OK!Mugello

Forteto e le madri condannate per false testimonianze. Motivazioni citano (e riabilitano) due casi

Le motivazioni della sentenza della Corte di Appello di Genova citano due casi

Abbonati subito
  • 3478
Violenza Violenza © Pixabay
Font +:
Stampa Commenta

Aggiornamento di martedì 8 dicembre - Sono uscite le motivazioni della sentenza con la quale la Corte di Appello di Genova ha revocato la condanna per abusi a carico di A.M.S. (66enne, mugellana). Condanna che le era stata inflitta per l'accusa di aver 'venduto' la figlia di sei anni ai pedofili, che abusarono di lei (vedi articolo qui sotto). La sentenza è stata ribaltata perché al processo per gli abusi del Forteto la figlia (ormai diventata adulta) ha raccontato che era in realtà tutto falso. E che durante i primi interrogatori nei quali ha accusato la madre aveva mentito per la presenza dei 'genitori' affidatari del Forteto. Ora una nuova conferma, come riportato nelle motivazioni citate oggi da un articolo di Stefano Brogioni su La Nazione, che questi minori (fragili e spaventati) erano indotti a confessare il falso ed accusare ingiustamente i familiari al fine di recidere in maniera definitiva i contatti con loro. E si cita anche il caso di un'altra madre (F.R.) anche lei accusata dai figli ospitati al Forteto, E ora riabilitati.

Colpo di scena in una delle vicende giudiziarie legate al Forteto. La Corte di Appello di Genova ha ribaltato la sentenza che nel 1998 aveva condannato una madre a causa delle accuse e delle 'prove' portate da Fiesoli e dal Forteto. La vicenda è complessa ed è raccontata oggi (giovedì 8 ottobre) dal quotidiano La Nazione in un articolo a firma di Stefano Brogioni.

Nel 1995 la bambina, otto anni, venne tolta ai genitori dopo essere stata abusata da alcuni pedofili, e finì al Forteto. A quel punto, però, Fiesoli denunciò alle autorità era sarebbe stata la madre, per soldi, a consegnarla ai pedofili. Nel processo che ne seguì la donna (A.S. , 66 anni) venne condannata a sei anni (quattro scontati in carcere).

Ora l'avvocato Marchese, che ha chiesto e ottenuto la revisione del processo. E sarebbe emerso in pratica che durante gli infiniti 'chiarimenti' stile Forteto la bambina sarebbe stata indotta a parlare del coinvolgimento della madre. Pena botte e castighi.

Oggi, come riporta La Nazione, i giudici hanno stabilito però che quella del coinvolgimento non era la verità. Ed hanno riabilitato una madre.,

Lascia un commento
stai rispondendo a