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Mascherine a scuola. La garante per l'infanzia scrive a Conte

In merito ai rischi per i bambini e adolescenti di un uso continuativo

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Covid e bambini Covid e bambini © N.c.
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Covid-19: nuovo appello di Bianchi su obbligatorietà uso continuativo mascherine a scuola

La Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza scrive di nuovo al primo ministro Conte, al presidente della Regione Toscana e agli assessori alla Salute e all’Istruzione: “Il prolungato uso dei dispositivi di protezione in situazione di staticità muove forti preoccupazioni da parte dei genitori”

L’obbligo di indossare le mascherine a scuola, laddove l’attività didattica ed educativa si svolge in presenza, continua ad essere tema centrale dell’attività della Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza della Toscana, Camilla Bianchi.

Dopo l’appello lanciato dieci giorni fa (clicca qui) al premier Giuseppe Conte, al presidente della Regione Toscana Eugenio Giani e agli assessori alla Sanità e all’Istruzione Simone Bezzini e Alessandra Nardini, la Garante interviene ancora sulla questione e attraverso nuove missive rileva la necessità “sempre in un’ottica di leale collaborazione istituzionale, di valutare quanto prima l’opportunità di adottare eventuali provvedimenti, atteso che la problematica per la sua delicatezza ed il suo rilievo sociale, postula misure opportunamente meditate e calibrate, al fine di ridurre in modo significativo le gravi criticità che bambine e bambini, ragazze e ragazzi stanno attraversando”.

La sollecitazione si giustifica anche in conseguenza del “continuo pervenire a questo Ufficio di un significativo e sempre più crescente numero di segnalazioni da parte di genitori che esprimono, in modo accorato, il loro forte dissenso”, scrive Bianchi. “A loro dire, infatti, l’utilizzo prolungato in situazione di staticità dei dispositivi di protezione individuali delle vie respiratorie, come avviene durante le lezioni in classe, produrrebbe seri effetti negativi sul piano sia fisico che psicologico”, si legge nelle lettere inviate.

“Sul piano fisico i genitori osservano come il dover inalare aria di scarto dei polmoni per molte ore consecutive restando pressoché fermi, oltre a poter determinare irritazione, ipercapnia, difficoltà di concentrazione, ipossia, autocontaminazioni, acidosi, cefalee e lesioni cutanee, possa comportare un ulteriore serio rischio per i soggetti con infezione, ma asintomatici”. “In questi casi, infatti – continuano le missive -, la barriera meccanica rappresentata dalla mascherina ridurrebbe e limiterebbe l’eliminazione del virus o di altri germi presenti nelle vie respiratorie, con una loro possibile discesa in profondità negli alveoli polmonari ed un conseguente notevole aggravamento della patologia”.

Sul piano psicologico, sostengono ancora i genitori, la “continua presenza delle mascherine sul volto, oltre a costituire una grave limitazione al principio stesso dell’educare, incide negativamente sull’equilibrio delle persone di minore età, già ampiamente compromesso in questo periodo emergenziale dall’assenza di contatti e di socialità”. Non a caso, evidenziano sempre i genitori nelle loro lettere alla Garante, istituzioni come l’Oms (Organizzazione mondiale della Sanità) e l’Agenzia per l’ambiente hanno osservato che le “conseguenze di una prolungata e coatta ri-inalazione nei pochi litri d’aria presenti nei polmoni della quota di germi che, in condizioni fisiologiche è eliminata con ogni atto respiratorio, possono essere maggiori con l’aumento di microrganismi di ogni tipo presenti nelle vie respiratorie, in particolare nella stagione invernale”.

Gli stessi proseguono inoltre ricordando come l’obbligo di indossare le mascherine a scuola sia stato “imposto in via generalizzata, a prescindere dal rispetto della distanza di sicurezza che può essere assicurato nelle singole classi”. Da qui il “forte dissenso” dei genitori “all’uso dei dispositivi in situazioni di staticità, come avviene durante le ore di lezione in classe”.

Nell’esprimere “ringraziamenti” al Governo nazionale e regionale, chiamati a gestire una situazione particolarmente complessa e delicata come quella attuale, la Garante torna a ripetere “come le misure assunte a tutela prioritaria della salute pubblica, ancorché necessarie, gravino in particolar modo sulle persone di minore età, che vivono in questo momento una condizione di maggiore fragilità che non può essere sottovalutata”.

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