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Everesting. Braccesi ha compiuto l'impresa. La cronaca

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Uno dei supporter attende l'arrivo di Braccesi dormendo sotto le stelle Uno dei supporter attende l'arrivo di Braccesi dormendo sotto le stelle © Profilo Facebook Guglielmo Braccesi
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I lettori ricorderanno che nei giorni scorsi abbiamo annunciato che il ciclista mugellano Guglielmo Braccesi avrebbe compiuto l'impresa dell'Everesting (coprire cioè in una impresa sportiva un dislivello pari all'altezza del monte Everest (clicca qui). Ebbene OK!Mugello, che di questa impresa è stato media partner, può ora finalmente dare la notizia che la prova è stata superata. Ecco il racconto di Braccesi:

Everesting, istruzioni per la lettura. Testo lungo, prendetevi 10 minuti. Per chi vuole il riassunto: è andato tutto bene!! Fine.

...e poi decidi di provare a superare un limite, un'asticella virtuale che ti sei imposto. Decidi di farlo per tua soddisfazione personale, non lo nego, ma soprattutto per far "rumore" e per incitare le persone a fare una piccola o grande donazione in favore dell'Ospedale del Mugello, per portare un piccolo contributo a chi, infaticabilmente lavora per tutti noi, in favore di chi ha vissuto due mesi di lock down senza tutti gli adeguati presidi sanitari che gli avrebbero garantito per lo meno la propria salute. Pensi che le tue 20-24 ore di estenuante pedalata siano nulla in confronto agli estenuanti 2 mesi di lavoro stressante che hanno condotto gli angeli della sanità. E allora metti su la tua macchina organizzativa, ti prepari nei mesi del lock down pedalando sui rulli in terrazza e dopo, una volta riaperte le strada ai ciclisti, pedalando su e giù per l'Appennino, cercando ogni volta di fare giri sempre più lunghi. Ma è impossibile per uno che lavora e che ha una famiglia, assentarsi per giornate intere per pedalare. ed allora approfitti delle mattine all'alba, o delle notti dopo il tramonto, a volte assaporando il nostro Mugello in orari inconsueti ed estremamente romantici come il tramonto dal Monte Falco o l'alba dal Passo della Sambuca.

E poi arriva il giorno prima della prova, quando il Vice Sindaco del Comune di San Godenzo ti chiama costernato per comunicarti che dovrai spostare la tua data di partenza causa operazioni di ricerca di una persona scomparsa... E li ti si scombussolano i piani mentali di avvicinamento alla prova. Ovviamente non cambiano la forma fisica, ci mancherebbe, quella di un amatore da media classifica non è mai una forma fisica, ma quella mentale si, che deve essere resettata e fatta ripartire. Ma poi il giorno X arriva e con una celata emozione ti dirigi alla partenza, dove pian piano arrivano tanti amici venuti per sostenerti in quest'impresa. Con estremo piacere vengono anche il Sindaco ed il Vice Sindaco di San Godenzo con i quali scambiamo alcune parole prima di partire e che, istituzionalmente, danno il via alla prova. La prima salita è ancora molto calda tanto da darmi subito problemi, forse anche l'ultimo mangiare che mi è rimasto sullo stomaco. Mi accompagnano Giovanni Menchi e Lorenzo Monti che poi resteranno fino al giorno dopo accampati al Monte Falco. Alla partenza anche Nicola Rossini che fino alla fine mi ha dato un aiuto impagabile, rimettendomi in forma con i suoi massaggi ed accompagnandomi nelle salite finali. La seconda salita, nel mio avvicendamento di maglie, mi ha visto indossare la maglia di Quelli della Domenica. Alla partenza ho trovato il Maestro Marco Lapucci che mi ha portato un sacco di fantastiche sorprese. In questa salita però ho "pagato" il malessere della prima, dovendo pure scendere di bici nel tratto più impegnativo, cosa che non mi era mai successa in tutte le prove che avevo fatto. La terza salita l'ho fatta con la maglia di Bicipedia di Massimo Gerbi, salita nella quale ho ricominciato a trovare ritmo ed a stare meglio... Beh ho pensato, se mi servono 70 km per cominciare a star bene...

