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Il gin che sta conquistando il mondo grazie al Mugello

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Ginepraio Ginepraio © n.c
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Siamo nell'epoca del rinascimento del Gin. Quello che un tempo era un liquore bistrattato e considerato buono soltanto per essere usato nei cocktail è oggi cercato, creato e amato da tutti. I distillatori fanno a gara per trovare le botaniche e l'alchimia perfetta e i prodotti “creativi” e innovativi che fanno innamorare i guru della mixology fioccano. Anche i giovani manager Enzo Brini e Fabio Mascaretti hanno voluto entrare nel mondo del Gin, ben consci di essersi messi in un vero ginepraio. Così è nato questo 100% toscano dal nome, guarda caso, Ginepraio.

Un prodotto ricco di iperbole a leggere la presentazione. Unico a essere del tutto biologico e unico ad essere totalmente creato con materia prima originarie della nostra regione. Ma siccome queste primogeniture le abbiamo sentite vantare anche da altri ci soffermiamo sulla vera novità. Essere al cospetto di un Gin che invecchia in anfora di cocciopesto e con cui si può degustare cocktail invecchiati in anfora. Noi durante la “prima nazionale” abbiamo assaggiato il French Martini e il Negroni 1o1 oltre che assaggi lisci delle due versioni.

Torniamo però alle materie prime di questo prodotto che vuole identificarsi per tracciabilità e certificazione. La toscanità parte dal grano e finisce alle botaniche. Il ginepro proviene da Maremma, Val d'Orcia e Chianti: ma toscane sono anche la rosa canina, l'elicrisio, gli aranci e le altre.
Poi c'è il grano che spesso dimentichiamo quanto sia determinante come ingrediente. Dalla sua qualità si determina la parte alcolica e di conseguenza tutta la qualità del prodotto. Ebbene l'ottimo grano, materia prima, del Ginepraio è un grano del Mugello. Un grano che è la chiave del successo di questo prodotto dal carattere vero e deciso come i toscani.

Un London Dry Gin 100 % tutto toscano che sta conquistando i più grandi bar del mondo. Grazie a quel segreto nascosto fra le spighe del suo grano del Mugello.

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