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Scuola - Il CPIA 2 di Firenze in presidio per chiedere l’intervento dell’USR 

I punti di erogazione del servizio sono ben otto, disseminati in metà del territorio metropolitano...

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Questa mattina una delegazione di lavoratrici e lavoratori del CPIA 2 Miriam Makeba, sostenuta dalle Oo. Ss. FLC Cgil e Gilda, si è recata sotto le finestre dell'Ufficio Scolastico Regionale di via Mannelli per richiedere a gran voce un intervento della Direzione regionale nella difficile situazione che sta vivendo la loro scuola a seguito dell'attuale dirigenza scolastica. Il secondo Centro Provinciale per l’Istruzione degli Adulti della provincia - intitolato a Miriam Makeba, la celebre artista simbolo della lotta contro l’apartheid sudafricano - è un’istituzione scolastica statale che ha lo scopo di garantire a giovani e adulti privi di qualunque titolo di studio almeno il conseguimento della “terza media” e l’assolvimento dell’obbligo di istruzione; ha inoltre lo scopo di garantire ai migranti inseriti in percorsi di accoglienza o già residenti in Italia il raggiungimento di una sufficiente conoscenza della lingua italiana necessario per il rilascio del permesso di soggiorno o per la richiesta della cittadinanza. 

I punti di erogazione del servizio sono ben otto, disseminati in metà del territorio metropolitano (l’altra metà è in capo al CPIA1), e vanno dal Mugello al Chianti fiorentino, passando per Valdisieve, Valdarno e comuni a est di Firenze. 

Già lo scorso marzo i docenti e il personale ATA avevano lanciato un grido di allarme sulle criticità che stavano riducendo l'offerta formativa e la capacità di accoglienza della scuola, in un incontro pubblico con tutti i Comuni sui cui territori insistono le attività del CPIA e con le associazioni e le organizzazioni impegnate a supporto dei migranti. Nel mese di aprile, avevano quindi manifestato la loro solidarietà verso una giovane docente precaria che la scuola non aveva messo in condizione di fruire del suo diritto alla riduzione oraria per allattamento e che è stata anche sanzionata dalla Dirigente Scolastica. 

Nel mese di maggio, amareggiati e scoraggiati dalla china imboccata dalla scuola, i docenti e il personale Ata hanno inviato all'Ufficio Scolastico una corposa e dettagliata relazione su tutte le situazioni controverse avvenute durante l'anno, chiedendo di essere incontrati e di essere ascoltati nella loro richiesta di aiuto. 

Poiché in tutto il mese di giugno non è pervenuta alcuna risposta da parte dell'USR, ecco che lavoratrici e lavoratori hanno deciso di recarsi di persona in via Mannelli a consegnare a mano una lettera, accorata e pervasa da spirito costruttivo, con la quale insistono nel chiedere di essere ricevuti e ascoltati.

Ma quali sono le principali problematiche su cui docenti e ATA della scuola vorrebbero chiedere aiuto all'USR? Ecco una sintesi di alcune delle criticità illustrate nella relazione, le prime relative alle condizioni di lavoro, le seconde relative alle disfunzioni verso l'utenza.

 

Mancanza di confronto costruttivo fra Dirigente Scolastica e Collegio Docenti

Le riunioni del principale organismo democratico della scuola sono state caratterizzate da una conflittualità sempre maggiore, che hanno portato all’impossibilità di condurre discussioni serene e costruttive. A partire dalla riunione del Collegio Docenti di ottobre, quando la tensione raggiunse livelli tali da generare malesseri a due docenti, tutte le successive riunioni (gennaio, marzo e maggio) hanno visto più volte la Dirigente Scolastica negare il diritto di intervenire ad alcuni docenti, non mettere a verbale quanto affermato e/o avvenuto durante la riunione, impedire la discussione di argomenti sui quali i docenti avevano avanzato preventivamente formale richiesta. Nessuno dei verbali delle sedute è stato approvato dai docenti, in quanto ritenuti non conformi a quanto realmente avvenuto.

Si è così venuta a creare una situazione in cui i docenti non sapevano se e quali decisioni erano state prese e quali indicazioni fossero da seguire. 

 

Staff di Dirigenza dimissionario

Poco prima della pausa natalizia tutto lo staff di dirigenza ha rassegnato le proprie dimissioni, per l’impossibilità di collaborare in modo proficuo con la nuova dirigente. Nei mesi successivi la DS non è stata in grado di recuperare un rapporto fiduciario con il suo staff dimissionario né di ricomporre la situazione di sfiducia. 

 

Riunioni improvvise del personale

L'istituto, come detto più sopra, ha sedi dislocate sul territorio fino a 80 km di distanza l'una dall'altra e circa 30 km dalla sede centrale di Sieci. In tale situazione, soprattutto negli anni dopo il Covid, molte delle riunioni operative necessarie per il funzionamento della scuola si sono tenute a distanza con collegamenti online. Con la nuova Dirigenza invece sembra di essere tornati indietro nel tempo: tutte le riunioni si devono tenere in presenza, le convocazioni arrivano anche con meno di 24 ore di preavviso, le persone sono costrette a frenetiche corse per la provincia, magari solo per brevi incontri di dieci minuti. Perché il CPIA 2 non può organizzarsi come la gran parte delle altre scuole, che utilizza la telematica tutte le volte che le condizioni lo permettono?

