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Le merende del lunedì di Pasquetta. Ecco dove andavano i borghigiani negli anni Trenta

Ricordi di altri tempi.

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Lunedì di Pasqua del 1935. Borghigiani in fila sul bastioncino del torrente Formicone verso il Bosco delle Fonti Lunedì di Pasqua del 1935. Borghigiani in fila sul bastioncino del torrente Formicone verso il Bosco delle Fonti © Archivio Aldo Giovannini
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Il lunedi dell’Angelo, o il giorno di “Pasquetta” in molti paesi del Mugello era tradizione che le famiglie si ritrovassero in un luogo (pratoni, boschi, colline), per stare insieme e consumare i cibi che le massaie avevano già preparato: coniglio fritto, festicciola di agnello, lesso rifatto con le cipolle, affettati e in certi posti anche le bracioline fritte. Ognuno, come sopra scritto, aveva rigorosamente il suo territorio.

Un esempio; Borgo San Lorenzo si divideva in due (classico, visto e considerato che Borgo era il paese dei doppioni!), la parte sud est si portava al Bosco delle Fonti sotto Villa Martini Bernardi a Votanidi, seguendo il corso del torrentello detto il “Formicone”, mentre la parte nord est si portava nel parco di Corte sotto la Villa Frescobaldi. Era un modo di stare insieme, di mangiare, di divertirsi, cantando e ballando sotto le note della classica fisarmonica, che tanti all’epoca sapevano suonare, e naturalmente iniziavano i primi amorini primaverili di una lontana gioventù.

I “socialisti” (altra tradizione) andavano invece a far merenda alla fonte dell’Alpe sul Passo della Colla, poiché si diceva che il titolare della Pensione, all’epoca, fosse un simpatizzante socialista!

A proposito. Il torrente Formicone non è altro che il toponimo popolare della nobil famiglia De Formiconi, estinta da secoli che aveva costruito la villa in fondo lo Stradone (attuale residenza dell’amico dott. Luigi Mercatali, il farmacista), la quale gentilizia residenza una volta estinta la famiglia De Formiconi, passò per eredità alla nobil Famiglia Pandolfini di Firenze. Ecco la stringata storia di questo torrentello, che sposa la Sieve sotto il ponte d’ingresso al Borgo. Buona Pasquetta a tutti, anche se relegati in casa da questa stramaledetta pandemia.

(Archivio A.Giovannini)

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