La signora Lotti e il sindaco © Ufficio Stampa Chianti Fiorentino
Barberino Tavarnelle, 25 settembre 2025 – Dopo 81 anni, la memoria della Strage di Pratale trova un nuovo segno di giustizia. Mirella Lotti, 90 anni, testimone diretta dell’eccidio compiuto dai nazifascisti il 23 luglio 1944, ha ottenuto il risarcimento dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, a seguito della sentenza emessa nel 2023 dal Tribunale di Firenze.
Il riconoscimento, reso possibile da una lunga battaglia istituzionale condotta dal Comune di Barberino Tavarnelle insieme agli avvocati Iacopo Casetti e Vittoria Hayun, non ha soltanto valore economico ma soprattutto morale: restituisce onore e dignità alle dodici vittime innocenti fucilate nella radura di Pratale.
Commosso l’abbraccio tra la signora Lotti e il sindaco, che ha voluto condividere con lei la notizia. “È una vittoria collettiva – sottolinea il primo cittadino – che appartiene a Mirella, alle famiglie delle vittime e a tutta la comunità che ha custodito la memoria con iniziative, progetti educativi, cerimonie e attività culturali”.
La testimone, che all’età di nove anni vide uccidere suo padre Giuliano e il nonno Carlo, ha ricordato con parole strazianti quei momenti: “Me lo strapparono dalle braccia e io gli dissi ‘babbino mio, non mi lasciare’. Quel dolore non me lo risarcirà mai nessuno, ma oggi sento di aver ricevuto un riconoscimento che ridà dignità a chi non c’è più. Ringrazio la mia comunità e l’amministrazione che non mi hanno mai lasciata sola”.
Il percorso di giustizia si inserisce in un lavoro di memoria che ha portato nel 2024 all’assegnazione della medaglia d’oro al merito civile da parte del Presidente Sergio Mattarella. Accanto al valore simbolico, resta aperta la questione dei ritardi nei pagamenti e delle altre vittime ancora in attesa di risarcimento.
“Questo è solo un passo avanti – hanno dichiarato gli avvocati Casetti e Hayun –. Molte sentenze non sono state ancora eseguite: continueremo a lottare affinché tutte le famiglie possano vedere riconosciuto il loro diritto alla giustizia”.
La vicenda di Pratale, custodita con forza dalla comunità e tramandata alle nuove generazioni, continua così a essere non solo memoria storica, ma monito civile contro ogni forma di violenza e sopraffazione.


