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I dieci anni di Afrika Jipe Moyo, l'associazione di Luco che aiuta l'Africa

In Africa, anche in tempi di coronavirus, si continua a morire di fame

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Afrika Afrika © Afrika Jipe Moyo
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In occasione del decimo anno dalla nascita dell'associazione mugellana Afrika Jipe Moyo (con sede a Luco) rilanciamo il messaggio della presidente Antonella Bertaccini:

Non è facile parlarvi dell’Africa in un momento così drammatico in cui tutti sperimentiamo il senso del nostro limite mentre si aprono scenari di tante povertà anche “a casa nostra”. Vi ringraziamo quindi se vorrete dedicarci la vostra attenzione. In questo Duemilaventi che diventerà un anno storico, Afrika Jipe Moyo festeggia il decimo anno della sua nascita.

Quest’anno però ha avuto un altro protagonista che si è preso tutta la scena imponendo a tutti le sue nuove regole: il Covid-19. Avevamo prefigurato un bell’evento celebrativo, un appuntamento per fare il bilancio di questi dieci anni che insieme a voi sono stati fruttuosi di tanto bene. Un Bilancio molto positivo che ci rende orgogliosi anche per un aspetto che riteniamo di questi tempi davvero importante: l’essere stati credibili. Ci avete premiato con la vostra fiducia che speriamo di aver dimostrato essere ben riposta attraverso le opere realizzate in alcune delle zone più povere del Kenya sempre orientate ad essere segno concreto nelle prioritarie necessità di vita dei più bisognosi tra i bambini, gli anziani abbandonati , le donne, i disabili: il cibo, l’ istruzione e le cure.

In tutto ciò, seppur non potendo realizzare nessuna iniziativa a scopo benefico, non abbiamo abbandonato le realtà che aiutiamo in Kenya perché non è venuto meno il supporto di alcuni amici che hanno continuato ad aiutarci e ci hanno già offerto la loro adesione e collaborazione per mettere in cantiere nel 2021 quello che era il progetto già annunciato nella precedente newsletter: il rifacimento dei bagni alla Huruma Children Home nella missione di Wamba. Abbiamo richiesto e ricevuto da Suor Lissy il preventivo per il rinnovo completo del locale del bagno che prevede l’installazione di docce in sostituzione alle vasche da bagno ormai fatiscenti oltre un necessario urgente intervento al tetto della cucina. Il costo previsto per queste opere ammonta a Euro 4.980,00. Questo progetto ci sta davvero a cuore perché quella struttura che vive di carità, accoglie quaranta ragazzi abbandonati con disabilità gravissime che sono accuditi dalle mani amorevoli delle suore Nirmala dell’India con una dedizione straordinaria. E’ un’oasi di misericordia che tocca nel profondo e lascia il segno.

C’è poi anche un altro intento in ambito diverso che è nella main list dei nostri piccoli progetti nel cassetto: un dono per la chiesa di Wamba distrutta un anno fa da un incendio la cui ricostruzione è quasi terminata. Tutta la popolazione ha contribuito, cristiani e musulmani, poveri e meno poveri, fino al più lontano dei villaggi, tutti hanno donato quello che hanno potuto. Nel nostro decimo anniversario e in memoria di padre Franco, vorremmo partecipare anche noi con qualcosa che resti nel tempo segno di amicizia e unità. Quando arrivarono le prime immagini dell’incendio, personalmente rimasi molto toccata da quella che mostrava il Crocifisso carbonizzato dietro l’altare; la croce rimasta appesa alla parete con il Crocifisso senza più gambe e braccia. Un’immagine emblematica, in cui vedevo una metafora di tutte le sofferenze dei “crocifissi” di Wamba. Subito mi pervase il desiderio di offrirne uno nuovo a ricostruzione ultimata; questo vorremmo che divenisse il segno di Afrika Jipe Moyo nella nuova chiesa.

Speriamo inoltre di poter fare un dono natalizio anche a suor Alice per i suoi ragazzi di strada. Ci ha chiamato in questi giorni per dirci che la loro Scuola Primaria e Secondaria ora è regolarmente aperta e che è riuscita a proteggere tutti e quaranta i ragazzi di strada tenendoli alla missione dopo le restrizioni per Covid. Offre loro vitto, alloggio e scuola e ha certamente bisogno d’aiuto… Anche se oggi parlare della fame in Africa sembra un cliché, le carestie da siccità, le epidemie e i conflitti continuano a esistere in vaste zone del continente africano (e non solo). La pandemia da Covid-19 ha esacerbato i gravi problemi esistenti con conseguente peggioramento delle condizioni economiche e quindi della povertà. Il rapporto della FAO e del Programma Alimentare Mondiale riporta un forte incremento di mortalità per scarsità alimentare. Si sente dire che in Africa si muore meno per il Corona Virus ma non che si muore di più per fame.

Dall’omelia di Papa Francesco nell’odierna Giornata Mondiale dei Poveri : “…il centro della parabola dei talenti è l’opera dei servi, cioè il servizio che fa fruttare i talenti e dà senso alla vita… Nel Vangelo i servi bravi sono quelli che rischiano, siamo invitati a metterci in gioco generosamente, a vincere il timore con il coraggio dell’amore, a superare la passività che diventa complicità. Oggi, in questi tempi di incertezza e di fragilità, non sprechiamo la vita pensando solo a noi stessi, con atteggiamento di indifferenza. Non dimenticate: i poveri sono il centro del Vangelo” -

Ecco allora che in questo momento di globale vulnerabilità in cui le crisi, sanitaria ed economica, hanno spazzato via molte certezze lasciando il posto a un grande senso di impotenza e disorientamento, uscire dal lockdown del “noi” per andare verso chi ha sofferenze tanto amplificate, ci sembra restituisca il senso della condivisione e serva a risanare la rottura del sentimento di fratellanza.

In fondo quel Crocifisso ci rappresenta tutti e ci comunica il suo vivificante messaggio di amore inclusivo verso tutti gli altri uomini e creature con cui condividiamo questo mondo e questo tempo.

Ringraziamo tutti e ognuno in particolare per quello che in questi dieci anni avete fatto con noi, per …loro, mentre vogliamo sperare che sarete ancora al nostro fianco.
Antonella Bertaccini (Presidente)

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