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Italo Boni. Dopo il lutto la famiglia ringrazia i sanitari e la comunità di San Piero

Italo, vetraio del paese durante il periodo lavorativo e poi presenza immancabile – fino all’arrivo del lockdown – al tavolino d’angolo del Bar Marcello

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Lettera di ringraziamenti Lettera di ringraziamenti © OK!Mugello
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Una toccante lettera in redazione:

Sono trascorsi ormai quasi due mesi dalla morte di mio padre Italo, ma non abbiamo dimenticato le persone che ci sono state vicine, in particolare negli ultimi giorni del suo lungo percorso di vita.

In primis i ringraziamenti vanno alla Dottoressa Giulia Paladini, il nostro medico di base, sempre presente e disponibile all’ascolto, forse con la consapevolezza che uno stretto familiare coglie anche sfumature che possono non apparire rilevanti, ma utili comunque in un contesto globale.

Grande plauso, inoltre, al personale del servizio infermieristico del Presidio di San Piero a Sieve, Gianna, Gabriele e Dina, davvero puntuali da un punto di vista emotivo oltre che professionale. Un fiore all’occhiello della nostra sanità il sistema dei Presìdi socio-sanitari, punti di riferimento importanti nei piccoli paesi per le persone fragili e malate. Senza di loro non si può neanche pensare alla solitudine assistenziale nella quale molte famiglie sarebbero piombate, soprattutto in questo periodo in cui il Covid ha visto una riduzione forzata delle visite domiciliari.

Grazie anche all’Unità di cure palliative dell’Ospedale del Mugello, diretta dal Dr. Maurizio Mannocci, ed al suo staff efficiente e preparato. Sembra tutto scontato, ma siamo rimasti molto colpiti soprattutto dalla sensibilità del Dr. Mannocci, che si percepisce anche nei suoi collaboratori. Non si tratta di sola competenza, ma di una vicinanza e un’empatia che non ti aspetteresti in questa misura. Ed anche questo servizio teniamocelo ben stretto. Oltre che una reperibilità di ventiquattr’ore su ventiquattro – con una disponibilità reale, alle undici del mattino come alle tre di notte – ci sono delle qualità che vanno oltre la competenza scientifica. L’attenzione e il rispetto per la persona che soffre e la sua famiglia, ad esempio, attraverso considerazioni e consigli comportamentali tutt’altro che scontati, soprattutto in momenti simili. Ma anche una dolcezza di approccio, e insieme una fermezza di decisione, che mettono chiunque a proprio agio, facendolo sentire davvero sostenuto. Le offerte raccolte in memoria sono state devolute, proprio su indicazione di Mannocci, all’associazione locale Insieme per Mano Onlus, che con i suoi volontari adeguatamente formati coadiuva il servizio di cure palliative.

Un abbraccio forte, con stima e affetto, a Mimoza, l’assistente personale del babbo, che stavo per dimenticare solo perché considerata parte della famiglia. Ora che la sappiamo in un’altra casa sanpierina, la sentiamo ancora un po’ vicina a noi.

Infine, la nostra riconoscenza va a tutti coloro che hanno voluto essere presenti durante il commiato e manifestare il loro affetto, compresi tanti giovani, anche se si trattava di una persona che stava per raggiungere il traguardo dei 100 anni. Del resto Don Daniele, parroco di S. Piero, ha ben riassunto durante l’omelia la voglia di vivere e di relazionarsi con gli altri di mio padre, vetraio del paese durante il periodo lavorativo e poi presenza immancabile – fino all’arrivo del lockdown – al tavolino d’angolo del Bar Marcello, i cui proprietari, personale e clienti non potranno mai essere ringraziati a sufficienza. Sempre per citare le parole di Don Daniele, l’auspicio più grande è proprio quello di immaginarlo, adesso, al Bar Marcello dei Cieli.

Elisabetta Boni e famiglia 

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