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Patronati e Caf: Acli Toscana chiede apertura per andare incontro alle fasce più deboli

Il lavoro online esclude ampie fasce di bisognosi, dobbiamo accogliere i cittadini nei patronati e nei CAF per svolgere le pratiche di accesso alle misure di sostegno disposte dal Governo. Ci dicano come fare”.

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presidente delle Acli toscane, Giacomo Martelli presidente delle Acli toscane, Giacomo Martelli © ufficio stampa
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Sono oltre 100 i Caf e i Patronati Acli che in Toscana hanno cercato di dare aiuto ai cittadini che dovevano portare avanti le pratiche richieste per poter accedere agli aiuti. Un'attività però ridotta che non ha raggiunto quelle persone, le fasce più deboli, che pur avendo maggior bisogno di altri di accedere al sostegno del reddito e alle esenzioni previsti dai decreti del Governo, non hanno dimestichezza e spesso neanche gli strumenti per operare in digitale.

"Il digital divide si fa sentire pesantemente per le categorie più deboli di cittadini, proprio quelli che avrebbero maggior bisogno di poter accedere agli strumenti di sostegno al reddito e alle esenzioni previsti dai decreti del Governo – dice il presidente delle Acli toscane, Giacomo Martelli -. I nostri uffici sono aperti ma le persone non possono venire in sede a causa delle limitazioni agli spostamenti. Abbiamo da subito offerto la possibilità di inviare online le pratiche, li abbiamo assistiti rafforzando i nostri call center, ma il divario digitale è particolarmente pesante per la nostra platea di riferimento. Il risultato è che molti cittadini non riescono ad ottenere gli aiuti: così si rischia l'esclusione sociale”.

I Caf e i patronati, rimasti operativi perché inseriti nella lista dei codici Ateco delle attività ritenute essenziali, In teoria dovrebbero lavorare a pieno ritmo: invece, rispetto alle circa 70mila pratiche tradizionalmente ricevute in questo trimestre dell'anno, il volume è pari solo a circa il 40% per i patronati e solo il 20% per i Caf.

“Basta solo pensare alle dichiarazioni Isee: chi non riesce ad ottenerle attraverso gli strumenti digitali, rischia di perdere sostegni e diritti”, aggiunge Martelli.

Ad oggi non c'è nessuna indicazione specifica e si attendono istruzioni prima possibile per poter preparare in tempo ed adeguatamente ad accogliere i cittadini quando potranno avere la mobilità piena per rivolgersi agli sportelli.

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