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Oggi la Giornata delle Zone Umide, anche all'Oasi di Gabbianello

Non solo eventi (oltre 30 in tutta Italia) ma un grido d'allarme per l’ambiente

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L'oasi di Gabbianello L'oasi di Gabbianello © Foto profilo Facebook dell'Oasi
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Oggi, 2 febbraio, è la giornata mondiale delle zone umide voluta da Legambiente, che interessa anche l'oasi Gabbianello (Bilancino). Non solo eventi (oltre 30 in tutta Italia) ma un grido d'allarme per l’ambiente. “La vita prospera nelle zone umide”, questo lo slogan con cui Legambiente lancia la campagna 2020 per la valorizzazione di paludi, acquitrini e torbiere.

La ricorrenza cade non a caso in una data palindroma e se pensate che in diecimila anni le date palindrome sono state solo 366 che scendono addirittura a 108 negli anni bisestili come il 2020 capite quanto questo giorno sia importante. Ma anche paludi, torbiere e acquitrini, autentiche fonti di vita del pianeta rischiano di diventare a breve, rarissime.

Al di là delle Grete che credono che la plastica sia il male assoluto e girano lo sguardo dall’altra parte davanti (ad esempio) allo sterminio di massa dei loro coetanei africani costretti ad estrarre (e a morire) nelle miniere di coltan per un videoballetto in più sul social del momento, vogliamo in questo 2 febbraio 2020 parlarvi delle zone umide. Quegli specchi d’acqua naturali o artificiali con la funzione di difendere le biodiversità e proteggerci dai cambiamenti climatici.

Sono “l’hub” principale degli uccelli migratori e forniscono cibo essenziale alla popolazione mondiale. Ma sono sempre meno e nel giro di una decina d’anni potremmo dire addio a molte altre e con esse a un milione di specie animali e vegetali.

Nel cuore del Mugello, incastonata fra l'Appennino da un lato e i monti della Calvana si trova (come già detto e come tutti sanno) l'area di Gabbianello, 25 ettari di cui 8 allagati che rappresentano il cuore naturalistico del Mugello anche se la sua origine è recente e artificiale. Gabbianello è un'area di grande importanza naturalistica e non solo come punto di passo per gli uccelli migratori sulla rotta tirrenica.

I percorsi tematici, i canneti, i prati umidi, i tantissimi uccelli migratori e stanziali rendono questo luogo scoperto per caso durante la creazione del lago di Bilancino un oasi da visitare in ogni stagione dell'anno anche se la primavera è il momento migliore per immergersi dentro.

Visitiamo e proteggiamo Gabbianello pensando al futuro e ai nostri figli affinché quel 2030 non sia solo l’obiettivo del carbon free. Ignorare le zone umide ci costerà caro. I dati sulla perdita di questi territori a livello mondiale è scioccante.

Questi ecosistemi scrigno di biodiversità svolgono funzioni fondamentali per la salvaguardia del benessere dell’uomo. Contribuiscono alla lotta ai cambiamenti climatici (le torbiere immagazzinano il 30% di carbonio terrestre); assicurano acqua potabile (le paludi rimuovono gli agenti inquinanti e purificano l’acqua); presentano le condizioni ottimali per l’alimentazione, la riproduzione e il rifugio di molte specie ornitiche, rettili, mammiferi ed altri organismi ( il 40% delle specie vive o si riproduce nelle zone umide); forniscono lavoro (circa un miliardo di persone trae sostentamento dalle zone umide); sostengono l’economia (ogni anno si registra un giro d’affari di 47 trilioni di dollari in servizi essenziali nelle zone umide).

In base ai dati del WWF report 2018, il 40% delle specie viventi è legato alle zone umide. Ma le stiamo distruggendo con alterazioni ambientali antropiche e per colpa dell’agricoltura intensiva.

Poi c’è l’aumento delle temperature e la diminuzione delle piogge, inoltre, questi habitat potrebbero scomparire lasciando posto al deserto ovvero, se vicine al mare, essere sommerse con l’erosione delle coste.

L’87% delle zone umide del mondo sono andate perse negli ultimi 300 anni a causa delle condizioni ambientali, ecco perché salvarle dall’estinzione è salvare il pianeta.

Numeri drammatici confermati da Legambiente dopo l’elaborazione di un focus sull’argomento. Per questo che nella data palindroma, al di là dei miti e leggende su questa giornata rara, ha organizzato oltre una trentina di iniziative, tra visite guidate, birdwatching e convegni, da Nord a Sud d’Italia, per sensibilizzare sul ruolo di paludi, acquitrini e torbiere.

Il responsabile nazionale Aree Protette e Biodiversità di Legambiente, Antonio Nicoletti, nel rilevare che il 2020 “sarà un anno cruciale per il raggiungimento degli obiettivi sulla tutela della biodiversità e per salvaguardare queste zone oggi in pericolo” e valorizzarle, lancia la proposta di “prevedere una maggiore sinergia tra Direttive europee Acque, Habitat e Uccelli“.

Legambiente ricorda che, secondo la lista stilata dalla Convezione di Ramsar del 1971, sono oltre 220 milioni gli ettari coperti dalle zone umide nel mondo, rifugio per volatili, piante, mammiferi, anfibi, pesci e invertebrati.

Di questi, 82.331 ettari (circa 15.000 con superficie agricola) si trovano in Italia, Paese che conta 65 siti Ramsar e, in totale, 1.520 zone umide secondo l’inventario del Pmwi (il Pan Mediterranean Wetland Inventory di Med Wet).

L’Italia vanta, inoltre, la più grande biodiversità d’Europa, ospitando il 37% della fauna euro mediterranea.

Tutto ciò è a drammaticamente a rischio.

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