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Mugello zona rossa. Il commento e l'analisi di Giannelli (Forza Italia)

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Giampaolo Giannelli Giampaolo Giannelli © n.c.
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Spiega in una nota Giampaolo Giannelli, di Forza Italia:

 Da lunedi 12 aprile la Toscana diventa arancione, ma la provincia di Firenze (e quella di Prato) restano rosse. Rosso come il Mugello, che quindi ha da settimane bar e ristoranti chiusi, parrucchieri, estetiste e la maggior parte delle attività chiuse; eppure in alcuni comuni mugellani, non solo i contagi giornalieri non scendono ma anzi sono saliti seppur con tutte le attività chiuse. Segno evidente che la correlazione negozi - attività aperte - virus che circola di più è sbagliata, ed occorre invece anche a livello locale agire contro quei comportamenti irresponsabili, in tema di assembramento e di uso  corretto di mascherine, che niente hanno a che vedere con l'apertura o meno di esercizi commerciali.

Queste le dichiarazioni di Giampaolo Giannelli Vice Coordinatore provinciale Forza Italia Firenze..

Dopo aver letto le dichiarazioni dei Sindaci mugellani, favorevoli al mantenimento della zona rossa - prosegue Giannelli - pur comprendendo le ragioni di chi sostiene che la pressione nelle strutture sanitarie è particolarmente elevata, rendendo necessario mantenere quindi la zona rossa in Mugello, mi sono però identificato in toto nelle dichiarazioni del Sindaco di Firenzuola Giampaolo Buti che, molto giustamente, oltre a sottolineare il problema sanitario pone l'accento sulle enormi problematiche dei titolari di attività, messi in ginocchio dalla pandemia, e non ristorati in maniera adeguata.

Non dobbiamo puntare il dito accusatorio nei confronti di nessuno, nè attaccare categorie, ne postare sui social foto di coloro che sono senza mascherina - conclude Giannelli - ma pur nella consapevolezza dei numeri esigui delle forze dell'ordine presenti sul territorio, occorre controllare di più e sanzionare severamente tutti coloro che sono trovati a contravvenire alle regole in materia di prevenzione, senza fare alcuna differenza di fascia di età o altro.

In attesa dei VACCINI che sembrano essere l'unica soluzione, solo aumentando i controlli e le sanzioni potremo finalmente ricominciare a fare una vita normale, riaprendo le attività presenti sul territorio e consentendo a giovani e meno giovani di tornare a fare quel che facevano prima. In questa fase purtroppo gli appelli non funzionano, quindi occorre agire con forza sul fronte repressivo. Perchè come vediamo, e gli esempi dei numeri del contagio lo dimostrano ad esempio Dicomano e Londa, le zone rosse e le chiusure di attività, se non accompagnate dal resto, non servono a niente.

Giampaolo Giannelli Vice Coordinatore provinciale Forza Italia Firenze.

 

 

 

 

 

 

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Commenti 3
  • Mugelli Giampiero

    Oramai questo giocare con i colori è diventato un lotto colorato che non serve a niente a livello contagio. Oramai pure gli asini lo hanno capito, la gente ha bisogno di lavorare molti non hanno uno stipendio fisso a fine mese e sono alla disperazione. Di questa incapacità politica e sanitaria regionale e nazionale vedremo le conseguenze ha livello economico e occupazionale tra un paio di anni e allora come sempre i politici e gli scienziati continueranno a parlare, parlare, sono bravi a parlare un poco meno ad agire

    rispondi a Mugelli Giampiero
    mer 14 aprile 2021 02:38
  • Beppe Giussanesi

    Quella di chiuderci in casa e di chiudere molte delle attività commerciali (CON TUTTO IL LORO INDOTTO) a me sembra la soluzione più semplicistica. Adottata da chi a fine mese lo stipendio lo riscuote comunque.

    rispondi a Beppe Giussanesi
    lun 12 aprile 2021 08:19
  • Beppe Giussanesi

    "In attesa dei vaccini che sembrano essere l'unica soluzione". Questo è l'unico "mantra" ricorrente. La chiusura delle province di Firenze e Prato risulta essere stata adottata principalmente per la situazione di quasi saturazione degli ospedali. Mi domando, perchè nessuno prende in seria considerazione i metodi di cura da tempo adottati dal gruppo dei medici che fa capo al Dr. Mangiagalli, di Milano, oppure a quello della Dr.ssa Maria Grazia Dondini, di Monterenzio, e quello del prof. Remuzzi dell' Ist. M. Negri di Milano. Tutti questi medici sostengono (non smentiti) che con il loro metodo di cura si riduce del 90% la necessità di ricovero in ospedale, oltre naturalmente ad abbattere la mortalità. (Segue)

    rispondi a Beppe Giussanesi
    lun 12 aprile 2021 08:16