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La Marcia di Barbiana. Il viaggio verso Don Lorenzo

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La Marcia di Barbiana. Il viaggio verso Don Lorenzo La Marcia di Barbiana. Il viaggio verso Don Lorenzo
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"Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l'obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l'unico responsabile di tutto.” Se è vero che le parole possono suggestionare, animare e coinvolgere, è altrettanto vero che quelle di Don Lorenzo Milani lo hanno fatto in maniera particolare e profonda, andando a colpire le coscienze di molti, che da oltre cinquant’anni seguono le sue orme; e ne fanno un modello di vita. Quanto questo sacerdote di campagna, questo prete scomodo, abbia saputo portare una rivoluzione lo si è visto piacevolmente durante la 14° edizione della marcia di Barbiana, organizzata dal comune di Vicchio e dall’istituzione Don Milani. Marcia simbolo di una comunità che crede in un’ idea, nata tra quattro banchi di scuola ed una piccola canonica, lungo strade impervie e luoghi non facilmente accessibili. In un clima di allegria e amicizia, per oltre tre km, hanno partecipato circa 500 persone. Ogni passo della salita verso la metà da raggiungere, iniziata intorno alle 10 e 30 del mattino, non poteva non portare con sé un pensiero, forse semplice, forse ripetitivo ma che troppe volte viene dato per scontato e su cui non si insiste abbastanza: come un giovane Don Lorenzo ha fatto di una realtà completamente rurale, isolata e a tratti antiquata, il centro di una rivoluzione morale, scolastica e, se vogliamo, intellettuale? Come hanno fatto una manciata di ragazzi ed il loro maestro a darci l’ esempio per affrontare e vivere in maniera attiva ? Nell’osservare certi paesaggi, nell’entrare a contatto con questa realtà, nel respirare l’aria di campagna, nell’ammirare i monti del Mugello, progressivamente la storia di Don Milani è diventata più straordinaria e singolare. La manifestazione è stata organizzata nel migliore dei modi, cercando di mettere a proprio agio i "viaggiatori", arginare il caldo della giornata e permettere a tutti, di qualunque età, di potersi vivere a pieno l’esperienza. Molto interessante, è stato il fatto di veder partecipare gente di più tipi, e di tutte le età : anziani, uomini e donne, famiglie al completo per l’occasione, gruppi di amici, associazioni,  rappresentanze cittadine, ragazzi e curiosi.  E una volta arrivati in cima è stata ancora la semplicità del luogo ha suscitare le maggiori sensazioni. La canonica, la chiesa, il cimitero e l’aula dove i ragazzi imparavano la storia, la geografia, l’italiano, si sono rivelati posti carichi di significato. La tomba di Lorenzo, infine: un luogo sacro. Un grande quaderno raccoglie le firme di chi da tutto il mondo si spinge in visita e constatare quanti numerosi sono quelli che giungono è impressionante: Barbiana è davvero un luogo di culto e metà di viaggio privilegiata. Non passa molto tempo e, tra un panino e un buon bicchiere di vino offerto dall’organizzazione, si fa avanti il Sindaco di Vicchio, Roberto Izzo, spendendo belle parole nei confronti dei motivi per cui l’ iniziativa viene incoraggiata, sottolineando con una lettura l’importanza del valore Milaniano e riportando i saluti del presidente della Camera e del Senato, rivolti a chi ha voluto partecipare alla Marcia. Tocca poi al presidente dell’istituzione Don Milani, il professor Marco Bontempi, prendere la scena affermando: “Oppresso dalla crisi, ma anche da un’indifferenza diffusa da troppo tempo, il mondo della scuola soffre oggi non meno del mondo del lavoro. Ciò è grave, perché è attraverso la scuola che le diverse generazioni hanno la possibilità di stringere quel patto che è la condizione indispensabile di una società capace di futuro. La Scuola di Barbiana ha mostrato come la relazione tra insegnante e studente sia il vero pilastro di questo patto". L’ intervento che ha indubbiamente riscosso più successo, precedendo quello del rappresentante delle consulte dei genitori del Mugello, è stato di un ragazzo dell’istituto professionale "Chino Chini" ed il liceo "Giotto Ulivi" di Borgo San Lorenzo. Il suo discorso è stato incentrato sul fatto che, a volte, e molto spesso in verità, si commette l’errore - se così si può chiamare - di concentrarsi sulla figura esclusiva di Don Lorenzo e la sua straordinarietà, mentre quello che di grande il priore ha lasciato al mondo è il suo messaggio: essere cittadini partecipi, non abbassare la testa, avere coscienza della realtà in cui si vive, prendere l’ insegnamento non come un mero mestiere ma come una missione. Vedere la passione nelle parole e negl’occhi di un ragazzo di vent’anni  non è stata poca cosa ed è forse l’obbiettivo più grande al quale mirava Don Lorenzo. Uomo che ha dedicato la vita all’ insegnamento della vita. Uomo che non si è lasciato scoraggiare da chi voleva tappargli la bocca; da una realtà di campagna in cui c’era e come il rischio di predicare nel deserto: e che invece ha reso ancora più sincero e diretto quello che voleva dirci. Un uomo che, forse, non voleva essere ricordato, ma far capire che si è parte di un tutto dove, ognuno, ha un peso: rilevante e specifico. Dove si ha il diritto ed il dovere di affermare "I care". La marcia di Barbiana è un invito a scoprire da vicino questi valori e i magnifici luoghi in cui sono nati. Un invito a non accontentarsi, a non girarsi dall’altra parte e cercare di migliorare la società in cui viviamo, in tutti i suoi aspetti. Perché  - com'è stato ricordato -"a che serve avere le mani pulite…se poi si tengono intasca?"

 

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