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La scoperta delle ossa di Dante Alighieri. In un documento trovato anni fa da Aldo Giovannini

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La famosa scena iconografica dell’incontro fra Dante e Beatrice sul lungarno di Firenze. La famosa scena iconografica dell’incontro fra Dante e Beatrice sul lungarno di Firenze. © N.c.
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Il 700° anniversario della morte di Dante Alighieri, non è passato…inosservato: tutt’altro. Giornali, riviste, settimanali, mensili, TV nazionali e private, hanno copiosamente dissertato sulla vita e sulla storia del Sommo Poeta, senza contare gli eventi e le manifestazioni che si sono susseguite in città e paesi, dove Dante è nato, ha soggiornato, è stato esiliato o è morto. Anche Ok!Mugello non è stato parco di notizie (vedi  la significativa nota del collega Alfredo Altieri), portando nel tempo a conoscenza tutti gli allestimenti che sono stati organizzati segnatamente fra Mugello, Val di Sieve e Terra del Sole, nel territorio cioè dove Dante, nei suoi soggiorni, ha lasciato inestimabili testimonianze, il tutto condito in qualche circostanza dalle immancabili polemiche.

Anche noi nel nostro piccolo vogliamo spendere qualche parola su Dante, anche perché siamo in possesso di un prezioso catalogo di circa 150 pagine, (che abbiamo tenuto come 'le cose sante' nel nostro archivio) intitolato  “Della scoperta delle ossa di Dante”, relazione con documenti per cura del Municipio di Ravenna, edito dallo Stabilimento Tipografico di G. Angeletti, anno 1870.

Ce ne eravamo quasi dimenticati, ma tirandolo fuori ci siamo ricordati quando alla fine degli anni ’70 del ‘900, su un bancherello in San Lorenzo a Firenze, mettemmo gli occhi su questo grande catalogo riguardante appunto la storia del ritrovamento delle ossa di Dante trovate in una cassetta nella Cappella ravvennate di Braccioforte il 27 maggio 1865. Non costava poco all’epoca (eravamo ancora in piena lira), ma ci sembrava un prezioso documento per lasciarselo scappare, visto che Dante soggiornò anche nel nostro Mugello nel castello di Santa Maria a Pulicciano.

E così fu. Lo abbiamo letto e riletto, ci sono notizie storiche estremamente interessanti, sulla vita, sul soggiorno e sulla morte del Sommo Poeta, ma il resoconto ottocentesco sulla scoperta delle ossa è davvero entusiasmante: 1) - la prefazione della Giunta comunale presieduta dal Sindaco Cosimo Fabri; 2) - la minuziosa relazione del Capo Ingegnere del Municipio di Ravenna Romolo Conti; 3) - La relazione della documentazione all’interno della cassetta dei periti Giovanni Puglioli e Claudio Bertozzi; 4) - la perizia calligrafica dei Prof. Anacleto Piomarta, Cesare Guidotti, Gaetano Badessi; 6) - Le feste di Dante in Ravenna il 24, 25, 26 giugno  del 1865; 7)  – il rogito della solenne certificazione dello scoprimento delle ossa del Divino Poeta a cura del Regio Notaro Vincenzo Rambelli.

Ci sarebbero tante cosa da scrivere ancora, ma terminiamo con la “Relazione Anatomico-Fisiologica sulla Ossa di Dante a cura dei Periti Municipali, Prof. Giovanni Puglioli e Claudio Bertozzi. Ecco la loro relazione, che pubblichiamo molto stringata. “ Poste in ordine le ossa sopra una tavola entro il Tempietto di Dante, si trovò che formavano uno scheletro quasi intero composta dai seguenti pezzi: Teschio senza mascella inferiore e senza denti; Osso joide; Laringe; 23 Coste, mancante l’ultima  spuria di destra; Sterno in due pezzi, colla cartilagine xifoide saldata al pezzo inferiore; 2 Clavicole; 2 Scapole; 2 Omeri; 2 Raggi. Mancano le Ulne; 1 grande osso; 1 Trapezio; 1 Uncinato; 3 Falangi; 23 Vertebre. Manca la prima cervicale; 1 Sacro;  2 Osso innonimate; 2 femori; 2 Tibie; 1 Fibula detra. Manca  la sinistra;  2 Rotule. Dei piedi abbiamo trovato: 2 Calcagni, 1 Astragalo, 3 Cuneiformi, 1 Cuboide, 6 Falangi. …Attentamente esaminate si vide che appartenevano  tutte ad uno stesso individuo…etc,etc,”.

Terminiamo questo nostro intervento con la speranza, dopo tantissimi articoli e recensioni dedicati alla vita di Dante, di aver aperto una finestra davvero inedita quella cioè di aver contato le…. ossa ritrovate nel 1865, di  questo straordinario personaggio, come fu Dante Alighieri. Certo nel ricordo dell’apertura delle ossa di Giotto in Duomo a Firenze (eravamo presenti e scattammo alcune immagini), il cerchio, se si vuol dire, si chiude, con grande soddisfazione morale.   

 

 

                

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