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Treni notturni. Quando la politica non ringrazia

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Treni notturni. Quando la politica non ringrazia Treni notturni. Quando la politica non ringrazia © n.c.
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Ognuno ha ciò che merita. Ed è vero, il più delle volte, nella maggior parte dei casi. Capita però anche il contrario; cioè che un riconoscimento, un segno di gratitudine sia negato: deliberatamente o meno. E’ il caso di Matteo Chelli (classe 1997, di Barberino) sulla questione del servizio sperimentale dei treni notturni, per cui dal 30 aprile al 28 maggio, tra il sabato e la domenica, si proverà a rendere efficiente un’iniziativa utile alla collettività, dai giovani alle famiglie, per attivare la tratta Firenze-Mugello ed evitare l’uso delle automobili. Con tutto quello che ne consegue sul piano economico e della sicurezza stradale (qui per dettagli). Nei giorni scorsi ci si è fatti delle domande: a chi attribuire la paternità dell’idea? Davvero è stata calata dall’alto solo ed esclusivamente da una politica attenta alle «necessità del territorio»? Sarebbe troppo facile dubitarne a prescindere e troppo banale attaccare per il gusto di farlo. Ma sarebbe anche sbagliato far finta di non vedere, o di non sapere: davvero senza l’impegno di Chelli e dei suoi amici (per citarne uno, Gabriele Carpini) staremmo a congratularci con alcune amministrazioni smaniose di farsi applaudire? Magari sì, ma qualche dubbio rimane. Soprattutto se si ricostruisce la storia. La petizione "Sabato Sera Mugello" parte il primo gennaio, con una discreta campagna pubblicitaria per raggiungere un obiettivo che pian piano raccoglie consensi, poi adesioni. Un servizio pubblico necessario, anzi dovuto secondo i promotori. Le cose infatti vanno subito bene e comincia a muoversi qualcosa: un amico consiglia a Chelli di rivolgersi al consigliere regionale della Lega Nord Jacopo Alberti; il sindaco di Borgo San Lorenzo decide di convocare il ragazzo direttamente in comune per discutere sul da farsi. Prima avviene l’incontro con Omoboni, poi quello con Alberti (con il quale Chelli in seguito andrà anche su Tele Iride a discutere della possibilità di treni notturni). Si inizia a credere di poter passare dalle parole ai fatti; l’interesse della Regione c’è. E non a caso a fine febbraio, la commissione ambiente in Consiglio approva all’unanimità una mozione, presentata dall'esponente leghista, relativa alla petizione. Intanto, però, e apparentemente senza motivo, i rapporti con i primi cittadini si sono interrotti. I ragazzi cercano un appoggio, un confronto: ma inutilmente. Con questo repentino cambia di rotta da parte dei primi cittadini locali, si arriva ai giorni nostri: la Toscana, ufficialmente, istituirà due servizi (come detto, sperimentali) per valutare se la soluzione possa essere commisurata alle reali esigenze della popolazione. Si comincerà con un banco di prova importante: la Notte Bianca  del 30 aprile. Il problema, se c’è, nasce qui. Nel comunicato relativo alla notizia i meriti se li sono spartiti sindaci e assessori, sottolineando come l’iniziativa fosse stata già attivata dall’ottobre 2015. Si è messo insomma il cappello sulla proposta, senza però ricordarsi di chi, se non a farla nascere, quanto meno si è impegnato nel diffonderla. Questione politica? Anche e soprattutto perché Chelli non ha particolari cure nel nascondere la sua vicinanza al partito di Alberti? Crediamo di no. E se pure lo fosse, cioè una mossa con velleità elettorali, cercare di sovrastare i concorrenti fa parte del gioco. Niente di grave. O meglio: niente che non si sia già visto. Ma il punto è un altro. Al di là delle bandiere e dei personalismi, non si è dato peso a un contributo fondamentale. Per di più portato avanti da ragazzi, ai quali spesso, e non a torno probabilmente, si affibbiano etichette pesanti. Ora, se anche nei meandri degli uffici comunali di Borgo San Lorenzo, o di Scarperia, o Barberino, o qualunque altro palazzo, ci siano carte che dimostrino l’interesse dei sindaci per i treni notturni mesi, o addirittura anni, prima che Chelli e amici decidessero di rimboccarsi le maniche e propagandare quando si erano prefissati di realizzare; cambierebbe qualcosa? Si ragioni: davvero una petizione con più di mille firme, gli intensi contatti con Alberti (promotore della mozione dopo la consultazione con Chelli), i riflettori puntati sulla faccenda e l’impegno quotidiano non meritano un ringraziamento? E' inopportuno montare ulteriori polemiche quanto credere che la domanda non abbia una risposta ovvia.

 

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Commenti 1
  • Layrus

    Certo che se il ragazzo in questione si fosse premurato di lasciar assorbire l'iniziativa come un'iniziativa per i ragazzi anzich qualcosa di perpetrato per forza da un entit politica... In ogni caso ricevere consensi colmando i bisogni della gente una pratica comune ma pericolosa... Nel sud lo sanno...

    rispondi a Layrus
    dom 17 aprile 2016 03:24