 

Sicurezza e prevenzione dei rischi

Non è mai stata eseguita la valutazione sullo stress lavoro-correlato che – a detta di molti lavoratori – quest'anno ha raggiunto livelli molto alti e si è manifestato con crisi di pianto e malesseri dovuti a livelli di ansia mai provati. 

I corsi sulla sicurezza sono stati programmati gli stessi giorni in cui il personale era impegnato con gli esami di stato e ciò ha creato sovrapposizioni di impegni e difficoltà di partecipazione. 

 

Piano di lavoro del personale ATA

Comunicato e approvato dalla Dirigente Scolastica solo a fine Novembre, il piano dei turni e delle mansioni del personale ATA ha prodotto continui cambiamenti di orario e sedi di servizio, comunicati senza un congruo preavviso; la situazione si è ripresentata anche durante gli esami di stato.

Le ferie estive, presentate dai lavoratori anche sulla base delle esigenze della scuola, sono state spesso e volentieri cambiate senza adeguata motivazione.

 

Negazione di permessi sindacali e difficoltà di fruizione di quelli personali

La Dirigente Scolastica ha impedito la partecipazione a un'assemblea sindacale a due docenti che ne avevano fatto regolarmente richiesta, secondo le procedure previste (la questione è oggetto di una specifica azione legale da parte dell’organizzazione sindacale). Oltre alla vicenda sopra menzionata (permessi per allattamento), si sono avute altre situazioni difficili relative ai permessi. Una Collaboratrice Scolastica si è vista recapitare una comunicazione di assenza dal servizio… per il giorno in cui aveva preso un permesso! Altri docenti raccontano di aver preferito rinunciare ai permessi loro spettanti per non doversi trovare in situazioni di eccessiva tensione con la dirigenza.

 

Chiusure di corsi durante l'anno 

La Dirigente Scolastica durante l'anno ha inizialmente avviato i corsi di supporto all'alfabetizzazione degli studenti non italofoni, per poi interromperli e – senza alcun confronto con il Collegio Docenti – chiedere ai docenti altre prestazioni lavorative. Ciò ovviamente ha comportato riduzione di ore per gli studenti frequentanti, dispersione di studenti che per motivi di lavoro non hanno potuto frequentare altri corsi, necessità per i docenti di far fronte al cambiamento di programma reinventando altre attività o rimanendo a disposizione nei locali scolastici (senza attività e in attesa di indicazioni) per poter svolgere interamente il proprio orario di lavoro.

In definitiva, fra aprile e maggio il CPIA 2 aveva chiuso tutti i corsi di Italiano L2 di primo livello, ossia proprio quelli rivolti agli studenti migranti più fragili, che sono stati privati delle ultime settimane di lezione prima dei test linguistici e degli Esami di Stato.

 

Scrutini ed esami di Stato

La Dirigente Scolastica aveva programmato gli scrutini in modo che ogni seduta durasse solamente un quarto d’ora, come se in così pochi minuti fosse possibile per i docenti formulare valutazioni in modo approfondito nei confronti di classi numerose, eterogenee e difficoltose come quelle composte da adulti e studenti migranti. E infatti il calendario degli scrutini è completamente saltato. 

Particolarmente problematico lo svolgimento dell'Esame di Stato. Intanto le prove scritte si sono svolte con ritardi di sessanta/novanta minuti: gli studenti hanno dovuto attendere che arrivassero le prove d'esame, stampate nella sede centrale e poi portate a mano in quelle periferiche. A causa di questi ritardi molti studenti-lavoratori si sono trovati in difficoltà con i propri datori di lavoro, cui avevano chiesto permessi sulla base degli orari indicati dalla scuola. Durante le prove orali l'amministrazione non aveva predisposto i documenti cartacei da far firmare ai candidati, per cui molti di loro sono stati richiamati i giorni successivi e sono dovuti tornare a scuola. E' stato possibile regolarizzare tutte le posizioni solo grazie all'impegno dei docenti, che hanno chiamato uno a uno i loro studenti.

 

Difficoltà degli studenti a ottenere gli attestati

Gli studenti migranti devono poter dimostrare la frequenza alle attività del CPIA ai fini del rilascio del permesso di soggiorno. In un primo momento l'amministrazione scolastica aveva subordinato il rilascio di tali attestati al pagamento di alcuni bollettini attraverso l'utilizzo dell'Identità Digitale (!), poi – vista la ovvia impraticabilità della cosa da parte dei richiedenti – la richiesta dello SPID era stata accantonata. Sono di pochi giorni fa alcune mail di protesta inviate alla scuola da parte di CAS e Assistenti Sociali riguardo al mancato rilascio degli attestati, che alla fine – dopo tali proteste – sono stati consegnati. 

 

I problemi sopra evidenziati – che sono solo alcuni rispetto a quelli documentati – denotano gravi difficoltà nella gestione dell'istituzione scolastica, rapporti incrinati con il personale, gravi mancanze nei confronti della particolare popolazione scolastica di riferimento. 

Il CPIA 2 negli anni era diventato un polo di eccellenza contro la dispersione scolastica, per l’orientamento e la riqualificazione della popolazione adulta, italiana e migrante; grazie al suo lavoro di raccordo fra le varie realtà ha rappresentato anche un vero e proprio punto di riferimento nel settore. 

Docenti e ATA del CPIA vorrebbero che fosse così anche nel prossimo futuro e proprio per questo continuano a confidare che l'USR possa finalmente prendere in seria considerazione quanto da loro ampiamente segnalato.

 

 

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