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Un po' di storia del torrentello di San Giovanni (che è esondato l'altro giorno)

La foto di Via Brocchi allagata nel 1944, con un soldato inglese che porta sulla spalle un commilitone

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1944 - Via Brocchi allagata. Simpatica la scena di un soldato inglese che porta sulle spalle un commilitone. 1944 - Via Brocchi allagata. Simpatica la scena di un soldato inglese che porta sulle spalle un commilitone. © Foto Tassini Aldo Giovannini
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La violenta pioggia che si è abbattuta lo scorso lunedì 2 dicembre 2019 sul Mugello, quindi anche a Borgo San Lorenzo, ha riportato alla luce un piccolo torrentello (che ha fatto qualche danno essendo esondato) la cui storia è poco conosciuta, anzi quasi per nulla.

Un lettore borghigiano abitante da tanti anni a Faenza, ci chiede lumi su questo rigolo del quale (diversamente da quello de Le Cale) non aveva mai sentito parlare. Dunque ricordiamo brevemente che se il torrente Le Cale nasce a Campo Prete (sopra Striano), il piccolo torrentello detto Fosso di San Giovanni (dato che nasce a destra dell’abitato di San Giovanni Maggiore-Panicaglia) scende quasi in parallelo al fratello maggiore, infilandosi nei campi di Battiloro e giungendo in paese passando sotto le grandi arcate dei viadotti ferroviari, lambisce a destra (portiamo il discorso ai nostri giorni per meglio comprendere il luogo), l’edificio della Scuola Media “Giovanni della Casa” e a sinistra la villetta e il laboratorio delle Manifatture Chini. Ai primi dell’800, il rigolo sposava Le Cale fra l’attuale Sede della Confraternita di Misericordia (Via Giotto) e il palazzo Comunale ma, una volta spostate le Cale nell’attuale Via Marconi, il fosso di San Giovanni fu incanalato sotto il paese.

Ma anche allora quando la pioggia si faceva sentire il San Giovanni, benché piccolissimo, si ingrossava paurosamente dalle acque che scendevano dai declivi collinari nel suo piccolo alveo, esondava spesso facendo molti danni. I “vecchi” borghigiani si ricordano ancora che quando pioveva forte in Santa Lucia, in via Pananti, in Largo Lino Chini, i laboratori, le botteghe e le abitazioni al pianoterra, per paura del San Giovanni si difendevano con delle paratie in legno.

Negli anni ’80 del ‘900, l‘apertura dell’imbocco fra la scuola e le ceramiche Chini fu allargata e da quegli anni il San Giovanni è stato…buono. Lunedì scorso, invece, la violenza della pioggia intensa, forte, copiosissima che è durata quasi 4 ore, ha fatto sì che il San Giovanni esondasse, allagando il viale IV Novembre, via Trieste, via Gorizia,Via Firenze e in parte anche piazza Vittorio Veneto. I danni sono stati contenuti, ma ogni tanto questo simpatico torrentello fa sentire la sua flebile voce. Infine Via Brocchi, la strada che porta sul ponte della Sieve, essendo sotto il livello della Sieve, anche se il grande fiume non straripa, questa strada viene sempre, in parte, allegata, come appunto lunedì scorso.

Foto 1


Foto 2


(Foto Tassini – Archivio A. Giovannini)

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Commenti 1
  • Guidi Itsalo

    Come possono dormire sonni sereni quelle persone che hanno aurorizzato la trasformazione di magazzini in via Brocchi in abitazioni con la certezza che sarebbero state sommerse frequentemente. Indipendentemente dalle leggi (spesso manipolabili). Queste case sono costate decenni di anni di lavoro...con la delusione che centinaia di migliaia di euro sono finiti in fumo. L'esasperazione dei "truffati" è TROPPA . Speriamo di mantenere la ragione.

    rispondi a Guidi Itsalo
    sab 7 dicembre 2019 11:55