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Un mugellano a Oxford. Federico Cortigiani si racconta a OK!Mugello

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Un mugellano a Oxford. Federico Cortigiani si racconta a OK!Mugello Un mugellano a Oxford. Federico Cortigiani si racconta a OK!Mugello © n.c.
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Federico Cortigiani è di Vicchio, ha venticinque anni ed è appena rientrato da Oxford dove ha concluso due anni di studi accademici. Nello specifico un master in Islamic Studies and History. È stato ammesso a questa facoltà, con numero chiuso a 12 persone e una rigorosa selezione, dopo aver ottenuto una laurea triennale all'Università Ca' Foscari di Venezia in Lingue, culture e societa' dell'Asia e dell'Africa mediterranea. Ben presto partirà per l’America dove sta facendo domanda di dottorato presso alcune università. Lo abbiamo incontrato al circolo Arci di Vicchio. Gli abbiamo offerto una spuma e lo abbiamo ascoltato. Ciao Federico, come è stato il percorso di studi ad Oxford? Ho iniziato il mio master nell’ottobre del 2017 e ho finito a giugno di quest’anno. Sono stati due anni intensissimi di studio, ancora mi devo riprendere. Ufficialmente sono stati solo sei esami ma enormi: un esame di Oxford può essere paragonato, a mio avviso, a cinque esami italiani della triennale!. Il programma che ho affrontato può essere tranquillamente definito da folli: bisognava studiare in maniera intensiva sia giorno che notte per non restare indietro. Dovevamo scrivere un sacco di saggi e ogni settimana dovevamo scrivere delle tesine, in parte nella lingua scelta. Io avevo scelto il persiano. Ci chiedevano di scrivere articoli in persiano. Insomma, questo per dirti che, se mi impegnavo, riuscivo a ritagliarmi un pomeriggio libero la settimana. Anche i mie compagni di corso erano distrutti dal percorso di studi come me. Come erano gli esami? Gli esami che ho affrontato sono stati tutti scritti. La procedura prevede di portare tutti i candidati nelle vecchie sale accademiche, dei saloni del XIV. Tutti rigorosamente vestiti con gown, una toga tipiche degli studenti di Oxford. L’abito cerimoniale è diviso in due parti: il subscus, un abito elegante tutto nero e oltre a questo il gown che indica il grado all’interno dell’università. Durante l’esame devi vestire questo abito scomodissimo, in una sala insieme a duecento/trecento studenti e l’esaminatore, seduto su un trono rialzato. Le cerimonie sono molto importanti ad Oxford, devi seguire la tradizione. L’inglese che ti serve è un inglese accademico, difficile anche per gli inglesi. Ha uno stile elevato. Nei saggi che dovevamo scrivere in una settimana l’organizzazione era fondamentale: a partire dalla domanda che ti veniva data, dovevi decidere la posizione da mantenere, ricercare delle fonti e scrivere con un’organizzazione perfetta la tua tesi. Ovviamente il tempo era minimo se si pensa che durante la settimana c’erano anche i corsi; intensissimi. Ho avuto pochissimo tempo per distrarmi. Ad Oxford la vita sociale dei giovani viene portata avanti dai ‘bachelor’ della triennale e dagli studenti del dottorato, in particolare cene e incontri nei pub. Gli intermedi come me erano/sono sottoposti a forte pressione sugli studi. Ad Oxford ti capita però spesso di essere invitato al pub da professore, di svolgere le ‘formal dinners’ , delle cene dove si trovano insegnanti e studenti di università diverse che normalmente non si vedrebbero. Anche queste cerimonie si svolgono nelle sale comuni dei college. Si cena insieme e lo scopo è creare contatti per il mondo accademico, si parla di studi. Un’altra attività tipica della socializzazione di Oxford è la ‘bop’ feste di gala. Io ho avuto esperienze sia di cene di gala che ‘bop’ anche se in due anni ho faticato davvero tanto a ritagliarmi momenti di pausa dai libri. Oxford dall’esterno sembra un ambiente in cui ci si diverte tanto ma la maggior parte degli studenti rimane in casa a studiare.   