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Tozzi (FDI). "Necessario il secondo ponte nel Valdarno e accusa la sinistra di immobilismo"

La consigliera ha parlato di una gestione poco trasparente, segnata da ritardi e mancanza di comunicazione da...

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Elisa Tozzi Elisa Tozzi © Elisa Tozzi - Ufficio Stampa
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La consigliera regionale Elisa Tozzi, esponente di Fratelli d’Italia e candidata nel collegio Firenze 2, ha rinnovato la propria richiesta di tempi certi e impegni concreti per la costruzione del cosiddetto “secondo ponte” nel Valdarno. L’opera, secondo l’esponente del centrodestra, non rappresenta una scelta politica, ma una necessità prioritaria per garantire sicurezza stradale, fluidità del traffico e sviluppo economico nell’area.

Tozzi ha criticato con forza la gestione del progetto da parte delle amministrazioni di centrosinistra, accusate di aver ostacolato per anni un intervento considerato strategico per la mobilità e la competitività del territorio. In particolare, la consigliera ha denunciato la mancata pubblicazione dello studio di fattibilità, finanziato nel 2021 con 200 mila euro, a cui si sono aggiunti ulteriori 40 mila euro per l’analisi dell’impatto idraulico. Il documento, previsto in consegna ad agosto, non sarebbe stato ancora reso disponibile, nonostante le numerose richieste ufficiali avanzate dalla stessa Tozzi.

La consigliera ha parlato di una gestione poco trasparente, segnata da ritardi e mancanza di comunicazione da parte della Città Metropolitana di Firenze. Secondo Tozzi, tale comportamento dimostrerebbe l’assenza di una reale volontà politica di procedere con la realizzazione dell’opera. La rappresentante di Fratelli d’Italia ha inoltre ribadito che le risorse economiche necessarie risultano già disponibili e che i lavori dovrebbero essere avviati entro il 2027.

Concludendo, Tozzi ha rivolto un appello al governo regionale, sollecitando un cambio di passo nella gestione delle infrastrutture toscane. A suo avviso, il secondo ponte rappresenta una condizione imprescindibile per garantire sviluppo sostenibile e sicurezza ai cittadini del Valdarno, che — come sottolineato — attendono da troppo tempo un intervento concreto e risolutivo.

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