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Marradi, il Bilancio e quelle spese 'campaniane' contestate

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Marradi, il Bilancio e quelle spese 'campaniane' contestate Marradi, il Bilancio e quelle spese 'campaniane' contestate © n.c.
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Una nota che arriva in redazione da SiAmo Marradi, a firma di Raffaella Ridolfi: In data 20 marzo 2019 richiedevamo l’elenco di tutti i mandati di pagamento effettuati dal Comune di Marradi nel 2018. A seguito dell’invio da parte dell’amministrazione del tabulato chiedevamo conto con 11 interrogazioni di alcune voci. Di nostro interesse furono 15 voci destinate al “PARCO CAMPANIANO” istituzione, Ente privato, Associazione o Fondazione a noi sconosciuta. Alla verifica delle determine rintracciate sul sito del Comune Amministrazione Trasparente fummo colti da stupore vedendo che riguardavano altri soggetti che non erano il “PARCO CAMPANIANO” ma altre associazioni. Nella risposta scritta all’interrogazione fu evidenziato come: “Per PARCO CAMPANIANO si intendeva un capitolo da utilizzare per il trasferimento di risorse ad un soggetto che gestisse tutte le attività di carattere prevalentemente culturale, ma che non essendosi realizzato/costituito nel corso dell’anno 2018, lo stesso capitolo è stato utilizzato per il riconoscimento di risorse ad altre Associazioni...”. Verificando le determine è evidente di come di campaniano ci sia ben poco. Altra cosa molto singolare agli albori della campagna elettorale, per il rinnovo del Consiglio comunale, risulta il pagamento per l’organizzazione di un convegno su “la nuova sanità a Marradi” con partecipanti oltre al Sindaco uscente all’epoca, di responsabili della Società della salute ed esponenti politici regionali. Abbiamo richiesto ulteriori spiegazioni agli uffici in merito a quanto avvenuto ritenendo il procedimento seguito piuttosto singolare. Ci sembra infatti strano che si possa imputare un mandato di pagamento ad una forma associativa che non esiste. Riteniamo oltremodo sconveniente che una rappresentazione non reale di chi ha realmente percepito i contributi non sia correttamente indicata nei mandati di pagamento inviata ad un consigliere comunale. Ci chiediamo perché non sia stata fatta una variazione di bilancio prima di procedere al pagamento dei fondi spesi, accorgimento minimo da utilizzare in una fattispecie del genere, non esistendo il soggetto individuato alla ricezione dei fondi, non ravvisando nelle attività svolte una particolare urgenza, tale da provvedere ai pagamenti in tempi brevissimi, cosa che invece si è verificata nella realtà, essendo stati fatti alcuni pagamenti subito nel giugno 2018. Facciamo fatica ad assimilare il concetto che sotto la dizione “Parco Campanniano” se identificata come voce di bilancio possano essere inseriti eventi sportivi o inerenti la sanità, ci chiediamo allora a cosa servono i capitoli di bilancio dedicati allo sport o alla sanità. Lo stesso bilancio del Comune di Marradi lo potremmo chiamare Bilancio del Parco Campaniano e non bilancio comunale. Riteniamo inoltre che una gestione dei procedimenti amministrativi da parte di una  amministrazione comunale di questo genere comprometta la trasparenza degli atti e la possibilità per i consiglieri comunali e per i cittadini, che possono usufruire dell’accesso civico, di avere notizie certe sulla reale disposizione delle risorse comunali. Considerando inoltre che il famoso convegno sulla “ Nuova sanità a Marradi”, per non soffermarsi sul resto, ha dei contorni che ad oggi sembrano sempre più impalpabili e trasversali, considerando anche la natura del soggetto che ha percepito i fondi per organizzarlo, ci piace sottolineare, visto il periodo in cui è avvenuto questo strano procedimento amministrativo, come in base all’art. 38, comma 5, del Dlgs. n. 267/00 (Tuel) sia previsto che “i Consigli durano in carica sino all’elezione dei nuovi, limitandosi, dopo la pubblicazione del Decreto di indizione dei comizi elettorali, ad adottare gli atti urgenti e improrogabili”. Norma inserita dal Legislatore per evitare che l’Organo consiliare in carica possa condizionare lo svolgimento della campagna elettorale attraverso atti che vanno ad incidere sulla formazione della volontà popolare e favorire i Consiglieri in carica che potrebbero anche rivestire la qualità di candidati al rinnovo del Consiglio (Tar Veneto, Sentenza n. 1273/96 e Consiglio di Stato – Sezione I, Sentenza n. 2955/03). Inoltre l’art. 9 della l. 28/2000 stabilisce che «Dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale ed indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni». Il divieto copre ogni forma di comunicazione, con qualsiasi tecnica e a qualsiasi scopo effettuata a partire dalla convocazione dei comizi elettorali (che normalmente avviene tra 70 e 45 giorni prima della consultazione): le amministrazioni devono astenersi non solo dalle manifestazioni volte ad appoggiare le liste o i candidati impegnati nel confronto elettorale (propaganda elettorale in forma diretta), ma anche da tutti le attività di comunicazione che, avendo come finalità principale la promozione dell’immagine politica o dell’attività istituzionale dell’ente stesso, stimolino una rappresentazione positiva o negativa di una determinata opzione elettorale (propaganda elettorale in forma mediata). La ratio della norma è anzitutto evitare che l’attività di comunicazione istituzionale realizzata dall’amministrazione durante questo periodo “sensibile” possa sovrapporsi ed interagire con l’attività propagandistica svolta dalle liste e dai candidati, dando vita ad una forma parallela di campagna elettorale, sottratta a qualsiasi tipo di regolamentazione. In secondo luogo, la norma vuole impedire il consolidarsi di un vantaggio elettorale a favore dei politici uscenti (incumbents) nei confronti degli sfidanti (challengers), date le innumerevoli facilitazioni, in termini di comunicazione e di visibilità, di cui i primi dispongono in via esclusiva e gratuita. Da ultimo, ma non in ordine di importanza, la norma mira ad evitare un uso distorto di risorse e denaro pubblico a fini di propaganda (diretta o indiretta) favorevole ad alcune forze politiche e a danno di altre. Attendiamo una risposta adeguata da parte degli Uffici e del Sindaco Triberti valutando seriamente di inviare gli atti alle autorità competenti per la verifica della loro regolarità. Raffaella Ridolfi

 

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