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Ancora sulla stele di Poggio Colla. Un nuovo contributo di Alfredo Altieri

Un articolo 'ritrovato' in redazione. Che volentieri pubblichiamo seppur con un certo ritardo

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Scavi a Poggio Colla Scavi a Poggio Colla © N.c.
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Ormai alcune settimane fa (e ci scusiamo con l'autore se l'articolo era rimasto in un cassetto virtuale della nostra redazione) è arrivato questo contributo di Alfredo Altieri sulla stele etrusca di Poggio Colla (Vicchio) che faceva seguito ai due primi articoli pubblicati (clicca qui e qui). Oggi, seppure come detto con un certo ritardo, procediamo alla sua pubblicazione per completezza di informazione. Scrive Alfredo Altieri:

 Gent.mo direttore.
Il 7 maggio è stato pubblicato sul OK Mugello un mio articolo dove chiedevo, o meglio mi ponevo cinque interrogativi sulla stele ritrovata a Poggio di Colla nel 2016, dall'equipe archeologica del prof. Gregory Walden, che erano:
La stele è a Firenze presso la Soprintendenza archeologica?
Si stanno ancora facendo lavori di consolidamento e rifinitura?
Si sta già attuando una “lettura” dei segni sopra incisi?
Si tratta veramente di un ritrovamento eccezionale?
Quanto ancora per (se possibile) la “lettura” completa?

Ho inviato con una email queste mie domande alla Sovrintendenza e un funzionario (non il professor Walden) mi ha risposto, che il professore ci sta lavorando e che a suo tempo farà una relazione scientifica, cosa, questa, che era già stata detta dal responsabile mugellano.

Il funzionario ha poi manifestato l'auspicio che, onde evitare e ingenerare nei lettori false impressioni di incuria da parte dello Stato, sarebbe preferibile raccoglier informazioni presso gli organi preposti, prima di pubblicare.

Questo mi ha sorpreso. Primo, perché io ho svolto onestamente il mio lavoro. Secondo, non credo che ponendo questi cinque quesiti io abbia accusato qualcuno, travisando fatti o peggio, istigando alla sfiducia nelle istituzioni. Di una cosa sono sicuro, però, che tanti si sono domandati a cinque anni dal ritrovamento, che fine avesse fatto la stele, ed è del tutto legittimo che qualcuno abbia posto il problema su un organo di stampa.

Aggiungo che, nel caso di un reperto di tale valore, quando saranno espletate tutte le ricognizioni, le verifiche e gli accertamenti del caso, sarebbe giusto e opportuno che il manufatto ritornasse dove è stato rinvenuto, con evidenti contraccolpi positivi che questo avrebbe a tutti i livelli.

Nel tempo, il Mugello è stato territorio di caccia e di prede artistiche innumerevoli, sarebbe auspicabile che le cose, questa volta, andassero diversamente. Sarà possibile?

Alfredo Altieri

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Commenti 1
  • Franco Natalino

    Dubbi più che leciti in considerazione di come si "navighi" in Italia in modo particolare nel settore pubblico dove sono tutti "boss" intoccabili e autonomi, tutto il contrario da ciò che dovrebbe essere. I risultati sono chiari ovunque, purtroppo, rimediarvi sempre difficile se non impossibile.

    rispondi a Franco Natalino
    lun 21 giugno 2021 07:46