Qualche giorno indietro durante una intervista di Rai 3 al prof. Eike Schmidt, direttore generale della Galleria degli Uffizi, abbiamo notato la sua grande soddisfazione per un ritrovamento di alcuni affreschi. Fra queste opere d’arte sono venuti alla luce, oltre ad un ritratto giovanile del Granduca Cosimo I° dè Medici, alcuni affreschi di Bernardino Barbatelli detto il Poccetti (1548 – 1612) considerato uno dei più grandi pittori manieristi del XVII° secolo.
E’ stata una grande e gradita sopresa per la direzione della galleria fiorentina, e nell’intervista il direttore si è detto molto soddisfatto di questi ritrovamenti, e sarà cura dell’amministrazione recuperare e restaurare queste opere d’arte del fra ‘500 e ‘500 del tutto inedite. Questa intervista ci ha fatto venire alla mente, che se a Firenze sono stati scoperti affreschi del Poccetti, a Borgo San Lorenzo ed a Vicchio di Mugello, opere dello stesso artista e della sua bottega, invece sono ancora coperti, nel senso che non sono fruibili alla visione degli amanti della storia artistica nel Mugello.
I primi affreschi sono all’interno dell’Oratorio dedicato a San Biagio, attiguo al viale Kennedy a Borgo San Lorenzo, attiguo all’antichissima residenza della nobil Falcucci, discendenti degli “Ubaldini da Falcucci”, che commissionarono ai primi del ‘600, di affrescare la cappella di famiglia, dove sono sepolti molti ed illustri personaggi. L’Oratorio fu restaurato anni indietro e noi molti anni prima, quando era completamente abbandonato ed aperto alle scorrerie, andammo a fotografare tutti i “medaglioni” affrescati inerenti alla vita e al martirio di San Biagio.
Galleria fotografica
Lasciato Borgo, eccoci a San Quirico ad UIliveta e anche in questo caso nell’anno 1996, andammo a fotografare, grazie ad un caro amico che aveva le chiavi, l’esterno e l’interno della Cappella dedicata a Sant’Anna, attigua all’altrettanto antica Villa Magalotti, la qual famiglia commissionò a Benardino Poccetti (1611) di affrescare la Cappella con 9 medaglioni monocromi con quattro ottagoni intramezzati, raffiguranti bellissime storie di Gesù e dell’Annunciazione. Purtroppo anche in questo caso le opere d’arte di Uliveta sono “coperte” come quelle di Borgo, mentre a Firenze la “scoperta” è stata entusiasticamente accolta dalla massima autorità dell’arte fiorentina. Che ne dire ancora, ce ne dispiace. Peccato.