popolo saharawi a Pontassieve © Comune di Pontassieve
Sono arrivati in Toscana nei giorni scorsi, provenienti dai campi profughi di Tindouf, in Algeria: sono i bambini e le bambine Saharawi, ambasciatori e ambasciatrici di pace di un popolo che da oltre cinquant’anni vive in esilio. In queste settimane soggiornano in alcuni Comuni della regione, tra cui Pontassieve, Castelfiorentino e Sesto Fiorentino, nell’ambito del programma estivo promosso dalla Rete Italiana di solidarietà con il Popolo Saharawi.
Questa mattina - 14 luglio - una delegazione di 25 giovani Saharawi è stata ricevuta a Palazzo Strozzi Sacrati, sede della Presidenza della Regione Toscana, dal presidente Eugenio Giani e dalle assessore regionali Serena Spinelli (Cooperazione internazionale) e Alessandra Nardini (Relazioni internazionali).
All’incontro ha partecipato anche il sindaco di Pontassieve, Carlo Boni, insieme a volontari e rappresentanti di diverse associazioni toscane che sostengono il progetto di accoglienza, tra cui Hurria, Selma 2.0 e Saharawi Insieme.
“Una Regione che accoglie con amore”
“Il nostro è un legame profondo con un popolo amico”, ha dichiarato il presidente Eugenio Giani, sottolineando il valore della solidarietà toscana verso una causa che unisce pace, diritti e autodeterminazione.
L’assessora Serena Spinelli, che nei mesi scorsi ha visitato i campi Saharawi, ha ricordato “la dignità e l’umanità di un popolo che resiste da decenni”, ringraziando i Comuni e le associazioni che in tutta la regione ospitano le bambine e i bambini.
“Essere terra di pace e diritti fa parte del nostro Dna – ha aggiunto l’assessora Nardini – ed è per questo che continuiamo a camminare a fianco del popolo Saharawi nella sua lotta pacifica per l’autodeterminazione. Oggi più che mai, parlare di pace significa anche pensare ai tanti conflitti in corso, compreso quello che colpisce il popolo palestinese.”
Una mostra fotografica per raccontare il popolo Saharawi
Durante la visita istituzionale, i piccoli ambasciatori hanno potuto vedere anche una mostra fotografica dell’associazione “Città Visibili APS”, ispirata alle Prigioni di Michelangelo: un racconto visivo che intreccia arte e resistenza, dedicato a un popolo che vive da mezzo secolo in attesa di giustizia.
L'accoglienza in Valdisieve
A Pontassieve, l’accoglienza è curata da amministrazione e volontari locali in collaborazione con le associazioni attive sul territorio. Il soggiorno estivo rappresenta un momento di scambio, serenità e cura, lontano dalle dure condizioni dei campi profughi. Le attività includono visite culturali, giochi, attività ricreative e incontri con la cittadinanza.
In tutta Italia, quest’anno sono 116 i giovani Saharawi accolti in 7 regioni, mentre la Toscana conferma il suo impegno storico con 35 bambini e bambine ospitati, rafforzando il patto di amicizia con la wilaya di Auserd, una delle province dei campi profughi Saharawi.
Il popolo Saharawi vive in esilio dal 1975, a seguito dell’occupazione del Sahara Occidentale da parte del Marocco. L’ONU ha previsto un referendum per l’autodeterminazione mai realizzato, mentre oltre 300 Comuni italiani – tra cui Pontassieve – hanno nel tempo siglato patti di amicizia per sostenere il diritto alla libertà di questo popolo.


