Era la sera del 26 gennaio 1967 quando nella stanza 2019 dell'hotel Savoy un colpo di pistola mise fine alla vita del 28enne poeta e cantautore Luigi Tenco.
Poche ore prima aveva cantato sul palco del Salone delle Feste da dove si svolgeva il Festival di Sanremo la canzone "ciao amore ciao" in una versione doppia - come all'ora si usava - con la francese Dalida.
Una poesia in musica con un testo tutt'oggi moderno che parla del dramma dell’Italia contadina costretta a urbanizzarsi. In qualche modo Tenco aveva ripreso le stesse tematiche di Pasolini ("in un mondo di luci, sentirsi nessuno").
Il brano di Tenco non venne apprezzato dalle giurie del Festival e non fu ammesso alla serata finale, classificandosi al dodicesimo posto. Fallito anche il ripescaggio, dove fu favorita la canzone La rivoluzione.
Tenco non cantà benissimo, era turbato e sali sul palco con un farmaco e molto alcool addosso, poi si addormetò sul tavolo di un biliardo dove apprese dell'eliminazione.
Poi nella notte quello sparo e la scoperta del suo corpo ucciso con un unico colpo di pistola rinvenuto dall'amico Lucio Dalla e dalla stessa Dalida.
Un biglietto vicino al corpo fece pensare subito ad un suicidio, un biglietto dove accusava il mondo della musica, ma il mitero e i sospetti di corpi spostati, telefonate infinite e mezze verità mai dette hanno fatto pensare, e fanno pensare ancora ad altro....
A noi rimangono le poesie di Luigi. In questo articolo il filmato messo a disposizionme dalla Rai.