani ha ispirato gente che, da diverse parti d’Italia, è giunta a Barbiana per entrare in contatto con la realtà che lui ha costruito 50 anni fa: e che ancora vive, in pieno vigore. Perché ignorare l’insegnamento di questo scomodo ed anticonformista priore di campagna sarebbe un atto contro la coscienza individuale e collettiva di tutti. Significative le parole della professoressa Saetta: "Ancora oggi, Lorenzo, è monito per ogni insegnante, per ricordare che compito nostro è aiutare i ragazzi a diventare cittadini sovrani, assumendo come cifra l'importanza della parola, del diritto, della costituzione, della legalità, della pace, della Bellezza, del primato della coscienza". Anche i giovani - per la Saetta - debbono fare la loro parte e cercare di rispondere in maniera attiva alle sollecitazioni che un buon docente sa trasmettere, ovviamente con passione. Da questo punto di vista la scuola di Lorenzo è una scuola di tutti e per tutti, e lo sanno bene questi 51 ragazzi partiti da Pistoia e tornati a casa, senz’altro, arricchiti.

 

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