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"Mio marito, scampato all'attentato in Congo" parla la moglie del superstite (fiorentino)

La newsletter del quotidiano La Nazione Buongiorno Firenze si apre con le parole di Paola Coli moglie dell'uomo scampato all'assalto costato la vita all'ambasciatore italiano in Congo, a un carabiniere e al loro autista.

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il convoglio rimasto vittima dell'attentato  prima della partenza il convoglio rimasto vittima dell'attentato prima della partenza © La Nazione
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"Buongiorno Firenze" la newsletter che La Nazione invia ogni mattina agli iscritti alla sua community di lettori, oggi ha offerto le parole di Paola Coli, moglie di Rocco Leona dirigente di un'agenzia dell'Onu nato a Prato, residente a Firenze, scampato al sanguinoso attentato costato la vita al nostro ambasciatore in Congo, a un carabiniere e al loro autista.  

Ecco il testo che ci riporta a questo bruttissimo momento vissuto lunedì in Congo. Rocco Leone è stato dimesso in queste ore dall’ospedale congolese dov’era stato ricoverato sotto choc dopo che il massacro di lunedì gli era sfilato davanti agli occhi, per fortuna senza trascinarlo in scena, come un film dell’orrore, il più devastante degli incubi. Rocco fisicamente sta bene. Non ha neanche un graffio sulla pelle, e questa è la notizia certamente più confortante; ma è molto scosso.

Negli occhi e nella testa restano impressi i fotogrammi agghiaccianti dell’agguato di lunedì, fotogrammi indelebili dell’assalto terroristico che ha trucidato l’ambasciatore Luca Attanasio, il carabiniere Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo, autista del programma alimentare mondiale dell’Onu per il quale Leone, 7 anni e una vota spesa per gli altri lavorava come direttore aggiunto del World Food Programme (Wfp).

Rocco – pratese di origine ma da tempo residente in via dei Serragli, cuore dell’Oltrarno, con la moglie Paola Coli – dovrebbe parlare in queste ore con i carabinieri del Ros, giunti in Congo su delega della procura di Roma per acquisire i verbali delle testimonianze raccolte dagli inquirenti locali.
"Sta bene, speriamo ce le restituiscano presto" è la rassicurazione e insieme l’auspicio dei parenti di Rocco, a cominciare dalle sorelle Maria Grazia, odontoiatra a Prato, e Manuela, dipendente di un istituto bancario a Firenze. Sono loro, insieme alla moglie, a cercare di tenere i contatti con il paese africano (per ora l’anziano padre del dirigente del Wfp, insegnante in pensione, è stato prudentemente tenuto all’oscuro di tutto).

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