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Scuola: oggi genitori e insegnanti protestano contro la didattica a distanza

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Scuola Scuola © Pixabay
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Da oltre tre mesi i bambini italiani non vanno in classe a causa della pandemia da Coronavirus. L'Italia è l'unico paese del mondo occidentale che non ha ripensato a un rientro nelle aule scolastiche dei giovani italiani.

Fino a settembre l'educazione dei nostri figli è demandata alla didattica online che implica un impegno costante da parte dei genitori (i quali, fortunatamente, in molti casi sono tornati a lavoro e non possono seguire giornalmente l'educazione scolastica dei figli come durante il periodo del lockdown) e degli insegnanti.

Per oggi Comitato Priorità alla Scuola invita a un’astensione massiccia dalla didattica a distanza.

Con questa astensione ribadiamo quello che diciamo da aprile: a settembre le scuole vanno riaperte, tutte, di ogni ordine e grado, per tutti, senza riduzione di orario, senza turni, senza didattica mista, senza esternalizzazioni di metà del tempo-scuola – spiegano-. Non c’è più tempo: il governo deve reperire e mettere a disposizione tutte le risorse necessarie: occorre investire in spazi adeguati e in misure di prevenzione, aumentare massicciamente il personale docente e Ata. Non può scomparire dalle priorità di governo ogni riferimento al reperimento di risorse straordinarie, mentre si propone la riduzione del tempo scuola e si lascia via libera al fai-da-te delle singole istituzioni e all’arbitrarietà dei singoli dirigenti di decidere turnazioni/alternanze e utilizzo di didattica a distanza (già dalla scuola media!). E’ inammissibile che lo Stato destini decine di miliardi alle imprese private e riservi alla scuola pubblica solamente un miliardo e mezzo in due anni. Non accetteremo niente di tutto questo“.

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