Dove vivevi? Con chi? Io abitavo in centro, in un college nuovo. Ad Oxford ci sono college medioevali, piccoli e con chioschi oppure ottocenteschi tipici dell’età vittoriana. Questi ultimi si trovano più in periferia e hanno dei parchi all’inglese per andare a cavallo oppure giocare a cricket. Io avevo una stanza singola dove dormivo. Nel mio dormitorio c’erano circa 20 studenti con cui condividevo cucina e bagno. Poi c’era la mensa del college per la sera ma il cibo era veramente terribile, c’ho messo davvero tanto prima di adattarmi al cibo inglese. C’erano altri italiani come te? Li frequentavi? Si Oxford è pieno di italiani come studenti, nel mio college eravamo in quattro il primo anno e sei il secondo anno.. Raccontaci un po’ la tua Oxford: i tuoi luoghi preferiti, i tuoi passatempi…cosa facevi a parte studiare, ovviamente… Nel weekend qualche volta andavo a mangiare a pranzo nei pub piatti della cucina inglese. Nella zona vittoriana della città, Victoria era il mio pub preferito. Quando eravamo distrutti dallo studio, io e i miei compagni di studio migravamo tutti insieme al Victoria a mangiare i timballo di carne alla birra oppure fish and chips. Qualche volta mi sono concesso di andare nei parchi: Oxford ha due parchi enormi uno ad est e l’altro ad ovest della città. Uno si chiama University Park: è uno spazio verde enorme, tenuto perfetto perché ha tanti giardinieri. Andare nei parchi è un’esperienza importante per chi vive ad Oxford! Puoi assistere ad una partita di cricket o di calcio e socializzare. Noi in Italia abbiamo la piazza come luogo da sempre simbolo di socializzazione, in Inghilterra la stessa funzione è svolta dai parchi. Ovviamente non è divertente come andare a ballare, però è il massimo da fare per chi come me doveva studiare tutto il giorno. Studiando persiano ero in contatto con la comunità persiana, così andavo alle loro feste: Nowruz la festa di inizio anno dove ci sfondavamo di cibo persiano buonissimo. Un’altra attività è il punting: andare in barca per i canali di Oxford. Io l’ho trovato noioso perché avendo vissuto a Venezia avevo avuto esperienze in gondola più entusiasmanti e belle, però è stata un’occasione per girare tra parchi e campi tipici della campagna inglese. Ogni college ha un proprio boathouse, capannone con le barche. Se sei uno studente iscritto puoi usufruire gratis delle barche: il fondale è basso e con una pertica devi spingere per spostarsi. Importantissime ad Oxford sono le regate. Ogni college ha i propri rematori nei propri rowing clubs che si svegliano la mattina per fare allenamento e riescono anche a studiare, sono degli eroi per tutti gli studenti! …Soprattutto quando portano a casa le vittorie. Oxford ha 38 college, il più vecchio è del 1100. Ad Oxford c’è il college, dipartimento e scuola centrale, tre enti quasi indipendenti. Uno studente deve saper rapportarsi con le tre entità. La parte più bella di questa città? La parte nord della città, che è la parte vittoriana, degli anni ‘60 dell’800. Ha mantenuto tutta la sua struttura intatta, è molto verde e priva di turisti. Ci sono tante ville in campagna e la presenza di vecchi pubs la rende molto affascinante. E’ la parte intermedia tra la vita frenetica della città e la campagna inglese con pecore e boschi. In due anni avrai fatto anche qualche gita nei dintorni…quali sono i tuoi ‘advises’ su paesini o escursioni da non perdere nei dintorni? Ho girato pochissimo, non ho avuto molto tempo fuori dallo studio. Ho visto un po’ dell’Oxfordshire il cui simbolo è un cavallo enorme scavato nella collina di calcare, si chiama ‘Wake of the white horse’ (vedi foto). Consiglieresti di visitare una città come Oxford ad un mugellano? Certo! Io ho avuto un’esperienza da studente e come ti ho raccontato sono stato fisso a studiare e ho pochi riferimenti sul mondo del divertimento… però Oxford è una bella città, potrei fare da guida per chi ha intenzione di visitarla. Cosa invece ti è mancato dell’Italia? Sicuramente il cibo e le giornate primaverili. Il clima ad Oxford è piacevole, piove molto raramente ma le giornate sono corte e l’inverno, per me, non passava mai. Lo rifaresti questo percorso? Lo rifarei perché l’esperienza e la qualità dell’insegnamento sono davvero ottime nonostante sia una tortura studiare giorno e notte per due anni in maniera così intensa.  

 

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