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Riaperture. Dal 15 giugno riaprono cinema e teatri e spettacoli all'aperto: le regole

Pubblico e artisti dovranno misurarsi la febbre. Ma sale da ballo e discoteche rimangono chiuse

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Concerto Concerto © n.c
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Nel nuovo decreto del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, firmato nei giorni scorsi dal premier, è stata fissata anche una data per riaprire teatri, cinema, sale da concerti e tornare a organizzare spettacoli all'aperto. Il prossimo 15 giugno, se il numero di nuovi contagiati non salirà, le arti potranno tornare in scena.

Gli spettacoli nei teatri, sale da concerto, cinema possono riprendere dal 15 giugno “con posti a sedere pre-assegnati e distanziati”, nel rispetto della distanza di un metro per personale e spettatori.

Viene indicato un numero massimo di 1000 persone per spettacoli all’aperto; 200 persone per spettacoli al chiuso, per singola sala. Le regioni possono stabilire una diversa data in relazione al contagio. Resta il divieto quando ci sia assembramento. Sale da ballo e discoteche rimangono chiuse.

Distanziamento anche tra gli artisti, misurazione della febbre a maestranze e pubblico, con divieto di partecipazione per chi ha più di 37,5 gradi di febbre; uso obbligatorio della mascherina e niente vendita di cibo, quindi stop a pop corn e bibite.

L'allegato fa sorgere comunque diversi dubbi.

Il limite massimo di persone per cinema, teatri e sale concerti è di 200 persone. Questo è chiaro. Il testo non parla della capacità massima di uno spazio interno in relazione alla metratura del locale. Quindi il Nelson Mandela Forum e il teatro Giotto di Vicchio avranno lo stesso limite massimo di 200 persone?

Dal 15 giugno si potrà tornare a fare spettacoli dal vivo. Negli spazi aperti potranno esserci al massimo mille persone con mascherina e che dovranno mantenere la distanza di un metro. E si fa assoluto divieto della vendita di ogni cibo e bevanda. E' una soluzione consona per spettacoli come quelli ospitati nel teatro romano di Fiesole o nelle piazze fiorentine. Concerti o rappresentazioni fissate da tempo che richiamano artisti di livello per i quali si è disposti a spendere anche una 50ina di euro.

Ma l'arte locale (quella prodotta nelle piccole realtà, quella che non ha grandi nomi capaci di attirare fan) rimane a bocca asciutta. Senza la somministrazione di bevande o cibo è impossibile riuscire a sostenere i costi dell'organizzazione di un evento gratuito o parzialmente gratuito.


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