La notte intanto era calata e le discese mi vedevano più lento a causa della visibilità estremamente ridotta, specie nel bosco. Il freddo in quota la faceva da padrone tanto che per scendere dovevo indossare una giacca a vento e dei pantaloni da montagna imbottiti. Nel frattempo Nicola che mi attendeva a valle era passato dalle infradito al piumino... Alla partenza, rabbrezzoliti dal freddo, anche @Tommaso Quartani e @Ciclismomugellano. La quarta salita l'ho fatta ripensando al mio primo giro in bici ed ho indossato la maglia Pro-shop Lucca riuscendo a trovare un ottimo e costante ritmo e facendo tutta la salita in poco più di un'ora e mezzo, forse complice aver ritrovato una giusta alimentazione ed idratazione, completamente sballate sulle prime salite. La quinta salita è stata accompagnata dalla maglia di Quelli Del Sabato Mtb. Il dolore alle ginocchia aveva cominciato a farsi sentire e la fatica della fine della nottata cominciava a farmi sentire una bella stanchezza. Senza un apparente motivo logico, ad un terzo della salita mi si è spento il Garmin. Sono andato nel panico pensando di aver perso tutto il set dei dati. Mi sono fermato e riaccendendolo ho visto che mi era tornato sulla schermata precedente allo stop. Con un sospiro di sollievo ho ricominciato a pedalare, rendendomi conto però che la velocità e la quota venivano segnate, mentre il dislivello totale restava invariato. Ho pensato all'ennesimo bug del mio Garmin, non nuovo a queste "alchimie" topografiche. Ma ricominciando la discesa, mi si è rispento di nuovo. Riaccendendolo mi sono ricordato che la volta precedente non avevo cliccato sullo start, perdendo di fatto quasi tutti i dati della quinta salita. Lo sconforto mi ha attraversato tanto da farmi ammirare le stelle per qualche secondo e il silenzio della notte è stato interrotto da un urlo di rabbia.

Ho ripreso a scendere per iniziare la sesta salita con la maglia dei Lupi di Palaie Pelago. Ad aspettarmi alla partenza la persona più altruista che io conosca, il Presidente di questo fantastico gruppo, Passerini Massimo con il quale abbiamo fatto insieme tutta la salita chiacchierando nei momenti non troppo impegnativi. Insieme a noi anche Paolo Romagnoli venuto apposta per vedermi su una delle otto salite. In vetta l'ennesimo cambio di maglia che mi ha visto indossare i colori di Quelli di Sagginale (Caput Mundi). Per le salite finali avevo deciso di indossare due maglie di particolare importanza per me, che mi dessero la forza di proseguire in questa impresa. Ed infatti la settima salita è stata il preludio del calo delle forze. Durante la discesa avevo incrociato i ragazzi di Bicipedia e gli Esordienti del CC Appenninico che salivano. Con entrambi ci siamo salutati con rumorosi alè, alè!! In vetta alla settima salita lo stato fisico era arrivato a consunzione. La voglia di ripartire era prossima allo 0, forse anche al -2, ma l'idea di trovare i "miei ragazzi", i miei Esordienti del CC Appenninico sul percorso mi ha fatto cambiare e ripartire. Era la volta della maglia del Club Ciclo Appenninico, era la volta della maglia della squadra per la quale faccio il Direttore Sportivo, è la maglia con la quale quando vedo correre i ragazzi, mi batte più forte il cuore di quando corra io, è la maglia con la quale corre mio figlio. E solamente questo bastava per ritrovare se non le energie, almeno gli stimoli per compiere l'ultima salita. Salita che ho fatto solo ed esclusivamente con il cuore e con la forza di volontà, perchè nient'altro era restato da poter sfruttare. Salita fatta insieme ad Andrea Coppini, a Leonardo Giachetti a Nicola Rossini ed a Massimiliano Parigi che ha usato la sua acqua versandomela in testa e sulla schiena, toccasana impensabile sotto il sol leone delle 14 del pomeriggio, dopo 215 km fatti e dopo gli 8000 metri di dislivello. Via mancavano solamente 15 km e i famosi o famigerati 1147 metri di salita. Tra me e la fine soltanto una... foratura. E' già, perchè a metà dell'ultima salita una foratura ci sta sempre bene... tanto la lucidità per accomodarla c'era tutta...

Per fortuna in diversi mi accompagnavano ed i danni sono stati limitati. Ad attendermi alla Fonte del Borbotto tutti gli esordienti insieme ad un nutrito gruppo di genitori e nonni (non vi cito tutti, eravati tantissimi!!) a fare il tifo. E poi le ultime curve, inizio a sentire le voci provenienti dal piazzale. La infaticabile Stefania Bartolozzi con una bottiglia in mano, Hidde Heydendael, Raffaello Braccesi, Suphamat Belli, Marta Carlesi e Vittorio Braccesi, tutte persone che hanno passato la notte svegli per seguirmi durante la prova. E poi tocco il cartello che ho posizionato il giorno prima a segnalare la fine prova. E' finita. Ho portato a compimento la mia promessa. Spero di aver potuto raccogliere abbastanza per l'Ospedale del Mugello. Ringrazio tutti quelli che per questo scopo si sono privati di un caffè, o di una pizza. So che qualcuno si è privato di assai di più. Ma non è la cifra che fa l'importanza del gesto, ma il gesto in sè, per il quale va tutto il mio ringraziamento. Un ringraziamento a tutti i gruppi ciclistici mugellani e non solo che oltre a fornirmi una loro maglia a dimostrazione dell'unione nell'importanza degli intenti, si sono adoperati per aiutarmi a raccogliere qualche soldino. Infine un ringraziamento speciale a tutti quelli che hanno passato due giorni insieme a me regalandomi la possibilità di portare a termina questa prova


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