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Si è aperta a Firenze Pitti Uomo. Numeri, tendenze e curiosità

Clima di ottimismo. Fortezza da Basso affollata fino dalla prima mattina

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Pitti Uomo Pitti Uomo © Roberta Capanni
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Si è aperta stamani in un clima di ottimismo l'edizione numero 97 di Pitti Uomo. Un'edizione che parte subito all'indomani dell'Epifania ma che non trova però impreparati i fashion victims che hanno affollato gli spazi espositivi della Fortezza da Basso fin dal primo mattino.

Un'edizione dei record, ma questa non è una novità ma una costante di edizione dopo edizione. Animeranno la kermesse 1203 marchi di cui 540 esteri (45% del totale) di cui 265 marchi nuovi o rientrati.

I grandi numeri si completano con una superficie espositiva di 60.000 metri quadrati e circa 36.000 visitatori previsti dal 7 al 10 gennaio. L'edizione invernale si conferma la prediletta di pubblico e critica dato che sono oltre 13.000 i visitatori in più attesi rispetto all'edizione afosa dello scorso giugno.

La grande novità di questa edizione è che ci sono poche novità. Uno stallo creativo dovuto forse alle incertezze del mercato internazionale e forse da una non scontata virata verso l'eco sostenibilità che pare ormai essere un obbligo per ogni azienda.

Fra gli stand niente di straordinariamente nuovo se non fosse per le tinte solitamente poco usate d'inverno come il bianco, il viola e il verde acido e il ritorno del cappottone doppiopetto in lana stile militare. Ormai il riciclo, il plastic free, il filo ecologico e tutto ciò che è sostenibile sono quasi d'obbligo e non fanno notizia.

Una sensibilità molto sentita dai consumatori, specie quelli del Nord Europa e dei paesi anglosassoni come ha ricordato nella presentazione ufficiale svoltasi nel Salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio Claudio Marenzi, Presidente di Pitti Immagine. Una sensibilità a dire il vero iniziata al Pitti già da alcuni anni e ormai irreversibile che porterà i due terzi dei consumatori, secondo autorevoli studi, nel giro di cinque anni a scegliere l'acquisto in base alle certificazioni ambientali pur nella consapevolezza di dover spendere mediamente il 10% in più.

E in ottica green è arrivato anche il video messaggio dell'eterno erede al trono dell'Albione, Carlo d'Inghilterra in qualità di patrono di Campaign for Wool. "I materiali naturali, non provenienti da combustibili fossili, non infiammabili e naturalmente biodegradabili, hanno un ruolo importante da giocare nell'enorme sfida del cambiamento climatico – afferma il Principe di Galles - La gente comincia a fare domande minuziose circa la provenienza e il contenuto della moda attuale e di tutto ciò che viene messo nelle loro case, e soltanto la lana fornisce rassicurazione finale di vera sostenibilità. La mia speranza - ha spiegato - era che se tutte le nazioni che producono lana si fossero unite in spirito di cooperazione avremmo trovato modi migliori per fare marketing di questa fibra, che è così straordinariamente pratica e versatile, e allo stesso tempo saremmo riusciti ad aiutare i tanti allevatori di pecore che operano sotto pressione in grandi difficoltà".

Del resto sul salone sventola quest'anno la bandiera simbolo delle “identità”. Una bandiera della globalizzazione senza rinunciare a identità e tradizioni in risposta ai sovranismi presentata, in maniera del tutto casuale, nel giorno in cui si celebra la bandiera italiana.

Il sindaco Nardella ha posto l'accento su quest'aspetto sottolineando che il sistema moda italiano è unito e non contrapposto al punto sabato sarà il “treno della moda” a spostare i buyer internazionali dal Pitti Uomo di Firenze alla Settimana della moda Milano.

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