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'Triste quell'anno che i Maggiaoli non vanno', le nostre tradizioni più forti del Covid

Canteremo ancora! Il video dei Maggiaoli

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Cantar Maggio Palazzuolo Cantar Maggio Palazzuolo © N.c.
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Molto volentieri oggi (Primo Maggio 2020) rilanciamo quanto pubblicato da Gianfranco Poli nel gruppo Facebook Noi Palazzuolesi. Che scrive:

TRISTE QUELL’ ANNO CHE I MAGGIAIOLI NON VANNO. Così recita un detto dell’Appennino contadino legato a questa tradizione che affonda le sue radici in un passato talmente lontano da fondersi con l’ essenza stessa del paesaggio. Cantare il maggio e’ un gesto di speranza, di fede, di gioia che guarda al futuro sempre incerto, ma che, ci piace pensare, vedrà protagonisti il nostro lavoro e i nostri sacrifici. Per questo la sera del 30 di aprile si propizia il tempo che verrà con un canto che deve far dimenticare paure e angosce in favore della rinascita della natura e dell’ uomo.

Pochi sono stati gli eventi che hanno fatto desistere i maggianti dal loro intento: guerre, dittature, epidemie … ed e’ proprio quest’ ultima che ci impedisce di godere della magia di questa serata. Eppure, pensiamo, che presto anche questa tempesta passerà, che il canto del cardellino tornerà a ricordarci che “viva maggio” e’ sinonimo di VIVA LA VITA ! e ritorneremo a sorridere ad assaporare il gusto dolce di quelle ore che non sono di sola spensieratezza, ma che ci introducono in un spazio tempo che in quella sera e’ più concreto che mai: quello dei nostri sogni

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