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Le novità emerse nel Convegno del trentennale del Centro Studi Campaniani

La “vertigine della modernità” e la “sintesi magica” in Dino Campana “europeo”

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Convegno Dino Campana Convegno Dino Campana © n.c.
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Le novità emerse nel Convegno del trentennale del Centro Studi Campaniani. La “vertigine della modernità” e la “sintesi magica” in Dino Campana “europeo” .

Si sono concluse sabato 12 ottobre le manifestazione del trentennale del Centro Studi Campaniani. In un bellissimo intenso pomeriggio, un pubblico numeroso ha assistito con vivo interesse alla presentazione del libro “Trent’anni per Dino Campana” a cura della presidente Mirna Gentilini, edito dall’associazione, a cui ha fatto seguito l’inaugurazione della mostra del pittore Edo Bianchedi. Dopo il racconto dei momenti più significativi di trent’anni di attività sintetizzati con il supporto di slide, Mirna Gentilini ha passato il coordinamento degli interventi al vice Rodolfo Ridolfi, già presidente per 15 anni dell’Associazione che, in qualità di sindaco, contribuì a fondare.

Sono intervenuti, in ordine alfabetico: Fiorenza Ceragioli, Enrico Gurioli, Massimo Scalini, Gianni Turchetta e Marcello Verdenelli, le cui relazioni scritte per l’occasione sono presenti nel volume assieme a quelle di Luigi Bonaffini e Cristhophe Mileschi, altri due componenti il Comitato Scientifico, purtroppo assenti al convegno. Tra i temi, messi maggiormente in evidenza, spiccano la modernità e la europeità di Campana, che si stacca dalla “grande poesia italiana del primo Novecento, tendenzialmente confinata in problematiche provinciali” come sostiene Mileschi, e che rimane non solo un poeta che non passa di moda, ma che si assesta “con sempre maggiore solidità fra gli autori irrinunciabili del Novecento e ormai del Terzo Millenio” scrive Turchetta. Nell’interpretazione del verso “balzano” di Campana, così lo definisce Verdenelli, frutto di un innovativo progetto poetico, non possiamo “mai prescindere dalla fitta rete dei suoi rapporti extratestuali, suscitati dalla tradizione letteraria e figurativa di tutta Europa” sottolinea Fiorenza Ceragioli.

Tra le varie esperienze culturali del poeta, Gurioli si sofferma su quella intrigante degli ambienti esoterici e letterari fiorentini, mentre Bonaffini, ricordando che la poesia di Campana nasce sull’innesto della “più viva sensibilità moderna nella linea della più pura tradizione italiana, “ ne analizza la presenza di Dante. A conclusione di questo convegno possiamo a buon diritto parlare di un Campana europeo in cui la modernità diventa “vertigine” e affermare che ì Canti Orfici sono un’opera originale, unica ed irripetibile. Lo psichiatra Massimo Scalini lo ha rimarcato, partendo dalla constatazione che nascono nella mente di un uomo creativo, dotato di un pensiero divergente, capace di giungere a quella che ha definito “sintesi magica” .

Il libro “Trent’anni per Dino Campana”, edito dal Centro Studi Campaniani - in copertina “Marradi” del pittore Enrico Visani e sul retro “Ritratto di Dino Campana” di Edo Bianchedi- è reperibile presso il Centro Studi Campaniani, Via Castelnaudary, 5, 50034 Marradi (Firenze) e può essere richiesto inviando a-mail a [email protected].

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