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Epidemie. Le precauzioni di 110 anni fa erano uguali ad oggi

Nuovo interessante contributo storico di Aldo Giovannini

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Il testo tolto dal Messaggero del Mugello Il testo tolto dal Messaggero del Mugello © Aldo Giovannini
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Terza ed ultima parte: Come era prevedibile, gli articoli sugli eventi storici che hanno caratterizzato il nostro territorio inerenti alle epidemie che nel corso dei secoli hanno colpito sia il Mugello che il territorio nazionale (pubblicati a puntate su OK!Mugello) sono stati molto apprezzati (anche se in qualche periodo ogni tanto ci scappa l’errore ortografico o errori di date, come hanno segnalato con educazione e senso civico i lettori). Roba di poco conto, quisquilie come si diceva in gergo, l’importante è essere venuti a conoscenza di quello che dovettero subire i nostri nonni nelle varie epoche con la peste, il colera, la febbre spagnola, il terremoto, l’asiatica e chi ne ha, più ne metta.

Un lettore di Vicchio di Mugello ci chiede gentilmente quali fossero le precauzioni che venivano prese, cosa consigliavano i medici, insomma cosa e come veniva messo in atto per debellare queste sciagure, che gettarono nel dolore e nello sconforto moltissime famiglie. ll rarissimo compendio del Dott. Gisberto Ferretti, primo direttore sanitario nel 1872 dell’Ospedale di Luco di Mugello, denominato "Topografia Statistica e Medica del Comune di Borgo San Lorenzo", di cui custodiamo una copia originale dei 300 esemplari stampati a Modena nel 1882, spiega con dovizia di particolari quelli che all’epoca erano gli accorgimenti da tenere quando giungevano le varie infezioni epidemiche, che colpivano con più facilità le classi più povere (vedi i pigionali), i contadini, insomma le persone dell’ultima scala sociale. Non siamo qui a fare la trafila di quello che il dott. Ferretti spiega con dovizia di particolari, quello che la scienza dell’epoca poteva mettere in campo sul piano medico e sanitario, specificando però quelle che erano le regole, le norme e il comportamento da tenere nel settore segnatamente igienico.

Tornando nel '900, quando cioè il Mugello fu colpito dalla "Febbre Spagnola" che fece 40 milioni di morti, in un articolo sul "Messaggero del Mugello", dove si ricordava i deceduti della settimana, come del resto abbiamo pubblicato nella scorsa recensione sembra di essere tornati nel 2020; infatti si legge: " L’epidemia può essere facilmente arrestata se ognuno avrà cura di attenersi alle norme conosciute e cioè: lavarsi spesso le mani, la bocca e le narici con acqua e sapone o con acqua all’1 per mille di acidico salicilico, 3 grammi di acido salicilico sciolto in un fiasco di acqua bollente; evitare il contatto con malati e convalescenti e quando ciò per ragioni di umanità sia impossibile evitare il contatto coll’alito del malato; arieggiare spesso gli ambienti e della persona; grande nettezza degli ambienti e della persona; non affollarsi in locali ristretti; non esporre alle mosche e alla polvere i cibi; non adoperare bicchieri e posate se prima non si è sicuri della loro nettezza, etc, etc. Quindi una raccomandazione all’ autorità comunale perché siano spesso annaffiate le strade e siano il più sollecitamente possibile i cadaveri dalle abitazioni".

Ecco le norme che il settimanale mugellano pubblicò nel 1918. Come sopra scritto le parole sembrano dettate oggi. (Fine)

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