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Coronavirus, "Situazione surreale e tanta paura!" ecco le voci dal focolaio lombardo

Nostra esclusiva con le zone del focolaio del lodigiano. "E' tutto surreale, sì abbiamo paura!"

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Pieve Porto Morone, provincia di Pavia. Uno dei paesi in quarantena. Qui risiedono i due medici ricoverati a Pavia per Coonavirus Pieve Porto Morone, provincia di Pavia. Uno dei paesi in quarantena. Qui risiedono i due medici ricoverati a Pavia per Coonavirus © Street View
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"Ti devo dire la verità? Abbiamo tanta paura!" La voce arriva da Dorno. Siamo a metà strada fra Lodi e Pavia, Codogno, il focolaio lombardo é vicino così come è a due passi Pieve Porta Morone, uno dei paesi sigillato in quarantena.

"Ho appena parlato al telefono con una cara amica in quarantena. Lei lo è perché una sua stretta parente è quella pediatria che esercita a Codogno e che ora è ricoverata al San Matteo di Pavia insieme al marito medico di base che esercita a Pieve Porta Morone e Chignolo Po. Puoi immaginarti come sta questa ragazza che peraltro ha una bimba di 5 mesi e come stanno loro che hanno solo svolto il loro lavoro di medico visitando decine e decine di adulti e bambini ogni giorno. Sono sotto choc chiudi in casa in attesa del risultato del tampone.

Qui è tutto sospeso anche se non siamo di fatto in quarantena. Guardo dalla finestra e fuori non c'è nessuno, è una domenica davvero strana. Negozi chiusi, bar chiusi, cinema chiusi, sfilate di Carnevale annullate.
Per una come me
- prosegue la nostra testimone che chiameremo Barbara - che ha vissuto alcuni anni a Miami è come rivivere le vigilie degli uragani. Di diverso c'è però che lì il nemico lo conosci, si manifesta, lo vedi, lo senti e percepisci. Qua il nemico è silente e invisibile ed è forse questo che inquieta più di tutto.

Le ordinanze emesse dai nostri paesi, sono tutte uguali e tutte allarmanti, ma è giusto che siano così.
La situazione si sta facendo seria soprattutto perché per avere i risultati dei tamponi servono anche 48 ore e l'attesa è snervante.
I problemi che sorgono adesso sono reali e pratici. Mi hanno appena chiamato ad esempio tre amiche che lavorano negli ospedali di Pavia e che sono blindate lì dentro da ieri sera, non le lasciano uscire e".


La situazione è davvero surreale. E purtroppo siamo anche consapevoli che adesso, scrivendo la cronaca scriviamo qualcosa che forse fra decenni si leggerà nei libri. Ma il nostro dovere di cronisti è raccontare e riuscire a far uscire dalla quarantena i bisogni qualora si presentassero necessità.





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