OK!Mugello

Anziani: risorsa o problema? La riflessione di "Libero e scorretto"

Abbonati subito
  • 1190
Anziani: risorsa o problema? La riflessione di Libero e scorretto Anziani: risorsa o problema? La riflessione di Libero e scorretto © n.c.
Font +:
Stampa Commenta

Se fino a qualche anno fa cambiavo canale quando sullo schermo della Tv vedevo apparire Mirabella con il suo “Elisir”, leggevo con marcato distacco e voluta disattenzione redazionali su medicinali e salute, e saltavo d’un balzo, come se neppure li vedessi, articoli di giornale in cui si discorreva delle problematiche degli anziani, è altrettanto certo che da tre o quattro anni, mi sono ritrovato lettore molto più attento e critico sull’argomento.

Per un po’ mi sono chiesto la ragione di questo repentino  cambio di gusti, dandomi di volta in volta spiegazioni diverse.

Dapprima mi sono detto che era per cercare qualche rimedio al dolorino alla schiena che sentivo scendendo le scale e per avere qualche nome di medicinale per il fastidioso dolore alla cervicale.

Poi ho pensato che in questi ultimi anni fosse cresciuta la bravura di chi scriveva i pezzi e fossero più interessanti i nuovi conduttori televisivi. Non convinto dalla banalità delle riposte, ho addirittura dato merito ai miei occhiali nuovi che mi permettevano di leggere meglio.

Ma poi, da ultimo, guardando la mia carta d’identità ingiallita pur non essendo stata al sole, ho dovuto metabolizzare quello che era ovvio…e cioè che quegli argomenti, soprattutto per l’età, non mi erano più totalmente estranei.

Detto ciò, che non è alibi né giustificazione, ma conforto per le mie nuove attenzioni, mi sono letto con certosina pignoleria quanto pubblicato da “OK!Mugello” sul “Profilo di salute del territorio”, e segnatamente i dati statistici riportati sugli anziani, la popolazione e la sanità.

Al termine della istruttiva lettura, ho inizialmente preso atto con soddisfazione, soprattutto in tempi in cui si discorre di tagli alle pensioni e altre amenità del genere, dell’innalzamento del tasso di vecchiaia e del fatto che in Toscana, e segnatamente nel Mugello, ci sia una risposta adeguata delle Istituzioni alla crescente richiesta di servizi e assistenza per le fasce anziane della popolazione anziana, numericamente in continua crescita.

Dopo la momentanea positiva riflessione sulla bontà della notizia, perché sarebbe da matti non considerarla tale, ho anche pensato, per ragioni intuitive anche personali (se tutto va bene, siamo infatti tutti destinati a diventare anziani) alle problematiche che tutto ciò può comportare.

Il fenomeno dell’aumento dell’aspettativa di vita media è stato veloce e esponenziale nella sua crescita. Nella cosiddetta età preistorica del bronzo l’età media dell’uomo si attestava sui 27 anni, in epoca preindustriale, quindi pochi secoli fa, l’aspettativa di vita non superava i 45/50 anni. Oggi si entra nella terza età a settanta anni e in occidente la speranza di vita è di 75/80 anni.

Se tutto questo non può che rendere felice i singoli individui (e il sottoscritto) perché a ognuno di noi piace solcare il più possibile questa vituperata terra, è anche indubbio, che tale stato di cose modificherà grandemente la composizione della popolazione, con ogni intuibile conseguenza di ordine economico/finanziario e di bilancio per lo Stato, e gli Enti locali, che dovranno farsi carico di tutto ciò.

In sostanza, l’invecchiamento precoce e repentino della popolazione e la diminuzione delle nascite, faranno si che fra un po’ saremo tutti vecchi (si spera), sani (ce lo auguriamo), ma anche decrepiti (brutta parola, che però rende bene l’idea) e incapaci per ragioni fisiche, di provvedere, anche solo parzialmente, a noi stessi, in presenza di uno Stato incapace, o solo impossibilitato, a provvedere per tutti, per via di risorse dedicate insufficienti, che ancora una volta sarà costretto a scaricare il problema sulle famiglie.

Cosa faremo allora, e cosa fanno già oggi in molti?

Cosa faremo quando nessuno potrà stare a casa a far compagnia ai nostri vecchi?

Girala come vuoi, a meno di miracoli che al momento non si vedono all’ orizzonte, ci sono e ci saranno solo due soluzioni.

La prima sarà quella di trovare una badante, che pare cosa facile, ma facile non è.

Perché, quando anche la trovassimo, ci si porrà il problema dell’opportunità o meno di far entrare in casa persone di Paesi, lingua, cultura e talvolta religione, diverse. Risolto questo, nascerà l’esigenza di ottenere il gradimento della persona assistita, che spesso non vuole nessuno o non ritiene di essere così vecchio da avere necessità di un’assistente… poi ci saranno da valutare i costi, le pastoie burocratiche, i problemi assicurativi (ore, categoria, mansioni) con i rischi di possibili cause per straordinari diurni e notturni, le insopprimibili e giuste esigenze della stessa badante, che ha, a sua volta, una famiglia e un diritto alle ferie, oltre agli altri mille problemi che chi ha una badante in casa ben conosce.

La seconda soluzione è quella di mettere l’anziano in una casa di riposo.

E qui si passa dalla padella nella brace. I costi, a meno che tu non abbia avuto la fortuna di avere sussidi o presidi assistenziali sono alti, spesso altissimi, e talvolta la collaborazione economica in famiglia scarseggia, perché quando c’è da tirar fuori quattrini qualche fratello si ritrova figlio unico, e poi l’anziano non vuole andarci perché si sente sradicato dalle proprie cose e dalla casa dove ha vissuto, e così via.

Come si vede il problema non ha una facile soluzione, che però va cercata, perché non serve rimandarla e più il tempo passa e le cose si complicano. E’ quindi necessario che lo Stato (tutti gli Stati) affrontino questo enorme questione che interessa tutti il prima possibile, dedicando studi, attenzione e risorse attuali e future, per scenari che non sono ipotesi teoriche ma certezza.

Detto questo, solo per un attimo, permettetemi di lasciare il crudo realismo dei numeri e aprire il libro dei sogni per sperare  che nel nostro prossimo futuro si possa tornare, per una volta a un passato diverso, più felice e solidale, dove sarà possibile apprezzare la crescita dell’età media delle persone non come un problema ma come una risorsa, dove chi è anziano non si sentirà zavorra ormai inutile  per gli altri e a se stesso ma potrà sentirsi ancora persona viva e non cosa vecchia da buttare, perché tutti dobbiamo ascoltare e tenere a mente quanto dice un antico detto orientale: quando muore una persona anziana è una biblioteca che brucia.

Sante parole queste…e poi quel dolorino che ho alla schiena non accenna a diminuire…

 

 

Lascia un commento
stai rispondendo a