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Ha preso ufficialmente il via presso l’Azienda ospedaliero-universitaria di Careggi il ciclo di donazioni di sangue da parte dei dipendenti di Eli Lilly Italia, nell’ambito del progetto “I donatori che fecero l’impresa”. L’iniziativa, promossa da Avis Regionale Toscana in collaborazione con l’ASL e alcune grandi aziende del territorio, si pone l’obiettivo di promuovere la cultura della donazione all’interno dei luoghi di lavoro, rendendo questo gesto solidale più accessibile ai lavoratori.
Il protocollo d’intesa tra Avis Toscana, Eli Lilly e Careggi, siglato lo scorso dicembre, è divenuto operativo nella primavera 2025. A maggio, nella sede dell’azienda farmaceutica a Sesto Fiorentino, è stata organizzata una giornata di sensibilizzazione, durante la quale i volontari Avis hanno illustrato le modalità di donazione. In seguito, sono state programmate specifiche giornate di idoneità, coordinate con il Servizio di immunoematologia e medicina trasfusionale (Simt) di Careggi. I primi dipendenti idonei hanno effettuato la donazione il 16 giugno, e altri seguiranno nelle prossime settimane.
L’accordo risponde a un’esigenza concreta emersa da una ricerca commissionata da Avis Toscana all’Università di Pisa: nel 2023 è stato rilevato che il 40% dei lavoratori non dona sangue a causa degli impegni professionali e della difficoltà ad assentarsi. Progetti come questo puntano quindi a superare gli ostacoli pratici, creando sinergie tra sanità, volontariato e mondo produttivo.
Secondo Claudia Firenze, presidente di Avis Toscana, “la disaffezione alla donazione spesso nasce da impedimenti logistici più che da mancanza di volontà”. Eli Lilly, da parte sua, sottolinea attraverso le parole del suo presidente Elias Khali come “l’innovazione non si esaurisca nello sviluppo di terapie, ma includa la responsabilità verso la comunità”. Per l’azienda, educare i dipendenti alla solidarietà e facilitare l’accesso ai centri trasfusionali è un modo concreto di contribuire al benessere collettivo.
La Direzione di Careggi ha infine evidenziato come questo modello possa rappresentare un esempio virtuoso, contribuendo a garantire una gestione efficace della risorsa sangue, sempre più essenziale in contesti ordinari e di emergenza. L’iniziativa è destinata a crescere, coinvolgendo nuove realtà imprenditoriali in un’azione di grande impatto sociale e sanitario.


