OK!Mugello

Continua la battaglia del pennarello. "Serve chiarezza"

Pubblichiamo una lettera aperta arrivata in redazione con un appello al sindaco Nardella. Faccia come il collega Sala di Milano e permetta ai bambini di fare le lezioni e svagarsi

Abbonati subito
  • 1
  • 1790
la lotta del pennarelli la lotta del pennarelli © PIRO4D da Pixabay
Font +:
Stampa Commenta

A Milano è stato il Sindaco Giuseppe Sala a prendere di petto la faccenda. Lo ha fatto lo scorso sabato, nel suo messaggio quotidiano da Palazzo Marino lanciando la "battaglia del pennarello".
Una questione molto sentita dalle famiglie con figli che stanno affrontando la quarantena, ma anche la gestione dei compiti con quaderni, pennarelli, matite, e altro materiale didattico che scarseggiano.

Pare che il governo dopo le pressioni del sindaco meneghino abbia accettato di aggiornare le FAQ (domande più frequenti) collegate al Decreto dell'11 marzo, con la specifica che supermercati e ipermercati non specializzati "possono continuare a vendere anche prodotti diversi rispetto a quelli elencati nelle categorie merceologiche espressamente indicate", e nella domanda associata a questa formulazione si trovano elencate le seguenti categorie merceloogiche: abbigliamento, calzature, articoli sportivi, articoli di cancelleria, giocattoli, piante."

Dopo l’intervento del Sindaco, in una lettera il presidente dell’Associazione cartolibrai di Confcommercio Milano Alfredo Scotti ha ricordato a Sala che “nella nostra città esistono, e ci auguriamo continueranno ad esistere, oltre 200 tra cartolerie e cartolibrerie che ad oggi, in ottemperanza ai vigenti decreti di contenimento emergenza COVID-19, sono soggette ad obbligo di chiusura”L’Associazione, “senza voler in alcun modo polemizzare” propone di “diversificare le offerte di vendita sul territorio, offrendoci l’opportunità di aprire, magari solo per alcune ore al giorno, per far fronte alla richiesta delle famiglie”. L’Associazione cartolibrai chiede in questo senso a Sala di intervenire presso il Governo “nella maniera più opportuna”.

Anche a Firenze la situazione è critica e confusa. Il sindaco Dario Nardella nel suo video messaggio sulla gestione dei bimbi ha solo sottolineato che si può portare fuori i bimbi per un po' nelle vicinanze di casa (salvo poi parzialmente rimangiarsi la dichiarazione e vedere un padre con un bimbo di 4 anni multato per violazione delle normative) ma niente ha detto sulla "battaglia del pennarello".

Così arriva in redazione una lettera appello rivolta al Sindaco di Firenze, che pubblichiamo integralmente nella speranza di fare chiarezza dato che pare che in città alcune catene di supermercati permettano la vendita di cancelleria e altre no. Mentre i cartolai e le cartolibrerie devono stare chiusi.

Buongiorno Signor Sindaco, ho bisogno del suo aiuto per chiarire la situazione.
Ho un attività di edicola cartoleria copisteria e piccola merceria le ultime tre voci da decreto non sono vendibili in questo momento, però vorrei porre alla Sua attenzione ciò che succede all'interno del mio negozio.
I clienti che uno alla volta entrano per l'acquisto di quotidiani, settimanali etc e ci chiedono per i propri figli materiale didattico (quaderni, pennarelli, album, colla etc) perché i bambini e i ragazzi stanno continuando la scuola con le piattaforme on line e come devono fare per i compiti, i disegni etc se sono a corto di materiale?
Dove devono scrivere? Disegnare? Impegnare il tempo in casa? Come possono fare fotocopie e stampa dei compiti, stampa delle tante autocertificazioni?
Le dico in tutta sincerità che noi li stampiamo e senza farli pagare. Già siamo in una situazione difficile...
Inoltre caro Signor Sindaco disponiamo di materiale utile per fare mascherine (elastico, filo ed aghi) e siccome le mascherine sono introvabili e le persone si ingegnano come possono, in tutta sincerità in alcuni casi ci siamo ritrovati a dare elastico senza farlo pagare perché non si può negare un elastico e la possibilità di proteggersi a nessuno.
Da decreto le vendite di questi materiali sono proibite ma come si fa vista la situazione a non pensare che questi oggetti siano di PRIMA NECESSITA'?
Se un'edicola come da Decreto è aperta e all'interno ha questi articoli che senso ha non venderli visto che in negozio le persone entrano ugualmente?
Le ripeto Signor Sindaco beni di prima necessità non cose superflue.
Vorrei inoltre capire se siamo noi come alcune grandi distribuzioni (veda Esselunga, Conad e altre) che non abbiamo capito bene il vendibile avendolo all'interno, oppure come altre catene che continuano a vendere i prodotti di cancelleria, cartoleria etc..?
Le chiedo non sarebbe più semplice per i genitori, per i bimbi permettere alle attività aperte di vendere le ripeto i prodotti di prima necessità?
Spero di ricevere una sua risposta in merito anche se capisco ci sono cose ben più importanti in questo momento ma mi creda anche i bambini lo sono.
Buona giornata








Lascia un commento
stai rispondendo a

Commenti 1
  • Ugo Natalino

    È molto facile capire questo comportamento lo si definisce semplicemente con :menefreghismo. Come in molte altre occasioni:arrangiatevi. Nessuna meraviglia, nei politicanti questo atteggiamenti sono consolidati. C'è anche chi li ammira. Decadenza dei tempi.

    rispondi a Ugo Natalino
    lun 30 marzo 2020 08:32