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Arriva a Firenze la Movida a numero chiuso. Come funziona

Il format permetterà ai comuni dell'area metropolitana di gestire gli assembramenticome nelle manifestazioni pubbliche. Numero chiuso, contapersone e corridoi di sicurezza

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Movida molesta Movida molesta © Simone Scavullo
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Numero chiuso, contapersone e corridoio di sicurezza. Ecco le misure per contrastare la movida incontrollata. Preso atto che la movida in città è davvero fuori controllo e che non sono solo i mal di pancia dei residenti a mettere a rischio la sicurezza di tutti, arriva la regolamentazione nella gestione degli spazi aperti e dalle realtive misure anti assembramento. E' stato il Prefetto Laura Lega ad intervenire direttamente per diramare la complessa matassa.

Saranno le molte segnalazioni che abbiamo riportato fin dall'inizio della fase 2, sarà la lettera aperta mandata dalle associazioni di cittadini per chiedere il numero chiuso, sarà la situazione fuori controllo difficile da regolamentare per il comune fatto sta che arriva il salto di qualità nella gestione degli spazi pubblici. O meglio un ulteriore stretta.

Dopo il tavolo tecnico istituito appositamente in Prefettura per supportare il Comune di Firenze nella migliore gestione degli spazi pubblici, con la partecipazione della Questura e dei Vigili del Fuoco arrivano le linee guida anti-assembramenti.
Un vero e proprio vademecum, che verrà esteso ai Comuni dell’area metropolitana che offre una serie di indicazioni sulla cui base gli enti potranno predisporre i propri piani per regolare l’afflusso delle persone nei luoghi di ritrovo della movida cittadina.
Al Comitato tenutosi nel pomeriggio e presieduto dal prefetto Laura Lega, hanno partecipato i vertici provinciali delle Forze dell’Ordine e dei Vigili del Fuoco, gli assessori del Comune di Firenze Federico Gianassi e Andrea Vannucci con il comandante della Polizia Municipale.

Ecco le novità alla base delle linee guida.
I Comuni dopo la valutazione delle aree maggiormente interessate al fenomeno valutano il massimo affollamento sostenibile per ciascuna zona anche per garantire il passaggio eventuale dei mezzi di soccorso e regolano gli accessi ricorrendo a personale delle associazioni del terzo settore oppure attraverso gli addetti alla sicurezza messi in campo dagli esercenti del luogo.
Volontari o steward, costantemente collegati tra loro, avranno anche il compito di far rispettare le misure anti-covid (distanziamento e uso delle mascherine), riferendo a un responsabile in contatto con le forze di polizia.
Il disciplinare prevede anche la possibilità di ricorrere a sistemi di rilevazione numerica progressiva, collocati ai punti di accesso delle zone di maggior afflusso, o a barriere naturali per facilitare il monitoraggio degli ingressi.

Le linee guida delineano, inoltre, gli aspetti tecnico–operativi utili a calcolare la capienza delle aree e la densità di affollamento, nonché a garantire la viabilità dei mezzi di soccorso per consentire il pronto intervento in caso di emergenza. Oltre a ciò, il disciplinare fornisce indicazioni circa il numero di personale da impiegare per monitorare le presenze ed evitare i sovraffollamenti.

L’idea che ispira il piano è quella di trovare un punto di equilibrio tra iniziativa economica, libertà di socializzazione e tutela della salute.
Il momento che stiamo vivendo è molto delicato, spiega il prefetto Laura Lega. “Assistiamo a un grande bisogno di socialità nelle persone dopo il lungo periodo di lockdown ed è necessario adottare misure proporzionate all’evolversi della situazione in grado di assicurare la tutela sanitaria senza pregiudizio per la collettività e per gli esercizi commerciali. Abbiamo messo a punto un disciplinare che si basa su un’alleanza pubblico-privato: da un lato l’azione intelligente delle amministrazioni comunali, dall’altro il contributo fattivo degli operatori commerciali. Insieme possono dar vita a un modello sinergico interattivo.”

Il progetto, che partirà in via sperimentale nel Comune di Firenze, sarà monitorato dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che ne verificherà l’operatività.

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