OK!Mugello

OK!BIO: Ricominciamo dal pane!

Abbonati subito
  • 127
OK!BIO: Ricominciamo dal pane! OK!BIO: Ricominciamo dal pane! © n.c.
Font +:
Stampa Commenta

Possiamo affermare che la nostra civiltà è stata costruita grazie ai cereali, che sono stati, e sono, un alimento di importanza vitale in tutto il mondo. Il grano, insieme all’orzo, è il cereale coltivato da più tempo e occupa il 16% della superficie agricola del nostro pianeta. Il pane, preparato con le diverse farine di grano, è un alimento universale, tanto che la parola ha assunto anche il significato di cibo. Non possiamo dimenticare il forte valore simbolico che gli è attribuito in molte culture e religioni: il pane della preghiera cristiana: “dacci oggi il nostro pane quotidiano”, il pane della vita, il pane dell’ultima cena. Senza dimenticare il fatto che per arrivare a ottenere il pane, partendo dalla semina del grano, occorre un periodo di lavorazione che dura circa 9 mesi, equivalente a quello necessario per la creazione della vita umana!

Per riflettere sulla nostra alimentazione, sulla qualità del nostro cibo e dei nostri modelli alimentari, è, dunque, utile ripartire dal grano e dal pane e scoprire come si stiano sviluppando, dal nord al sud del nostro paese, iniziative per recuperare le vecchie varietà di cereali e di grano e per ricostruire filiere sostenibili.

Il 14 dicembre scorso ho partecipato al convegno “Il pane biologico di Marineo da grani antichi siciliani”, un appuntamento tecnico e scientifico che ha fatto il punto sul progetto di recupero della coltivazione e trasformazione dei grani antichi, coltivati con metodo biologico, in corso da qualche anno appunto a Marineo, in provincia di Palermo.

Il progetto è promosso da un'associazione temporanea di scopo formata dal Cirf, Ente di ricerca iscritto all’anagrafe del MIUR, dall'associazione di produttori Sicilia Bio, dal Comune di Marineo e dal Mulino San Giuseppe, questi ultimi mugnai dal 1952 e specializzati nell’attività molitoria e nella commercializzazione di farine e sottoprodotti della lavorazione da grani antichi siciliani e grani tradizionali.

«Il progetto – racconta l'agronomo Carlo Greco, responsabile tecnico e scientifico di “Panbio, grani antichi siciliani” - ha visto il coinvolgimento di tutti gli attori della filiera dei grani antichi siciliani, dagli agricoltori, ai rnolitori, dai panificatori ai pastai, dai ristoratori ai pasticceri e ai birrai. Numerosi sono stati gli incontri tecnici che abbiamo organizzato con le varie categorie produttive, intercalati da momenti di formazione. Scopo dell'iniziativa è, infatti, il recupero della tradizione agroalimentare della Sicilia e, in particolare, di quella connessa alla coltivazione e alla trasformazione dei grani antichi siciliani. Una proposta che punta a far riscoprire e sostenere i grani antichi coltivati con metodi biologici che, purtroppo, sono poco conosciuti e non sempre di facile reperibilità”.

Nelle scorse settimane, il Comune di Marineo ha approvato il regolamento per «La Valorizzazione dei prodotti agroalimentari e delle tradizioni locali. Istituzione della “De. Co., Denominazione Comunale». «Cosi - dice il sindaco Franco Ribaudo - si vogliono tutelare e valorizzare i prodotti tipici e le tradizioni locali, che costituiscono una risorsa di valore economico, culturale e turistico e uno strumento di promozione di Marineo. A breve procederò alla nomina della Commissione comunale che si pronuncerà sulla ammissibilità della iscrizione nel registro della De. Co, che costituisce un riconoscimento comunale che attesta e certifica l’appartenenza delle produzioni alla tradizione locale».

Nel corso del convegno, il Comune di Marineo ha aderito alla rete BIOSLOW (promossa da Italiabio e da Cammini d’Europa, di cui raccontato in un recente articolo) e si è discusso dell’opportunità di istituire il “Cammino del pane”, che oltre a offrire l’opportunità di scoprire la “filiera dei grani antichi” di Marineo, indichi il percorso che unisce i territori del grano e del pane, attivi in Italia e nel bacino del Mediterraneo.

Realizzare il “Cammino del pane” a Marineo, che poi unisca i territori del grano e del pane, costituisce un’opportunità di crescita per i territori che va oltre il solo immediato aspetto economico, perché favorisce l’incontro tra culture diverse, stimola il recupero e il decoro del paesaggio e del contesto territoriale, restituisce centralità alle aree interne,  incoraggia il recupero di riti e tradizioni abbandonate, attiva la consapevolezza della tutela e della valorizzazione del patrimonio comune, promuove la cultura dell’accoglienza, sostiene la qualificazione dei servizi alla persona.

Citando Predrag Matvejević e il suo libro “Pane nostro”, possiamo dire che le vie del pane sono sempre esistite, seguivano il sole e attraversavano pianure, scavalcavano montagne, si inoltravano nei deserti. Le navi trasportavano il frumento per i mari e per i fiumi, sulla terra ferma si ricorreva ai carri e basti, talvolta alle spalle e alle schiene. Gli incontri di quei viaggi restavano nella storia e nel racconto. Il pane non sopporta trasporti troppo lunghi. Invecchia, s’indurisce, ammuffisce. In realtà, viaggiavano il seme, l’esperienza e il bisogno… Ai crocicchi s’incontravano viandanti, commercianti, carovane. Talvolta si facevano sentire predicatori, poeti, profeti.

E allora perché non pensare a riannodare i fili di quei percorsi, di quelle storie mettendo in rete i tanti territori legati alla coltivazione dei cereali e/o che hanno saputo sviluppare e conservare una loro “cultura del pane”?

Oggi più che a spostare le merci possiamo pensare a far viaggiare le persone, in maniera più utile e sostenibile.

Concludo con una frase tratta del libro di Predrag Matvejević “Pane nostro”:

“L’umanità è nata senza pane e può scomparire perché non ne avrà più”.

Il pane può essere l’occasione per costruire nuovi percorsi, più sostenibili e conviviali!

 

Lascia un commento
stai rispondendo a